Cap.6

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Le sue mani sul mio corpo.

Il suo membro dentro di me.

Le sue mani che mi picchiavano.

Mi mostrava tutta la sua mostruosità.

Ora capisco cos'ha provato Rachel.

Perché si,era stato lui a stuprarla.

L'ha confessato lui.

E da quel poco che sapevamo su di lui mi era bastato per identificarlo.

Rimasi in quel letto per non so quanto tempo,non riuscivo a muovermi,avevo male ovunque,le lacrime non scendevano più dagli occhi.

Dopo un po' i suoi uomini mi portarono via,mi lasciarono in una strada della periferia.

Ero mezza svenuta,sentii delle voci,urlavano,erano terrorizzate,volevo dire che stavo bene,che ero una poliziotta,ma non riuscivo a fare nulla.

Forse stavo per morire.

Vidi un volto di una donna,di colore,mi teneva la testa,mi parlava,ma non sentivo nulla,la vedevo sfocata,poi,il mio corpo si lasciò andare e vidi il buio....

DOMINIK.
"Secondo me quei baffi ti donano","Grazie Fin",mi misi a ridere accompagnato da Amanda,"Andiamo,hanno trovato una ragazza in pessime condizioni per strada,adesso è in ospedale",prendemmo tutti il proprio giubbotto e seguimmo Olivia.

Arrivammo all'ospedale,un infermiera si avvicinò ad Olivia con una cartella,noi eravamo dietro di lei,"Salve agente","Salve siamo qua per la ragazza cosa avete scoperto?"."Si chiama Jois",al solo suono di quel nome il mio cuore smise di battere,smisi di pensare,smisi persino di respirare,mi limitai a spalancare gli occhi,"Oh Gesù",Fin si mise le mani in testa e si girò,Amaro sospirò,"Ne è sicura?".Amanda prese la cartella dalla mani della donna,"Si ha detto di chiamarsi Jois Carisi,la conoscete?"."DOVE SI TROVA?!?".Mi misi ad urlare contro la donna,"Stanza 143",mi misi a correre alla ricerca di quel numero,doveva essere un incubo,era un brutto sogno,era uno scherzo,quando trovai la stanza esitai nell'aprire la porta,il mio cuore batteva forte,misi la mano sulla maniglia,l'abbassai,aprì la porta e la vidi,era distesa su quel lettino bianco,circondata da cavi collegati alla macchina del battito,mi avvicinai al letto,"Jois?Piccola",mi sedetti accanto a lei,le presi la mano e le accarezzai i capelli,aveva il viso pieno di lividi e anche il labbro inferiore spaccato,anche le braccia piene di lividi,non avrei voluto vedere il resto del corpo,appoggiai la fronte sulla sua,"Ti prego perdonami....Non ti ho protetta,dovevo restare in quel locale a controllare che tutto andasse bene..",scoppiai a piangere,per la prima volta in vita mia,mi sentii impotente e piccolo....
JOIS.
Quando mi svegliai mi ritrovai in una stanza bianca,bip bip bip,e questo rumore fastidioso,poi sentii un peso sulla pancia e un qualcosa che mi stringeva la mano,battei le palpebre un paio di volte prima di avere una visuale pulita,guardai la pancia ,era la testa di Domi e la sua mano,allora ero in ospedale ed ero viva,se c'era lui allora c'era anche il resto della squadra,non avrei mai voluto che mi vedessero in questo stato,"Do...Domi...?".Scosse la testa,come i bambini quando cerchi di svegliargli per andare a scuola,mi toccai il labbro dolorante,sentii una crosta al lato del labbro inferiore,non ricordo molto,ma ricordo di essere...di essere stata...

"Il kit stupro",l'intera squadra era nella stanza,i loro sguardi erano tristi,nessuno avrebbe voluto e pensato che andasse a finire così,"Si lo so...È la procedura",risposi ad Olivia,lei era come una sorella maggiore per me anche se era il capitano,Domi era silenzioso e guardava il vuoto,mi faceva tenerezza.
Amanda mi accompagnò a fare gli esami,non ci volle molto,ma la cosa che fece più male fu quella che un uomo aveva stuprato un'altra donna....

Dopo due ore mi lasciarono andare,"Quando posso darvi le informazioni necessarie?".Chiesi ad Olivia,"Domani mattina,adesso è tardi e sarai stanca","Si vero,torno a casa mia con Domi?"."Io non torno a casa ho un sacco di lavoro da fare",Domi era serio,non mi piaceva vederlo così,"Olivia posso restare in centrale con voi?Mi sento più al sicuro","Si certo",andammo tutti in centrale,ma gli unici che avevano il turno di notte erano Domi e Amanda,per fortuna nessuno mi riconobbe dato che avevo una felpa gigante e il cappuccio sul viso e dei pantaloni della tuta,andai al piano di sopra per mangiare qualcosa.

"Tutte le vittime di ogni tipo di violenza tendono a mentire sul nome del colpevole.
Le vittime di stupro fanno più difficoltà a ricordare,ci vuole tempo,per farle parlare bisogna cercare di farle ricordare ogni singolo istante,anche se la cosa fa male,per questo sarebbe meglio fare un interrogatorio accompagnati da uno psicologo..."

Scossi la testa al ricordo di quella lezione,"Ti ho portato da bere",Domi si sedette accanto a me sul divanetto marrone,appoggiò la bottiglia sul tavolino accanto alle scatole del cibo cinese,"Grazie",si teneva a distanza da me,"Non ti tocco perché...","Lo so,potrei sentirmi male o potrebbero venirmi immagini dell'accaduto all'improvviso,lo so",sospirai,"Domani non ti farò io l'interrogatorio","Giusto...Sei un famigliare...Però puoi partecipare al resto dell'operazione?"."Si...Vorrei esserti d'aiuto",appoggiai la mano sulla sua gamba,"Mi basta averti accanto,non chiedo altro",non riusciva nemmeno a guardarmi in faccia,"Mi dispiace...","Nono Domi non è colpa tua,poteva succedere a chiunque",si asciugò gli occhi,tirò su col naso e si alzò,"Io torno giù",lo guardi col cuore a pezzi,"Dovresti andare a casa...È tardi",si girò,"No tu dormi qua e io farò da guardia",scese e mi lasciò sola,abbassai lo sguardo,non ero l'unica a soffrire...

La sbirra e l'avvocato.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora