Cap.26

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"Ma stiamo scherzando?!?".
Urlai in faccia all'agente dell'FBI,"Senta qua si tratta di droga è già tanto se non passiamo il caso alla DEA",sbuffai,"Agente...?".
Estrasse il portafoglio col tesserino e il distintivo,"Eric Winter...
Agente Eric Winter, abbiamo scoperto noi la risatina, dopo uno stupro, le cose sono collegate",l'agente avvicinò il viso al mio,"Allora collaboriamo",sentii il calore del suo respiro contro la mia pelle,"Tutto bene?".
Intervenne Peralta a salvarmi dalla situazione,indietreggiai mentre Winter aveva un sorriso malizioso sul volto,"S-si va tutto bene".
"Ne parlerò col suo superiore,agente Carisi",e adesso come cavolo sapeva il mio cognome?!

Tornati in centrale io e Jack andammo subito nell'ufficio di Olivia,la quale sapeva già tutto,"Quelli dell'FBI sono degli spacconi",sbuffò Jack aprendosi una bibita energetica,"Lo so ragazzi. Ma questa volta va così, tra un po' arriverà l'agente Winter,così inizierete a lavorare";
alla fine diedi a Jack la parola,non avevo intenzione di parlare con quello spaccone, andai nella sala ristoro,il mio corpo chiedeva di bere un po',"Interessante,non bevi caffè",era la sua voce,odioso,"Sì...È un problema?".
Aveva le mani in tasca,davanti a me che mi fissava,"No anzi,ora so cosa portati domani mattina,anzi brioche,torta o ciambella?".
Alzai un sopracciglio appoggiandomi sul frigorifero,"Torta".
"Di mele?".
Ma cosa voleva questo uomo da me...?

Jack decise di andare a casa,mentre io pensai di continuare ancora un po' e la stessa idea l'ebbe anche Winter,era seduto nella scrivania davanti a me,da quando eravamo rimasti soli non avevamo parlato,entrambi concentrati sulle scartoffie e sui monitor dei computer,"Sei fidanzata?".
Sbattei le mani sulle scartoffie,"Ma che razza di domanda è?!".
Si mise a ridere,ma senza guardarmi,
"Volevo fare conoscenza",quando alzò il volto mi sorrise,ma sembrava sincero,
"Il mio fidanzato è stato ucciso durante un caso,dovevamo sposarci",sentii il vuoto farsi spazio nel mio petto,Mike mi mancava,avevo superato la sua morte?
No.
Però la mia vita doveva andare avanti come mi aveva chiesto di fare.
Mike mi mancava,ma sapevo che era sempre accanto a me,in qualche modo.

"Mi dispiace",guardai Winter,"Grazie...Fa parte del nostro mestiere,anche se non dovrebbe".
"Hai ragione Jois",sentir pronunciare il mio nome da lui,mi fece sentire un brivido,"Senti...Ti va di finire per oggi? È quasi mezzanotte,io avrei anche fame",non avevamo toccato cibo,per tutta la notte,accettai la sua proposta e uscendo dalla centrale mi chiese di cenare insieme,cercammo un ristorante o un locale in zona.

Una volta seduti a tavola,iniziammo a guardare il menù,"Tu vivi a New York?".
Winter mi versò l'acqua nel bicchiere,"Si da tre mesi, sono di Los Angeles. Tu?".
"Sono, di qua,ma come mai ti sei trasferito?".
"Beh vedi,Jois,avevo bisogno di cambiare aria,poi New York è una città vasta e ha mille opportunità".
Non sembrava così stronzo,anzi,"Tu invece sei fidanzato?".
Scosse la testa,"Sai già così ordinare?".
Mi legai i capelli in una coda,"Sì",Winter chiamò il cameriere così ordinammo la cena,la quale trascorse tra una domanda e l'altra,passavamo dal lavoro alla vita personale,non so perché ma parlare con una persona estranea mi stava permettendo di liberarmi e di svagare la mente.

Finita la cena ormai era già l'una,"Abiti tanto lontano da qua?".
Mi chiese chiudendosi la giacca,"No,solo mezz'ora",sorrise mentre io mi sistemai i capelli,c'era un po' di vento,"Bene allora i-",mi girai e un ciclista stava per venirmi addosso,ma due forti braccia mi spinsero via e mi ritrovai attaccata al suo petto,"Ma guarda dove vai!".
Urlò il ciclista.
"New York...Stai bene?".
Winter strinse la presa dolcemente.
Lo guardai e per un attimo rividi Mike,sentii come una morsa nella bocca dello stomaco,"Si sto bene",il suo sguardò era confuso,la sua mano passò dal mio fianco alla mia guancia,"Jois,ma tu stai piangendo".

La sbirra e l'avvocato.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora