9. Festeggiamo!

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"Cavolo!" Betty comincia a correre da una parte all'altra, con il vestito poggiato sul braccio, i capelli ancora bagnati e l'aria di chi sta cercando qualcosa.

"Etciù!" Starnutisco e tiro su col naso prima di prendere il mascara nel porta-trucchi e passarmelo attentamente sulle ciglia.

Spalanco occhi e bocca e ne applico tantissimo, come piace a me. Decido di terminare il look con una matita nera sotto i mezzi con il quale riesco a vedere ed un rossetto rosso scuro: oggi voglio esagerare.

"Credo di essermi presa un raffreddore." Sbuffo quando mi guardo allo specchio per notare se ho delle sbavature o dei puntini neri causati dal trucco. Porto i capelli in avanti e li pettino con le dita in modo da aggiustarli meglio.

"Dove sono le scarpe?" Osservo la mia migliore amica dallo specchietto del bagno e mi trattengo dal ridere per i suoi comportamenti. È così nervosa ed agitata che non ha sentito nemmeno ciò che le ho detto prima.

"Quali scarpe?" Mi giro dalla sua direzione e mi impongo di essere seria.

"Quelle blu con il tacco non molto alto." Mi spiega gesticolando.

"Non abbiamo delle scarpe blu con il tacco non molto alto." Nego.

"Cosa!? Vuoi dire che non le abbiamo più prese? Dimmi che stai scherzando!" Assume un'espressione che ricorda molto il dipinto dell'urlo e mi guardo attorno.

"No, Betty. Non sto scherzando. Ma puoi prendere le mie, quelle bianche: è un colore che va su tutto. Il tacco non è molto alto come piace a noi e ti starebbero una meraviglia con il tuo vestitino blu chiaro." Osservo, squadrandola da capo a piedi.

Si avvicina e prende le mie mani tra le sue. "Mi hai salvato la vita." Sussurra con un sorrisetto, facendomi scuotere la testa.

"Sono in camera, sotto l'armadio. Muoviti e asciugati i capelli, Freddie ci uccide se non scendiamo entro un quarto d'ora." Ridacchio seguita da lei che scappa nella nostra stanza.

Quando ritorna, ha già il vestito addosso con le scarpe che le ho prestato. "Allora, come sto?" Poggia le mani sui fianchi e aspetta una mia risposta.

"Sei bellissima, Betty! Mio fratello svenirà, quando ti vedrà." Annuisco tra me e me. Lei mi lancia un'occhiataccia e, senza proferire parola, prende il phon e si asciuga i capelli, evitando di bagnare l'indumento con un pezzo di stoffa su di esso.

È davvero stupenda: il suo abitino ha una scollatura "a linea dritta" -come mi piace chiamarla-, è aderente e la gonna, che le arriva sopra le ginocchia, è liscia e senza ripiegature.

Tiro ancora su col naso e la bionda se ne accorge. "Ti sei raffreddata?" Chiede, facendomi affermare ciò che ho pensato prima: non mi ha ascoltata quando gliel'ho detto.

"Credo di sì e, ancora peggio, tra qualche giorno avrò il ciclo. Spero che non avverrà oggi o..." Mi blocco quando noto Freddie sulla soglia della porta che, con la bocca aperta -come se stesse per dire qualcosa e dalla sua espressione sembra davvero arrabbiato-, la richiude ed alza le mani al cielo, assumendone una imbarazzata.

"Okay, discorsi da donne." Esce dalla stanza, poi io e Betty scoppiamo a ridere.

"Comunque, qualsiasi cosa diciate, sbrigatevi che facciamo tardi!" Lo sentiamo parlare.

"Sì, abbiamo quasi finito!" Urlo per sovrastare il rumore dell'aggeggio che sta usando Betty per asciugare i capelli.

Giusto ieri abbiamo ricevuto il diploma. È stata davvero una ricorrenza bellissima: mamma, papà e mio fratello erano seduti sugli spalti dell'Auditorium insieme ai genitori di Betty, poi hanno guardato dalla nostra direzione. Ho sorriso: mi è sembrato di ritornare indietro a qualche anno fa, quando Freddie si trovava nei nostri panni, e la situazione si è capovolta.

Io volevo te. [#2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora