12. Solo una questione di tempo.

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JACKLYN'S POV.

Aaron mi osserva di traverso, facendo cadere per terra tutti i regali che ha ricevuto nell'ultimo minuto. Guarda in basso, sospira e punta finalmente gli occhi sui miei.

Mi mordo il labbro per paura che abbia cambiato idea e che non voglia aspettarmi più, poi apre la bocca per parlare.

"Ho paura, Jackie." Dice semplicemente, un po' imbarazzato.

"Paura?" Domando con le sopracciglia piegate. "E di cosa? Non capisco..." Sussurro, l'ansia che si impadronisce di me.

"Che mi usi solo per dimenticare Brian, insomma: un momento prima eviti i miei baci e, da quando lui è ritornato, dici di voler stare con me. Non voglio illusioni." Spiega.

"Ma, Aaron...avevi detto che mi avresti aspettata e anche aiutata a dimenticarmi di lui. E poi lo sai che, quando faccio una scelta, devo prima aspettare e poi essere sicura di ciò che voglio. Ed ora sono sicurissima, tu stesso mi hai detto che quando mi sarei sentita pronta ti avrei dato l'okay. Non voglio stare con te per farlo ingelosire, non mi interessa niente di cosa proverà vedendoci insieme. Io lo odio per tutto ciò che mi ha fatto. Brian mi ha fatta stare male e non se n'è importato mai nulla, invece tu mi fai stare bene, sorridere sempre, divertire. Voglio te nella mia vita, non lui. O hai cambiato idea su di noi?" Chiedo.

Scuote la testa e mi prende una mano. "No, non ho cambiato idea. Hai ragione, io ho detto questo e te l'ho ripetuto un sacco di volte. So quello che hai provato in questi anni e che non lo ami più. Scusa se ho dubitato di te." Fa una lunga pausa, poi sorride e mi guarda. "E per la cronaca, Jackie, io ti aspetto ancora." Conclude prendendomi il viso tra le mani e baciandomi con passione.

Sorrido e gli allaccio le mani al collo, avvicinandolo più a me. Le sue si appropriano dei miei fianchi e li accarezzano piano. "Quindi...adesso siamo una coppia?" Domando dopo un po' con una nota d'ironia nella voce, pur sapendo già la risposta.

"Certo che stiamo insieme! Preferisci una dichiarazione d'amore su un bigliettino? Sarebbe forse più romantico?" Chiede con un sorriso grandissimo, stringendo la presa sulla mia vita.

"Ma quanto puoi essere stupido?" Ridacchio dandogli una leggera pacca sulla schiena.

"Posso esserlo più di così, sai che ne sono capace." Imita la mia stessa espressione.

Sto per dire qualcosa, ma il telefono squilla immediatamente interrompendo il nostro momento. Spero che sia importante il motivo per cui mi stanno chiamando o chiuderò la chiamata in faccia alla persona che vuole sentirmi.

Betty.

Sbuffo prima di aprire, sarà qualche sciocchezza. "Cosa c'è?" Rispondo con voce infastidita.

"Cosa c'è!? Jackie, è tardissimo e dobbiamo tornare a casa. Ti sto chiamando da tre ore! Dove siete?" In sottofondo si sente la musica a tutto volume e capisco che si trovano in mezzo alla gente che balla.

"Sulla spiaggia, poco più lontano da voi. Andate al bancone, l'unico punto di riferimento nel quale possiamo incontrarci, stiamo arrivando."

"Okay."

Chiudo la chiamata e riferisco tutto ad Aaron che annuisce e mi prende per mano, poi ci dirigiamo nel punto in cui io e la mia migliore amica ci siamo messe d'accordo.

"Non vedo l'ora di tornare a casa, sto dormendo in piedi." Dice il mio ragazzo con un mezzo sorriso. Il mio ragazzo. Da quanto tempo non dicevi queste tre parole tanto belle?

"A chi lo dici, sono sicura che dormirò in auto...spero solo che Freddie non abbia bevuto, o toccherà a me guidare." Ridacchio e, al solo pensiero, sbuffo.

Io volevo te. [#2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora