15. Non doveva andare così.

6.2K 323 69
                                    

Cerco di scorgere Brian in mezzo a tutte le teste dei musicisti che mi trovo davanti. Anche se è di spalle, riesco a riconoscere la sua chitarra: è quella che gli regalai per il suo compleanno, quando stavamo ancora insieme.

Questo mi fa capire che ha continuato gli studi fino ad ora. Sono contenta per lui, infondo: ha scoperto di avere la passione per quello strumento e per la musica, proprio come me. L'ho sempre saputo. Fin da quando eravamo piccoli.

Alcune volte ci divertivamo a comporre pezzo ritmati con i bicchieri e le posate durante il pranzo -ottenendo rimproveri dai nostri genitori-, e nel tempo libero. Cantavano pure insieme le sigle dei cartoni animati che ci piacevano. Portavamo il tempo con il piede anche se sentivamo un po' di rumore.

Mi ritrovo a pensare ai vecchi tempi, quando sento la sua voce che mi riporta alla realtà. Scuoto la testa: stanno cantando insieme, e la voce di Brian è...angelica. Meravigliosa. Bellissima. Cavolo! Non avrei mai pensato che sapesse cantare così bene. Interviene solo al ritornello e fa il controcanto, ma quel poco che sento mi basta per sorprendermi alla grande.

Suona veramente bene. Conoscendolo, non è nemmeno preso dall'ansia come lo sono stata io al mio primo concorso. È calmo, rilassato, la sua voce non trema: è a suo agio. Lo immagino sorridere e chiudere gli occhi mentre canta e quasi sorrido anche io, ma poi mi ricompongo.

A cosa pensi? Continui a guardarlo e a parlare bene di lui, nonostante ti abbia fatto così male nell'ultimo periodo, nonostante ti abbia fatto soffrire, nonostante ti imponga di odiarlo?

Devo smetterla di essere così patetica. Non devo guardarlo. Ecco, così. Guarda il pubblico e sorridi. No, non farlo, altrimenti sembri una pazza. Però, devo ammetterlo: è tutto il contrario di me.

Quando feci quel concorso, era la prima volta che suonavo davanti a tante persone e, presa dalla paura, ho stonato un po'. Mi sono sentita morire. Ma, questa, non deve essere la sua prima volta. Qualcosa mi dice che ha fatto musica altre volte, di fronte ad altre persone.

Ma cosa ci fa qui? So che vive a Washington, perché ha fatto tutta questa strada per suonare una sola canzone ed aprire un concerto per soli cinque minuti? È così conosciuto? Non credo, ci sarà qualcosa sotto. Per forza.

Spero che se ne vada dopo aver finito e che non assista a ciò che succederà dopo, perché se lo vedessi ancora, impazzirei. Non lo sopporto, deve smetterla di seguirmi, che lo faccia di proposito o meno!

Sono stanca di averlo sempre tra i piedi, stanca! Voglio semplicemente vivere la mia nuova vita senza che brutti ricordi di un passato che credevo potesse durare in eterno ritornino, facendomi sempre più male.

Tra un pensiero e l'altro, i due terminano di dare spettacolo e mi sento sollevata. Chi sarà questa Ashley? Un'altra delle sue tipe o semplicemente una collega? Sicuramente si sarà dato da fare anche con lei.

A proposito di amiche, dove sarà quell'ochetta fastidiosa? Non c'è tra il pubblico...forse si sarebbe rovinata i tacchi e lo avrebbe consumati, se fosse venuta qui.

Jacklyn, per l'amor del cielo, finiscila! Non deve importarti niente della sua fottuta vita! Che faccia quello che vuole!

Ora che ci penso...se qui c'è Brian, ci sarà anche Hector che, di conseguenza, potrà vedere Betty!

L'applauso del pubblico mi riporta la testa sul palazzetto dello sport e comincio nuovamente a sudare freddo: pochi secondi e suoneremo noi. Non c'è il signore di prima ad annunciarci, ma capiamo che dobbiamo iniziare quando vedo il direttore d'orchestra che saluta la gente con un inchino.

Per pura curiosità, seguo Brian con lo sguardo e...dove va? A sedersi vicino ad altri chitarristi presenti nell'orchestra -che sono davvero tanti-!

Io volevo te. [#2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora