24. Fidati di me.

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"Expect the worst of everyone I meet
Count the clock 'cause I can't fucking sleep
Shootin' pain like a heart attack
Call my friends I might not make it back

The doctor says I'm heading for destruction
Something's gotta give
I'm like a time bomb ticking in your head
Paranoia clouding your judgment
And no matter what you do about it, about it, about it

I'm still in your head

I stop and stare scared of the unknown
Unknown numbers been blowing up my phone
I'm hearing footsteps outside of my house
I'm afraid someone's trying to take me out
The doctor says I'm heading for destruction

Can I fucking live?

I'm like a time bomb ticking in your head
Paranoia clouding your judgment
And no matter what you do about it, about it, about it

I'm like a time bomb ticking in your head
Paranoia clouding your judgment
And no matter what you do about it, about it, about it

I'm still in your head

I am your breaking point..."

Alzo il volume ancora un po': lascio che la musica tiri fuori tutte le emozioni che provo e che vorrei mandare via con la canzone paranoia del gruppo a day to remember.

Il letto mi accoglie come non ha mai fatto nessuno, mentre mi ci butto sopra e canto a squarciagola assieme ad una delle mie band preferite. Quando sono triste mi piace fare così: alzare le canzoni metal a tutto volume, sia quando sono con le cuffie che quando mi trovo in camera, con la radio. È come se la musica si sfogasse per me e, cavoli, funziona.

"Jacklyn, abbassa il volume!" Beh, non quando hai dei coinquilini rompi-scatole.

Sbuffo e non do ascolto a Betty: non abbiamo più parlato da ieri sera e se crede che andrò a chiederle scusa, si sbaglia: è lei che ha esagerato ad arrabbiarsi, io ho solo fatto una cavolo di prova!

La porta si apre di scatto e la figura di una ragazza alta, magra, bionda e incazzata compare davanti a me. "Si sente da lì fuori!" Urla per sovrastare la musica. Vedo Betty andare incontro alla radio e spegnerla dopo aver trafficato un po' coi tasti.

Alzo le sopracciglia all'unisono. "Divertente," replico con un falso sorriso, "ora riaccendila."

Incrocia le braccia al petto. "No."

Cosa?

"Vuoi la guerra?" La sfido alzandomi dal letto e posizionandomi davanti a quest'ultima con una smorfia arrabbiata. "Ti ho detto che-"

"Ho capito benissimo quello che hai detto. E io ti ho risposto. No." Ripete.

Ma che faccia tosta!

Sto per gridare ancora, ma chiudo la bocca dopo averla aperta e faccio per andarmene. "Argh, lascia stare." Sussurro quando sono davanti la porta. "Tanto con te non ne vale la pena."

"Non ne vale la pena, eh? Cerco solo di farti capire che non abitiamo solo noi in questo quartiere e che alle altre persone potrebbe dare fastidio, dato che si sente da lì fuori, Jack. Come ieri ho cercato di farti capire che le sigarette servono solo a rovinare i polmoni della gente. Lo faccio perché ti voglio bene, lo vuoi capire?"

Certo che lo capisco. Mi giro verso di lei e sospiro. "Lo so, Betty, e ti ringrazio per ciò che fai per me. Anche io ti voglio bene, tanto, ma quella è stata solo una stupida prova. Non lo farò più, okay? Capisco che ti ho spaventata e che non avrei dovuto. Hai ragione. Avete tutti ragione. Scusami." Borbotto infine.

Io volevo te. [#2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora