33. Ascoltare il cervello.

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"...E poi, la tizia ha detto che non ricorda cosa avessero fatto dopo essersi ubriacati. Capito? Hanno scopato ma sono così stupidi ed hanno bevuto così tanto da esserselo dimenticato! Tutto quello che mi ha detto stamattina era una grande e grossa bugia, capite? Mi trattava male perché aveva altro con cui divertirsi, una ragazza più facile, però continuava a giocare con me perché si diverte, quello stronzo. Non aveva me nella testa, altrimenti non si sarebbe fatto quella brutta racchia, che non è capace nemmeno di fare un ragionamento completo. Mio Dio, vorrei tanto...ahh!" Mi lamento, tirando un pugno sul tavolo della cucina così forte da farmi male alla mano.

Ha mentito anche quando aveva detto di non averlo fatto con nessun'altra dopo l'ultima volta. Ne sono sicura!

"Oh, 'fanculo, Brian." Impreco, massaggiandomi il punto dolorante con l'altra, come se fosse stato lui a farmi compiere quel gesto. Beh, alla fine è così. Se non mi avesse fatto questo, non mi sarei lesionata da sola.

E non mi ha nemmeno rincorsa o chiamata come ha sempre fatto! Sono sicura che si è stancato di prendermi in giro ed ha trovato di meglio con quella stupida cagna, dato che è una tipa facile...al contrario di me. O avrà finito la scorta di scuse. Valuto più la prima opzione.

Betty sbuffa ed alza gli occhi al cielo mentre Julie, che è venuta a farci visita da poco e che tra qualche giorno deve tornare in Germania, sbuffa. "Ma non avevi detto che non era affar tuo? È tipo la decima volta in un'ora che ce lo dici, Jackie. Smettila di dire che non t'importa niente se poi fai discorsi del genere. Sai cosa avrei fatto io? Sarei andata da quel coglione e gli avrei detto tutto ciò che penso di lui, con un calcio nelle parti basse."

"Non posso, oppure crederà che mi interessa ancora!", le ripeto per la millesima volta, "Devo fargli capire che non lo amo più, e con il gesto che ho compiuto stamattina l'avrà sicuramente compreso. Se avessi reagito come faccio di solito si sarebbe solo montato la testa...no, no." Scuoto la testa ripetutamente.

"Forse hai fatto bene." Sospira la mora, poi mi guarda e abbassa lo sguardo. "Dovresti lasciarlo perdere, Jackie. Credo che questa sia stata solo la conferma di quanto lui sia pagliaccio."

"Lo so."

"E non dovresti degnarlo nemmeno di un pensiero. Non lo merita." Aggiunge la ragazza di fianco a lei.

"Lo so."

"Non è una persona seria. E tu odi le persone che non sono serie." Parla Julie.

"Lo so."

"Smettila di dire 'lo so'! Devi dire 'sì, Betty, hai ragione e cercherò di non pensarlo più'. Lo stiamo dicendo per il tuo bene, Jackie. E poi, sinceramente, non sei stanca? Ti tradisce la prima volta e trova una scusa. Lo perdoni. Poi lo fa ancora, e chissà quante altre volte lo farà se lo perdonassi di nuovo! È un ciclo continuo, e devi mettere fine a tutto o impazzirai. Non vogliamo vederti così mai più, intesi? Non starai male per lui un'altra volta!" Si arrabbia.

Sinceramente? Non sono così arrabbiata come dovrei. Insomma, alla fine è affare suo, no? Noi non stiamo insieme e non ho alcun diritto di incavolarmi. Che faccia ciò che vuole! Tanto, prima o poi si ritroverà solo, se continuerà a comportarsi in questo modo.

Forse non mi innervosisce più di tanto perché me lo aspettavo di già. Nonostante una piccolissima parte di me sperava e credeva che lui fosse cambiato, un'altra si era già rassegnata e sapeva che, prima o poi, lo avrebbe rifatto e quelle che mi raccontava erano solo menzogne. Tutte. Dalla prima all'ultima.

Com'è che si dice? A volte sei così stanca che non hai nemmeno la forza di incazzarti, no? Beh, è una frase che mi descrive molto, in quest'ultimo periodo.

Io volevo te. [#2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora