Io volevo te. [#2]

47. Cosa potrebbe andare storto?

Brian spalanca gli occhi, atterrito. "Mio Dio, non anche qui..." impreca prima di voltarsi per la seconda volta, ovviamente senza vedere nessuno.

"È inutile che ti volti, se ne sono andati."

Lui allora torna a guardarmi. "Sei sicura di aver visto proprio loro? E se avessi fatto confusione?"

Ma magari! Purtroppo la mia vista è ottima, anche da lontano...poi sono inconfondibili e riconoscibilissime, sia dal modo in cui camminano che dal modo in cui sono fatti. Sono anche facili da mettere a fuoco perché li conosco troppo bene: con loro ho condiviso gran parte della mia vita e ho imparato tutti i loro particolari.

Mi ritrovo ad annuire. "Sì, Brian, sono sicurissima: quanto è vero che il mio secondo nome è Marie."

"A proposito di questo: ti conosco da tutta la vita e non ho mai saputo che tu avessi un secondo nome fino all'altro giorno, quando tuo padre..." comincia a dire, ma lo blocco subito. Non voglio che si parli di queste cose quando abbiamo dei problemi molto più gravi!

"Beh, ecco, io...io non voglio che si sappia molto in giro, questa cosa. Odio i secondi nomi. E comunque," cerco di tornare al discorso di prima, "come facciamo? Lo diciamo anche agli altri?"

Brian scuote il capo mentre guarda alle mie spalle. Lo imito: i nostri amici, che hanno preso un pallone -sarà sicuramente dei gemelli-, hanno cominciato a giocare a pallavolo in mare. Sembrano divertirsi molto. Perché rovinarli la giornata con questa brutta notizia? Il mio ragazzo sembra pensare la stessa cosa perché, quando torniamo a osservarci, dichiara: "Meglio di no: finché sono inoffensivi facciamo finta di niente. Skye ed Elijah nemmeno li conoscono...dovremmo spiegare loro tutta la storia e sinceramente non mi va di spifferare i nostri affari a delle persone che conosciamo appena."

"Hai ragione. Quindi...andiamo a giocare e facciamo finta di niente?"

"Andiamo a giocare a facciamo finta di niente." Conferma dopo aver sorriso, poi mi prende la mano e mi trascina verso gli altri.

Freddie blocca la palla che gli aveva lanciato Skye quando ci guarda arrivare e apre le braccia al cielo in un gesto teatrale. "Finalmente avete deciso di degnarci della vostra presenza!"

"Spiritoso." Lo scimmiotto. Mi scosto da Brian, trovandomi di fronte ad Elijah e avendo il mio ragazzo di fianco. "Beh?", grido guardando il resto del gruppo, che è rimasto impalato, "Giochiamo o no?"

Mio fratello scrolla le spalle: "Allora io vado." Lancia quindi la palla in aria, carica il braccio portandolo indietro e la colpisce con una sola mano, simulando una schiacciata ben riuscita. Complimenti, fratellino, non sapevo fossi così bravo a pallavolo! "Woah, ce l'ho fatta! Betty, tutta tua!" E, come annunciato, la palla va proprio in direzione della mia amica che si allontana di qualche passo mentre i ragazzi non fanno altro che urlare: "Dai, dai!" 

"Ci sono, ci sono!" Betty la prende con un palleggio e la passa alla sottoscritta, portandola troppo in alto. "Cazzo." Bisbiglio: non riuscirò mai a prenderla! Mi toccherà saltare...no, non ce la farò mai. Però proviamici, no? O la va o la spacca!

Brian intanto grida per incoraggiarmi -anche se, senza saperlo, mi fa salire l'ansia ancora di più-:"Dai, piccola, ce la puoi fare!", ed io cerco di saltare, ignorando le onde del mare che sembrano prendersi gioco di me, per provare a colpirla...e riesco a farlo con un pugno per poi finire direttamente sott'acqua. A chi l'ho passata? Credo che questo non lo saprò mai.

Quando riemergo i miei amici stanno ancora giocando, facendomi capire che l'intervento che ho fatto prima è servito.

Stavolta la palla è in mano a Hector che la passa a Brian, il quale la prende con un bagher, lo lancia distrattamente a Skye ma cade troppo in basso perchè, in quello stesso momento, lui si gira per domadarmi: "Stai bene?" e prima che possa rispondere la palla va a finire proprio davanti la bionda platino, atterrando sull'acqua e schizzandola tutta. "Scusa," ridacchia il mio ragazzo, "colpa mia."