Capitolo 2

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E così è passato un giorno.

Ieri sera Francesco mi ha chiesto l'amicizia su Facebook. Mi ha scritto che sono stupenda.

Devo dire che quel messaggio mi ha fatto piacere. Mi sono sentita ... speciale? Felice? Ovviamente, le parole scritte per messaggio non hanno lo stesso effetto di quelle dette a voce.

In verità, non so se Francesco mi abbia fatto quel complimento perché pensa che io sia veramente bella. E se fosse tutta una presa in giro? Magari sono io che mi faccio troppe paranoie, ma preferisco non mettere le mani sul fuoco. Le bruciature ci mettono molto a guarire ...

Louis.

Continuo a pensare che sia un ragazzo un po' strano. Mi sembra che voglia rendersi invisibile agli occhi di tutti. Rifiuta relazionarsi con gli altri. Ma perché?

Lo scoprirò. Ci vorrà un po' di tempo, ma ci riuscirò.

È la prima volta che incontro una persona di questo tipo. Louis è così chiuso e freddo. Il modo in cui mi guarda ... sembra quasi che non abbia emozioni. Perché?

Adesso sono seduta su uno dei sedili dell'autobus. Mi guardo intorno. Ci sono altri studenti come me, con le cuffie alle orecchie e lo sguardo perso fuori dal finestrino.

Un anziano signore si guarda le mani ormai scheletriche e piene di linee blu. Le vene sono così evidenti, che quasi mi fanno impressione.
Mentre cerca qualcosa nel marsupio nero che tiene legato alla vita, noto un certo tremore delle dita.

Sospiro. Vedo una madre. Tiene tra le braccia suo figlio e sorride continuando a guardarlo. Il bambino ricambia il suo sguardo e sorride a sua volta, aprendo la bocca priva di denti.

Il pullman si ferma e io mi affretto a scendere. L'atmosfera è sempre molto malinconica sull'autobus al mattino, anche se quest'oggi un piccolo raggio di sole ha reso luminoso il buio del veicolo.

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Matematica.

Non è una delle mie materie preferite, ma non mi lamento assolutamente delle mie A senza +.

Mi siedo davanti come mio solito e osservo i miei compagni entrare.

Sussulto, quando Louis Bergum entra nell'aula. Si dirige verso i posti in fondo senza degnarmi di uno sguardo. Non so perché mi sento triste per questo.

Kate, lo conosci da un giorno. Ti sei mica già presa una cotta per lui?!

Maledetta coscienza.
Ovvio che no! Non è il mio tipo. È un ragazzo troppo strano. Non potete non darmi ragione.

La professoressa di matematica entra in classe con un pacco di fogli tra le mani. Oh, sì.

Tutti i miei compagni di corso si congelano sul posto, terrorizzati dai voti che vedranno tra pochi minuti. Io sono tranquillissima e mi picchietto la penna sulle labbra ... tanto per passare il tempo.

La prof sospira sonoramente.

"Bergum, posso parlarti?".

Mi giro. Louis si guarda intorno e osserva malamente chi lo fissa. Rivolge uno sguardo innervosito anche a me, ma non mi intimorisce. Se pensa di potermi spaventare, si sbaglia di grosso. Io non ho paura di lui, anzi. So che sotto a quella corazza c'è qualcosa di buono.

Louis e la prof parlano sottovoce, ma io riesco a sentirli perché sono davanti.

"Ascolta, lo so che ti impegni al massimo, ma se continui a prendere insufficienze sarò costretta a chiamare i tuoi genitori".

Per un attimo mi sembra di scorgere un velo di panico negli occhi di Louis. Assottiglio gli occhi pensierosa.

"Non so se potremo promuoverti. Hai troppe materie insufficienti. Prova a recuperarne almeno una".

La professoressa gli sorride e lo manda a posto. Io prendo subito il mio taccuino per gli appunto e annoto tutto.

"Cosa fai?".

Mi giro di scatto.

"Niente, Ileene!".

Ileene mi guarda sospettosa.

"Stavi ascoltando la conversazione della prof e il tipo?".

"No! E poi... sì chiama Louis".

"Parla talmente poco, che non mi ricordavo neanche il suo nome" ride lei.

Ileene, per fortuna, torna a seguire la lezione, mentre io sono distratta. Non capita mai che io non ascolti la lezione, quindi segnatevelo sul calendario perché non succederà mai più.

Scrivo velocemente sul mio taccuino, fingendo di prendere appunti. Ho un'idea in mente ...

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Al suono del cambio d'ora, quando tutti si alzano per cambiare aula, io mi avvicino a Louis. Quando mi vede da lontano, si gira di schiena. Scommetto che spera che me ne vada ..

"Ciao!".

Sento uno sbuffo, poi si gira verso di me.

"Possibile che devi sempre venire a parlarmi? Sei per caso innamorata? Maledetto il giorno in cui ti sei accorta di me".

Mi guarda fisso negli occhi, aspettando una mia reazione. Sinceramente, non voglio dargli la soddisfazione di vedermi offesa.

"Voglio aiutarti ..  ti prego".

Louis sospira e mi fa segno con la mano di parlare. Quando apro la bocca, però, lui mi ferma.

"Se ti lascio parlare mi lasci in pace?".

"Non te lo posso promettere".

"Allora non voglio più ascoltarti".

Incrocio le braccia.

"Ho sentito che forse ti bocciano".

Louis si blocca. Il suo sguardo finisce sul pavimento.

Colpito e affondato.

"Questo lo sapevo già, Miss Ovvio".

Okay, forse no.

"Posso farti ripetizioni, oggi stesso".

Lui mi guarda.

"Assolutamente no!" afferma sorridendo.

Mi sorpassa e si dirige verso la porta. Io sorrido furba.

"Chissà cosa diranno i tuoi genitori, se per caso non dovessi riuscire a recuperare ..".

Si blocca sul posto. Io lo guardo sorridendo, mentre aspetto che si giri. So di averlo colpito in pieno. Mi guarda, e in questo momento mi sembra smarrito.

Sospira.

"Va bene ..".

Sorrido felice e mi avvicino a lui.

"Dimmi dove abiti, così oggi vengo da te! Oh, dimmi anche l'ora!".

"Wowowo, ferma, Catherine. Tu non verrai a casa mia".

Lo guardo confusa.

"E dove vuoi andare, scusa?".

"Da te, ovvio".

Si è appena 'autoinvitato' a casa mia?

"E chi lo ha deciso?".

"Io, e chi se no?".

Lo fisso per un po'. Lui mi sorride beffardo. Sospiro. Stavolta ha vinto lui.

"D'accordo".

Lo informo su dove abito, poi lui se ne va.

"Bellissima".

Alzo lo sguardo verso la porta. Francesco mi sorride, appoggiato allo stipite.
Arrossisco per il nomignolo. Che effetto mi fa?!

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Sentiva un fastidioso dolore al petto, ma non ne aveva mai parlato con nessuno. D'altronde nessuno lo avrebbe ascoltato.

Invisible {Completata}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora