Epilogo

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#72 anni dopo

Come Catherine vi ha detto all'inizio della sua storia, la vita passa in fretta. A lei è sembrato che questi anni siano trascorsi in un attimo. Ma qual è la definizione di attimo?

Domanda difficile, vero? E quanto dura?

Tralasciamo queste cose complicate, che ne dite?

...

...

Be'? Siete ancora qui? Volete sapere com'è andata a finire, ho indovinato? Siete arrivati giusto in tempo per la fine.

Vi dico che adesso mi trovo in cima a una collina e che un'anziana signora sta risalendo pian piano il sentiero che porta proprio quassù. Con la mano che trema, stringe il manico del suo bastone e si guarda attorno.

Ammira i campi di grano dorati e il vento che sposta le spighe tutte da un lato. Si sentono alcuni grilli cantare e il caldo estivo riscalda la sua pelle invecchiata.

I capelli sono raccolti in uno chignon alto e alcuni ciuffi ribelli spuntano di qua e di là. All'epoca erano castani: ora sono bianchi.

Io mi sistemo dietro all'albero di acacia che cresce su questa cima. È facile capire che non siamo più a Duluth.

Da qui si vedono una stazione abbandonata, un frutteto pieno di mele, una cascina e la casetta della signora.

A piccoli passi, la donna arriva in cima alla collina. Non si accorge ancora di me.

Con fatica, appoggia il bastone contro il tronco dell'albero e si inginocchia davanti a una lapide. Sospira e un piccolo sorriso compare sul suo volto invecchiato.

Quante ne hanno passate insieme, lei e Louis Taman!
Vi chiederete perché non Bergum, vero?

Prima di sposarsi con Catherine Foster, Louis Bergum decise di cambiare il suo cognome con quello della madre per onorarla.
Così diventò Louis Taman.

Catherine accarezza le lettere scolpite nel marmo. Esse formano il nome di suo marito, che è ormai deceduto. Lo va a trovare ogni giorno. A volte si siede sulla panchina accanto all'acacia e legge un libro. Lo fa ad alta voce, così che anche Louis possa sentire.

Sono tre anni che il suo amato è morto.

Una mattina, Catherine si era svegliata con l'intento di iniziare le pulizie di primavera. Si alzò dal letto allegra e scosse Louis per svegliarlo. Quest'ultimo non aprì mai gli occhi.

Il dolore che la donna provò in quel momento fu così tanto, che non si può descrivere. Il giorno prima l'uomo stava benissimo.

Aveva chiamato l'ospedale inutilmente: Louis era morto.

E ora alcune lacrime solcano le sue guance, mentre si ricorda di tutto quello che hanno passato assieme.
La memoria delle loro risate e delle loro litigate non le permette di smettere di piangere.

Si ricorda di come lui le abbia stretto la mano il giorno del parto. Quel giorno nacque Stephen, la gioia della loro vita.

Si ricorda dei loro baci, delle loro carezze, delle coccole...
Oh, si ricorda anche di quando avevano fatto l'amore per la prima volta a quella festa.

Le ritorna alla mente il loro primo Natale, il loro matrimonio e le cene romantiche, le bollette, il lavoro, i problemi economici, le vacanze, i regali, le poesie, le sue frasi dolci ...

Tutto questo è impossibile da dimenticare. È invecchiata, sì, ma mai potrà scordarsi delle cose fatte insieme al suo Louis.

Il contatto con il marmo freddo della lapide la fa rabbrividire. Toglie la mano dalla pietra e tira fuori un fazzoletto rosa dalla tasca del grembiule. Si asciuga le lacrime e si alza lentamente.

È il momento.

Esco dal mio nascondiglio.

"Buon pomeriggio, Catherine" la saluto, sorridendo gentile.

Lei sussulta e si gira spaventata. Poi alza un sopracciglio confusa.

"E tu chi sei? Come fai a sapere il mio nome?".

Il mio viso le sembra familiare, ma non riesce ancora a capire chi sono.

"Sei davvero invecchiata" dico.

Catherine sospira.

"Lo so. Non giudicarmi per questo, ma non riesco proprio a metterti a fuoco. Non so chi sei .." sussurra.

Io rido leggermente. Sono passati davvero troppi anni.
Le prendo le mani con delicatezza.

"Qualcuno dice che so parlare con i morti".

Lei spalanca gli occhi e mi guarda sorpresa.

"Ileene?! Ma  ... ma sei giovane!".

Rido sottovoce.

"Oh, Catherine ...".

"È vero che parli con i morti?!" mi interrompe.

È davvero felice di vedermi, a quanto pare.

"Sì è tutto vero".

"Wow! Ma è una cosa fantastica!".

"Non cambierai mai" sussurro sorridendo.

Lei ride.

"È giunto il momento che tu venga con me" dico seria.

Catherine si sente subito un po' spaventata e smette di ridere.

"Sarà... doloroso?".

"No, promesso" affermo sincera.

La signora rivolge un ultimo sguardo alla lapide di Louis e sorride tra sé.

"Sono pronta" sorride.

Le stringo le mani e lei subito si sente leggera. Le sembra di avere la testa meno pesante.

Chiude gli occhi e si lascia andare. Io la afferro prima che cada a terra e stendo il corpo sull'erba delicatamente. La sua anima è ora libera da ogni catena.

Subito dopo, mi avvicino all'acacia e ammiro il tramonto.

Il mio lavoro sulla Terra è finito, ma prima di andarmene ci tengo a dirvi il mio nome per intero.

Mi chiamo Ileene Taman e sono la madre di Louis Bergum.

Invisible {Completata}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora