Capitolo 14

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Se è vero che senza la morte non può esistere la vita, allora troverete giusto ciò che accadde il 22 Febbraio 2006.

Era calata la notte, le strade erano ormai illuminate solo dai lampioni e la sorella maggiore di Louis Bergum, Mary, si era fermata fino a tardi a casa di alcuni amici.

Il loro padre, infatti, era appena uscito per andare a prenderla. Egli era un uomo molto fermo sulle sue idee e, un mese prima, si era rifiutato di far controllare la caldaia. Questa sua decisione era dovuta dal fatto che volesse risparmiare dei soldi. D'altronde, il controllo era stato fatto cinque mesi prima. Nulla sarebbe andato storto, giusto?

Il padre uscì di casa, lasciando moglie e figli a dormire. La loro famiglia era composta da cinque persone: lui, la sua amata, Mary, Louis e Greg.

La madre dormiva tranquilla nel letto matrimoniale. Sognava un episodio di quand'era giovane: suo marito che le regalava dei fiori a San Valentino.

Greg stringeva la mano di sua mamma nella sua più piccola e pronunciava qualche parola nel sonno.

Louis era in camera sua, assopito. Ci aveva messo un po' ad addormentarsi. Era agitato dal fatto che quel giorno ci sarebbe stata la sua festa di compleanno con i parenti. Era felice di compiere sei anni e di diventare più grande, cosa che, raggiunta l'età adulta, avrebbe preferito non accadesse. In futuro la vecchiaia gli avrebbe fatto paura, ma ai tempi era troppo presto per pensarci.

Di nuovo si svegliò e sospirò. Possibile che un po' di agitazione non lo facesse dormire?

Sentì uno strano odore. Si rizzò a sedere confuso.

Da dove proveniva quella puzza?

Si alzò veloce e corse in camera della madre. Gli dispiaceva doverla svegliare, ma quello che aveva annusato era un odore troppo strano, anche se familiare.

Ella sembrava così serena mentre dormiva, che Louis quasi soffrì quando aprì gli occhi.

"Mmh ... cosa c'è, Lou? Hai fatto un incubo?" sussurrò lei, la voce impastata dal sonno.

Louis scosse la testa e, in quel momento, anche sua madre sentì l'odore.

Lasciò la mano di Greg e si alzò. Il piccolo-all'epoca aveva solo quattro anni-aprì gli occhi. Aveva uno sguardo confuso. Non capiva perché sua madre si fosse alzata.

"Mamma... dormi con me ..." sussurrò in un lamento.

Lei, dispiaciuta, gli rimboccò le coperte amorevolmente e gli baciò la fronte. Il bambino si tranquillizzò e tornò a dormire. Si era accorto di Louis prima di chiudere gli occhi. Sospettava che il fratello volesse rubargli la mamma.

"Lou, aspettami qui" disse, lasciando un piccolo bacio sulla fronte anche a lui.

Così caldo e leggero, sembrò stamparsi sulla pelle del bambino.

Louis, da piccolo, era sempre stato molto cocciuto e, quando la sua mamma uscì dalla stanza e scese le scale, lui la seguì a ruota, fermandosi in cima alla scalinata.

Lei non si accorse del suo bambino.

"È odore di gas ... maledizione" sussurrò tra sé. Suo figlio iniziò a preoccuparsi e fece un passo indietro.

La donna afferrò la cornetta del telefono e digitò un numero. Louis scorse tre cifre.

Accadde tutto a rallentatore. Gli occhi di lei si incontrarono con quelli del suo bambino. Aprì la bocca. Non sapremo mai quel che stava per dire, se si stava per rivolgere a suo figlio o all'uomo dall'altra parte del telefono.

Un botto, un'esplosione. Una forza invisibile spinse Louis infondo al corridoio.

Quando realizzò quel che stava accadendo, si alzò dolorante da terra e corse in camera della madre. Greg piangeva spaventato con le mani a coprirgli il viso.

Louis lo afferrò per un polso e lo fece alzare.

"Dov'è la mamma?! Dov'è?!" urlò Greg con la sua voce da bambino.

Con coraggio e senza parlare, Louis condusse suo fratello al piano di sotto. La cucina era in fiamme, così come l'entrata e ... il corridoio che portava all'uscita sul retro.
Greg urlò di nuovo e Louis, disperato, cercò una via d'uscita con lo sguardo.

Il fumo iniziò a fare il suo effetto ed entrambi i bambini iniziarono a tossire.

Quando Lou notò la finestra poco lontana da loro, prese di nuovo coraggio e tirò il fratello con sé. Superarono alcuni punti in fiamme e giunsero alla loro via d'uscita.

Il più grande aprì la finestra e aiutò il fratellino a salire. Greg continuava a piangere disperato, ma le forze per saltare fuori non gli mancarono.

Prima di scavalcare il davanzale, Louis rivolse un ultimo sguardo dietro di sé.

Vide il corpo della madre disteso in un modo innaturale. Si trovava vicino a un tavolino rovesciato. I suoi occhi erano spalancati e a Lou sembravano lucidi, di vetro.
Del sangue colava dalla sua tempia sinistra e la bocca, semiaperta, esprimeva un'espressione di terrore.

Della polvere sporcava il suo viso, che agli occhi di suo figlio era parso sempre bellissimo. Era la mamma più bella del mondo, la sua.
Si vantava con i suoi amici di quanto lo fosse e finivano sempre per litigare.

Si ricordò del bacio della buonanotte, senza di quello non riusciva mai a dormire. Provò un dolore immenso, quando capì che quello che aveva ricevuto la sera prima era stato l'ultimo. Non sarebbe più riuscito a dormire?

Gli tornarono alla memoria i suoi abbracci, il solletico, i suoi 'ti voglio bene'.

Non ci pensò due volte ad afferrare una foto incorniciata trovata a terra. Il vetro era rotto e l'immagine era tutta impolverata. Rappresentava la loro famiglia al completo.

Gli scese una lacrima.

"Addio, mamma".

Invisible {Completata}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora