Capitolo 13

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Da piccola ho sempre ricevuto tantissimi regali. Mi ricordo che ai tempi i pacchi erano di grandi dimensioni. Con il passare degli anni si sono magicamente ristretti. Che ingiustizia, davvero.

Mamma apre quello che le ho fatto io e sembra felice di quello che le ho donato. Le ho preso una piastra per capelli, visto che la sua si è rotta. Ho utilizzato i soldi che ho risparmiato durante l'anno.

"Grazie, tesoro mio".

Mi stupisco, quando le scende una lacrima. Non è proprio un regalo da commozione, almeno secondo me.

Fissa l'oggetto e mi sembra di scorgere un velo sottile di malinconia nei suoi occhi.

"Signora, i fiori che le ho portato io sono più belli. Doveva piangere per quelli" dice Francesco e riesce nel suo intento. Infatti, mia madre ride e io sono felice di vederla sorridere.

Penso che le faccia bene avere della gioventù intorno.

Porgo il mio pacchetto a Francesco. Lui mi ha regalato un peluche coccoloso. Adoro i pupazzi: il mio letto è pieno di orsacchiotti di quand'ero piccola.

Esulta, tirando fuori dal pacchetto un buono per comprarsi dei videogames.

"Kate, sei una grande. La mia stima verso di te non può che aumentare!" esclama.

E mentre Francesco si vanta di potersi finalmente comprare un certo gioco appena uscito, io guardo Louis. Mi sento in colpa perché non ho nessun regalo per lui.

"Lou ... non sapevo che saresti venuto. Non ho ..".

"Non importa" mi interrompe, "È già un grande regalo il fatto che mi abbiate ospitato qui da voi".

Io gli sorrido, anche se dentro di me mi sento in colpa comunque.
Deve essere un orribile sensazione stare a guardare gli altri che scartano i regali, mentre tu non hai ricevuto niente.

Tiro fuori dal pacchetto una collana semplice, dorata. In un corsivo elegante, il nome di Catherine è inciso su un ciondolo a forma di cuore.
Lou mi sembra un po' imbarazzato. Trovo che il suo regalo sia particolarmente adorabile e lo indosso subito. Faccio un po' di fatica a trovare il gancetto, ma alla fine riesco a mettermela.

"Emh ... ti piace?" chiede timidamente.

"È bellissima, grazie!".

Mi alzo dalla poltrona e lo stringo in un abbraccio affettuoso.
Subito lui non ricambia, evidentemente sorpreso dalla mia reazione. Solo dopo qualche secondo, le sue braccia circondano il mio corpo. Soltanto ora mi rendo conto di quanto sia piacevole il contatto con la sua pelle, così calda.

È così maledettamente confortante stare in questa posizione ... oh, cavolo, ma cosa penso? Mi stacco imbarazzata e torno a sedermi. Incontro lo sguardo furente di Francesco, che incrocia le braccia.

Che sia ... geloso? Perché dovrebbe? In teoria io e Louis non siamo neanche amici.

Certo.

Be', ci comportiamo come se lo fossimo, ma Lou continua a dirmi il contrario.

Qualche giorno fa, prima delle vacanze natalizie, il mio 'non amico' si è dimenticato i soldi per prendersi da mangiare alle macchinette. Quando gli ho chiesto se voleva che glieli prestassi, aveva risposto:"No, non siamo amici. Perché dovresti?".

Mi manda davvero in confusione il suo comportamento.

Sentiamo dei botti all'esterno. Io subito mi spavento.

"Sono spari?" chiedo spaventata.

Francesco ride in modo sarcastico. È davvero arrabbiato, mi sa.

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