Capitolo 8

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"Ci verrai lo stesso alla festa con me domani sera?" mi chiede Francesco al telefono.

"Perché non dovrei?".

Lui sospira, poi lo sento ridere leggermente.

"Che stupido che sono, perdonami".

"Posso ... farti una domanda?" chiedo.

"S-sì".

Perché balbetta?

"Cosa stava per dire Louis oggi?".

Non risponde. Il silenzio dall'altra parte del telefono è quasi assordante. Non capisco cosa mi voglia nascondere ...

"Fra ..?".

"Ci sono".

"Non vuoi rispondere?".

"Non posso, mi dispiace".

Sospiro.

"Va bene, se non ti va di parlarne ... non sei obbligato, ecco".

In seguito alla domanda, parliamo di un po' di tutto, senza più toccare l'argomento. Francesco si comporta come al solito e quasi mi dimentico di ciò che è accaduto stamattina.

Riattacco dopo un'ora e mezza. Per fortuna ho i minuti gratis.

Improvvisamente, passi veloci attraversano il corridoio fuori dalla mia camera. Mi alzo ed esco per vedere che cosa succede: la porta del bagno è socchiusa.

Mi avvicino con cautela e la apro lentamente. Mia madre è inginocchiata davanti alla tazza del water e osserva l'interno del gabinetto, continuando a deglutire.

La sensazione di panico che mi assale è troppa. Quando mi vengono degli attacchi, mia madre è sempre pronta a tranquillizzarmi ma, questa volta, sarò io a dovermi occupare di lei. Chiudo gli occhi e faccio un respiro profondo, mentre mia madre rigetta il pranzo. Devo calmarmi.

Stacco la spina e conto fino a dieci. Me l'ha insegnato proprio lei, la donna che mi ha cresciuta. Quando riapro gli occhi, realizzo che cosa sta succedendo.

Mia mamma è ora davanti al lavandino e si sta sciacquando la bocca. Il mio fastidioso attacco di panico ha impedito che io l'aiutassi. Che cosa ho fatto per lei? Sono diventata uno spettatore.

"M-mamma.. stai bene?" chiedo a bassa voce. Sembra che essa se ne sia andata insieme con il coraggio.

Lei mi guarda e sorride dolcemente. Si avvicina e mi stringe tra le sue braccia, più forte del solito.

"È solo un po' di influenza, Kate. Tranquilla, okay?".

Lei sa che cosa mi è successo, mentre vomitava. È una brava donna: non se l'è presa perché non ho reagito.
Annuisco piano. Mia madre mi accarezza dolcemente la schiena.

"Ti va di guardare un film? Stiamo insieme stasera" sorride.

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La sera della festa ci mette molto ad arrivare.

Ci vuole sempre molto tempo, prima che giunga quello che stai aspettando impazientemente.

Continuo a guardarmi allo specchio e a sistemare ogni minima pieghetta del mio vestito. È nero e mi arriva fin sotto al ginocchio.

"Stai benissimo, tesoro" dice mia madre con sincerità.

Sussulto, quando sento il campanello suonare.
Lei si alza e va ad aprire, mentre io mi infilo il giaccone e indosso i tacchi. Sarà un'impresa scendere le scale.

Infatti, qualche volta rischio di inciampare. Per fortuna Francesco sta parlando amichevolmente con mia madre e non si accorge subito del mio arrivo.

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