Capitolo 11

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La sera dopo.

Mi ha appena chiamato la mia ex. Mi sono incazzato come pochi. Ho un sacco di casino in testa. Sono seduto fuori al balcone. Mi rilasso. Con la vicina niente, non ci siamo più visti da ieri pomeriggio.
Sento profumo di fettine panate proveniente dal balcone a fianco.
Annuso bene l'aria e mi accorgo che c'è anche odore di supplì mischiato. Mi brontola lo stomaco e me lo tengo con la mano. Sbuffo. Sta buono, shhh.
"Che vita di merda!" Sospiro.
Ho fame e sono stufo di stare qua. Dopo una settimana poi, figuriamoci che ci devo stare minimo un anno. Io scappo.
"Camilla" la chiamo.
"È?!"
"Cucini?!" Chiedo.
"Si"
"Me ne dai una!?"
"Di cosa?" Chiede.
"Di fettina"
"Ma che c'hai il naso come i cani?" Mi dice.
"Dai mi brontola lo stomaco"
Silenzio. Dopo poco lei esce con un piatto di plastica e una fettina. Mi da il piatto e rientra. Mangio. È finita subito, porco Giuda. Manco un pezzetto di pane. Uff. Salto di la e gli porto il piatto. Ieri due palle con sto piatto.
"Questo è tuo" dico. Mi brontola ancora lo stomaco. Che figura di merda.
"Non li lavo quelli, sono di plastica, buttalo" mi dice. Beh in effetti. Cazzo la fame gioca brutti scherzi.
Guardo nel suo piatto. Oltre i supplì ci sono anche le olive ascolane. E le crocchette. Non mi ero sbagliato. Il mio fiuto infallibile vA me mica me lo ha portato un supplì. Butto il mio piatto e lei sventola sopra il suo per far gelare il supplì. Ma a me arriva più odore. Mi sbranerei tutto. Ho la bava alla bocca.
"Vuoi un supplì?!" Mi chiede.
"Si grazie" dico.
"Compratelo" sorride e si mangia il supplì e ci rimango di merda. Ma guarda che stronza. Io ho fame!
"Già che sei in piedi, mi prendi la maionese per favore?" Mi chiede.
Stai calmo Manolas. Gliela prendo e gliela porto nella speranza che mi dia una crocchetta o un supplì. Lei mangia come se niente fosse.
"Vabbe ti lascio mangiare"
"No dai siediti, fammi compagnia" mi dice e mi indica la sedia.
Io l'ho capito che vuole prendermi per il culo, ma nonostante questo mi siedo e rimango nella speranza che sia piena e lasci qualcosa anche a me. Mi guarda.
"Mh!?" Chiedo.
"Niente non ti posso guardare?!" Mi chiede.
Annuisco poi esordisce con: "Sono piena, sta roba la butto!"
"Che cosa?? Ma che butti, me la msngio io!" Sbotto.
Guardo il piatto, ha lasciato la metà di quello che ci stava. È peccato sprecarla.
"Tie basta che poi lavi i piatti" mi dice e mi passa il piatto ed io mi strafogo.
"Se io non so capace"
"Ti impari!" Mi dice.
"No, non l'ho mai fatte ste cose!"
"Ti impari!" Ribatte.
"Sono di plastica"
"Quelli di la no!" Dice.
Viene di la e mi toglie il piatto.
"Ei devo finire" dico borbottando.
"No non sei capace!"
"A mangiare si!" Mi riprendo il piatto e mi finisco il cibo.
Mette tutto in questo di plastica e va a lavare i piatti mentre io mi ustiono la bocca con le mozzarelline.
"Ah se non ci fossi io!" Dice.
Mi alzo e butto il piatto. Lei è appoggiata alla credenza.
"Sembri una scimmia. Sei dispettoso, brutto, rompi palle e peloso come una scimmia!" Mi dice.
"Ma che dici! Non é vero! Poi sono io che ti insulto eh" dico incrociando le braccia.
"Ho le noccioline per farti stare buono"
"La smetti?"
"Se non ti sta bene la finestra è quella!" Me la indica.
Ormai la porta non si usa più l'ha capito pure lei. Ci sediamo al tavolo e si accende una sigaretta e mi sputa il fumo in faccia.
"Dai che schifo" tossisco e mi sventoli. Lei ride "Perchè ridi?!"
"Sei buffo.."
Mi inizia a prendere in giro per come mi vesto. Dice che mi vesto come Arlecchino e sembro Fantozzi.
"Come sei simpatica, lavori a Zelig?!" Chiedo.
"No vado a scuola"
"Ancora, università?!"
"No, liceo" risponde.
Mi guarda come per prendermi per il culo.
"Ammazza, ti danno il posto da bidella mo"
"No trovo un polletto, tipo te e faccio la mantenuta" mi dice con un sorriso beffardo "Comunque non veni più qua che poi non te ne vai più!"
"Mica ti stupro"
"Ah beh! Le vorresti fare le zozzate con me eh!" Mi dice maliziosa.
"Se, se" dico.
"Sei un porco, si vede!"
"Ho doti nascoste" modestamente.
"Ecco Siffredi greco!" Scoppia a ridere.
"Puoi dirlo forte" dico.
"Quanto è che non fai sesso!?" Mi chiede.
"Un mesetto"
"Ti credo sei nervoso allora"
"Fosse solo per quello" penso a alta voce.
"Ma trovati qualcuna, magari ti sfoghi. Ah ma con sto carattere ti credo che non ti vuole nessuna"
Lei vuole provocarmi perchè in casa si è alzata un'aria diversa e non solo quella. Rimane in top. La spizzo un po', guardare è umano.
"Prima m'hai guardato poco il culo, eh"
"So uomo, guardo" dico e sinceramente non mi ricordo di averla spizzata bene.
"Peró so brutta" lo ridice.
"Te l'ho detto solo perchè almeno stavi zitta" ammetto.
"Uhm si certo. Mi stai spogliando con gli occhi" mi dice.
"Meglio con gli occhi che se te prendo sto secondo ti sbatto come un tappeto persiano." Dico. L'aria è cambiatissima, sisi.
Non so chw mi è preso. Non ragiono più. Lei scoppia a ridere.
"Non sfidarmi" dico.
"Prima mi disprezzi poi mi vuoi sbattere!"
M'ha fregato. Ma non se rifiuta mai una scopata.
"Da quando sei arrivato non ti è andata bene una cosa di me"
"Non è vero!" Dico.
"Si certo mo perchè sei ingrifato sono la migliore, ma a mentr lucida no!" Mu dice.
"Non è vero. Non ti conosco. Non so niente di te. Ti stuzzico perchè alla fine un po' mi diverti e lascio i cazzi miei per mezz'ora!" Ammetto.
"Ah un po' ti diverti.." Sorrisetto da stronza.
"Un po"
"Vabbe dai io vado a prepararmi che tra poco vado a ballare ru vai al locale?" mi dice e dopo una mezz'ora che si muove provocandomi in modo secy si alza.
"Non penso"
"Eh ma io devo andare"
"Quando vai via me ne vado" dico.
"Ti sei affezionato?!" Mi chiede ridendo e sfiorandomi il braccio con le unghie. Brivido collegato alla pistola.
"Non mi affeziono. Non ho un cuore, io."
"Allora che fai qua!?" Mi chiede.
"Conosco solo te qua, siamo vicini"
Si sposta e si mette seduta sul divano.
"Mesa che sto a casa. Vieni pure tu o esci?!" Sbadiglia.
"No non esco"
"Anche perchè dove vai così?!" Mi indica ridendo la mia pistola che ha preso forma.
"Ehm" metto le mani davanti e mi siedo sul divano.
Appoggia le gambe sulle mie e mi guarda.
"Comoda?" Chiedo.
"Si e poi se mi fai i massaggi è meglio"
"Non faccio le coccole" dico. Non sono tipo. Sbuffa.
"Mamma mia, io peggio non lo potevo trovare! Ma come si fa!"
Mi da una cuscinata.
"Te fermi!?"
Si tira su a sedere e si avvicina con la testa alla spalla mia.
"Io ti ho inquadrato già. Non ti conosco, ma ho capito come sei" mi dice con voce sensuale.
"E come sono?" Chiedo.
"Burbero, permaloso, stronzo, acido e goffo. Pero sei anche buono.. Non staresti qua" Mi dice.
"Non sono buono. Sto qua perchè non penso ai miei problemi." Dico.
"Mi usi come anti stress?!" Mi chiede.
"Mh"
Cosa vuole fare?? Un attimo mi sbrana, un attimo è così.. Che ha che non va??
"Ti sono utile.. Peró non te la do uguale!" Si tira su e si risdraia. Rimango come uno scemo. Ma questa è matta!
Mi appiggio con la testa al divano.
"Vuoi le coccole??" Non mi da tempo di rispondere che mi prende per la maglietta e mi tira un po' verso di lei e mi fa un po' di grattini.
"Goditele perchè non capiterà mai più"
La guardo confuso. Io con questa non ci sto capendo niente. Prima è acida, poi mi prende in giro, poi non si sa!
"Che è sta faccia?" Mi chiede.
"Non ce sto a capì niente" ammetto.
Lei ride. Me lo sta facendo apposta. Vuole vedermi cedere, ma non lo faró. La pistola resterà nella sua fodera. Continua a farmi le coccole e grattini vari. È eccitante ma devo contenermi. Pensa alla nonna Kostas, alla nonna decrepita.
"Ho sonno.. Domani alle sei suona la sveglia" mi dice.
"Allora... Ti lascio dormire" mi alzo ma la pistola mi tradisce. Vedo la sua faccia soddisfatta.
"Non fare casino stasera. Grazie per la compagnia, buonanotte!" Mi dice.
"Di niente, buona notte" rispondo e vado a scavalcare dal balcone di corsa. Mi metto a letto e ogni tanto sbuffo alzando le coperte e vedendo sto coso dritto che non ho potuto controllare.
Andró al manicomio.

Improvvisamente, tu.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora