Un Natale da Tiffany
Sta per arrivare Natale e noi ancora dobbiamo fare l'albero. É il nostro primo Natale insieme e voglio che sia perfetto sotto ogni aspetto. Mi sono sempre chiesta come sarebbe stato un Natale con il ragazzo che ami, beh io credo che sará meraviglioso.
Fatto sta che Kostas non ci prende verso ad accompagnarmi a comprare le decorazioni natalizie. Ceh io voglio addobbare per forza, quindi sono andata con mia madre in centro a cercare albero e decorazioni. Lo voglio bello, unico. Deve essere speciale.
Abbiamo girato tutta la mattina, pranzato fuori e continuato lo shopping natalizio finche non abbiamo trovato quello giusto. Mi sono innamorata dal primo momento di un abete bianco. A me le cose tradizionali non piacciono. Sono un po' folle, ma questo si sapeva.
Non vi dico che casino per farlo entrare in macchina!! Siamo dovute tornare col bagagliaio aperto! Un freddo cane per fortuna non pioveva!
Arrivo a casa e suono a Kostas per farmi dare una mano.
"Chi è?" Risponde al citofono.
"Sto cazzo!! Chi dovrebbe essere, mh?! Aspettavi altro?"
"Ma che aspettavo! Ti sei dimenticata le chiavi?!" Mi chiede. Quanto è stupido.
"Scendi e aiutami!!" Sbuffo.
Inizio a tirar fuori gli scatoloni con le decorazioni finchè lui non scende.
"L'albero!" Glielo indico mentre mi bacia.
"Ah ammazza. Un po più grosso non c'era?!" Mi chiede.
"Non iniziare eh!" Dico dandogli una spintarella. "Dai portiamolo su!" Lo incito e lui se lo carica sulla.
"Sta attento eh che lo stusci contro il muro!" Saliamo.
"Con me devi stare tranquilla, donna mh" mi dice.
Entriamo a casa e lui lo mette per terra.
"No dai si sporca, mettilo dritto!"
"Guarda che è sempre dritto!" Mi dice malizioso.
"E dai stupido! Sempre a fare lo zozzone! Mo viene Natale e ancora dobbiamo fare l'albero! Occhio a quella scatola, sono delicate!!" Dico indicando la scatola con scritto "fraglie".
"Ufff. Va bene dove lo metto?! Io avrei una mezza idea!" Mi dice.
"Al centro in salotto!" Dico facendo spazio.
"Io pensavo altro.."
"Daiii!" Scoppio a ridere e lui sistema l'albero al centro. Lo apre e adesso ci rimane solo da decorarlo.
"Che palle ci mettiamo?" Mi chiede.
"Le tue se non fai il bravo" rispondo e lui si tocca i gioielli.
"Eh no eh!!! Mi servono devo fare un mini Manolas!" Sbotta e rido lui non sa che il mini Manolas giá sta crescendo dentro di me.
"Allora con queste!" Apro la scatola e tiro fuori le palline dell'albero verde tiffany, le ho comprate al negozio. Le ho pagate un occhio della testa ma mi sono innamorata al primo sguardo.
"Ti piacciono?!" Gli chiedo.
"Ma non sono poche?!" Guarda nella scatola. "Si comunque sono bellissime!"
"So bellissime si, quattromila euro, vedi un po' di essere brutte!" Dico.
"Che cosa??? Quattromila euro?? Ma sei impazzita???" Mi dice sbiancando.
"Guarda che li valgono tutti!! Tie come sono belle. Fanno proprio figura!" Dico attaccandone due.
"No vabbe!! Sei pallette quattromila euro?? Ma dai Camilla che ti sei fatta abbibdolare???" Sbotta.
"Madonna quanto sei tirchio Ko! Che palle!" Dico sbuffando e piano piano inizio a riempire l'albero.
"Ma non è essere tirchi ma Cami ti hanno fregato ceh!"
"Ma quale fregato oh! Sono di Tiffany abbello!! Anzi pure poco le ho pagate!" Dico mettendo i fili.
"Quattromila euro sei palline.." borbotta.
"Guarda che sono dodici!" Lo correggo.
"Ma è uguale! Quattromila euro sono tanti cazzo!" Risponde lui.
"E dai stai a fa il tirchio. È Natale spendiamo! Forza aiutami!" Gli passo una pallina e lui si avvicina attaccandola all'albero. "Mettilo tu il puntale, che non ci arrivo!"
"Per forza sei una nanetta!" Lo mette.
"Ei sono un Minion io!" Gli do una bottarella sulle costole.
"Aia ei mh!" Dice e mi mette il filo brillantinoso argento addosso uso sciarpa "tie mo sei un Minion addobbato!"
"La smetti?!?! Va sull'albero questo!"
"Perchè non hai comprato sei mila euro di fili di Chanel??" Mi chiede sarcastico.
"No non le ho trovate, sennó le compravo!!" Dico sbuffando "Che palle Ko mh"
"E dai sto scherzando!" Mi da una culatina. "Dammi un bacio, forza!" Mi tira a lui.
"Te lo meriti??"
"Certo che si ho portato su l'albero!" Dice avvicinandosi per farsi baciare.
Gli do una pizzetta sulla guancia poi lo bacio. Lui mi stringe a se. Non mi sembra vero che finalmente dopo tanto tempo ho incontrato una persona con cui sto bene, non mi fa mancare nulla e sto in pace col mondo. Lo amo, non ho mai amato un uomo così tanto in vita mia. È una fortuna che quel giorno a Trigoria all'uscita dell'allenamento, lui mi abbia tamponato la macchina.
É sceso bestemmiando dall'auto. Non ho avuto modo di dirgli niente perchè lui non mi ha notata subito. Era preso con la macchina. Ma io si, io lo avevo notato. Il mio prototipo di ragazzo, alto, non un fisico invidiabile, strano, a volte stupido, burbero, stronzo ma a volte dolce. Un mix di pregi e difetti. Lo conoscevo già. Prima ancora di incontrarlo. Lui fece il CID scrivendo tutti i miei dati e il nio numero di cellulare. Poi senza salutare risalì in macchina e se ne andó. Passarono giorni ad aspettare una sua chiamata o un messaggio. Non doveva farlo per forza ma non so perchè lo aspettavo. E proprio in un freddo pomeriggio di Dicembre, prima di Natale lui mi chiamó. Mi disse se potevamo vederci per un caffè in cui mi chiese scusa per come non mi si era filata per niente. Mi disse che ero bella con un po di fatica. Adoro quando mi dice le cose perchè non dicendomele spesso, anzi di rado, io capisco che è vero. Le pensa sul serio. Non è un tipo sentimentale o di molto complimenti. Ma quando lo fa io mi sciolgo completamente. Ci siamo messi insieme il 19 dicembre. Esattamente un anno fa.
Quando ci stacchiamo lui sorride.
"Certo peró quattro mila euro di pallette potevi evitare!" Mi dice. E si becca uno schiaffo sul braccio.
"Senti a parte gli scherzi. Il mio regalo di Natale te lo do adesso!" Mi dice.
"Ma l'albero.."
"No dopo!" Mi dice prendendomi la mano. "Tanto manca poco a Natale.." annuisco.
"Sposami" mi dice.
"No" rispondo seria.
"Come no?"
"Vuoi sposarmi?" Chiedo confusa.
"Sì"
"attaccati" rido.
"Vaffanculo"
"Va bene sposiamoci"
"No adesso non voglio più" dice infastidito mentre sorrido.
"Visto? Ti mettevo alla prova! Chiedimelo di nuovo"
"Vuoi sposarmi?"
"Resterai sveglio con me quando di notte non riuscirò a dormire?" Chiedo.
"Sì"
"Mi lascerai guardare i cartoni animati?"
"Li guarderò con te"
"Mi sopporterai quando mi arrabbierò perché premi il dentifricio dal centro?"
"Sì. Ma continuerò a premerlo dal centro" risponde aistemandosi i capelli.
"Quando sarò di buon umore e saltellerò in giro per casa come una stupida sarai felice con me?"
"Ti dirò che sei scema, ma sarò più felice di te"
"E quando sarò triste?"
"Ti farò ridere"
"Mi dirai sempre tutto anche le cose più insignificanti?"
"Niente è insignificante"
"Mi aiuterai a scegliere i vestiti?"
"Va bene"
"Tu mi ami?" Chiedo.
"Sì"
"Perché?"
"Perché sì"
"E mi amerai anche domani?"
"Sì"
"E anche il giorno dopo?"
"Sì"
"Chiedimelo di nuovo"
"Vuoi sposarmi?" Mi richiede
"Voglio sposarti!" Rispondo non aprendo nemmeno la scatoliba che mi porge ma gli salto in braccio baciandolo. L'ho fatto penare un po, ma avevo già deciso. Era sempre un si. Sempre si per lui.••••
Ha detto si, diventerà mia moglie.
Ho capito di essere completamente cotto di lei quando iniziai a non vederla più nel suo complesso di occhi neri, pelle scura, quei capelli mio Dio, quei capelli che ti veniva voglia di suonarli come un'arpa, e io ho suonato solo il flauto in prima media, eppure sono sicuro che sarebbe venuta comunque fuori la canzone del secolo.
L'ho capito quando l'ho vista mangiare le patatine di Queens senza bastoncino, impiastricciandosi le dita di salsa al curry, che poi mi incrociava mentre la guardavo e quasi si vergognava, e faceva una faccia tipo "che ci vuoi fare."
L'ho capito quando andava a tempo con il ritornello di "Elevation" degli U2, tirava giù il finestrino, buttava la testa di fuori e gridava "E-LE-VA-TION!" e poi tutti e due "uuuuuh! uuuuuh!".
L'ho capito quando la mattina presto aveva il viso gonfio e stizzito, con i capelli alla cazzo, si tirava su a sedere sul letto e poi crollava di nuovo all'indietro con un'espressione tipo sul punto di piangere. Quando mangiava i Pan di Stelle a tre a tre, nel latte col nesquik, e anche quando ci metteva tre ore per scegliere una pizza e alla fine prendeva sempre e comunque bufala e pachino.
E non mi chiedeva un pezzo della mia.
Quando mi faceva assaggiare il sugo soffiando prima sul mestolo.
Ho capito che ero totalmente fuori di testa per lei quando si ricordava sempre di portare i racchettoni quando andavamo al mare, e quando mi aiutava a tirare su l'ombrellone. Quando uno di noi due aveva un successo, un episodio straordinario e allora cinque, pugnetto e spallata, come i giocatori NBA, che una volta la sono dovuta andare a recuperare a Pietralata.
In realtà lo capii anche quella sera, in quel pub coi tavoli di legno chiaro e i nachos col formaggio, quando decidemmo di contrastare la corruzione politica e la guerra tra nazioni, il razzismo e le dittature, e quindi ci baciammo.
Lei è la mia metà anche se mi ha speso quattro mila euro di palline di Tiffany. Lei sì, è la mia unica metà. E con questo non posso che augurarmi altri mille Natali così, ma questo. Questo è il migliore della mia vita.
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Improvvisamente, tu.
FanfictionNon esisteva logica nel loro rapporto. Questi si desideravano di brutto. Si guardavano come se dovessero scoparsi da un momento all'altro poi peró aprivano bocca e si finiva per litigare. Erano talmente incompatibili, credo si stessero anche sul caz...