1. MILANO

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Milano è una città difficile.

Tutti hanno l'aria di essere molto soli e, si sa, la solitudine mette addosso una gran fretta.

Milano è una città difficile e nessuno concede sconti di alcun genere.

Il primo impatto quando mi trasferii fu di antipatia reciproca, come mi accade spesso con quelle persone che per certi versi mi assomigliano un po' troppo. Sì perché in fondo, io assomiglio a questa città: riservata, affamata di tutto, spesso scontrosa. Durante il primo periodo ci fissammo in cagnesco, aspettando che una delle due facesse la prima mossa.

Poi, come spesso accade nei i rapporti burrascosi, la situazione si risollevò con l'intervento di un esterno.

Conobbi Laila, un' iraniana con gli occhi neri e i capelli perennemente in disordine. Aveva dieci anni più di me, una sincera e materna consapevolezza, cristallizzata in un corpo da ragazzina, e il sorriso più aperto e sincero che avessi mai visto. Non era bella ma dotata della grazia che le derivava da una cultura lontana e millenaria, fatta di caldo e fatalismo. Con la sua dolcezza mi presentò nuovamente alla città.

Lei, che viveva nella metropoli da anni, ma in un certo senso era più straniera di me, aveva imparato da tempo a trovare la sua cittadinanza negli occhi delle persone che amava. Mi mostrò la sua Milano, fatta di passi, respiri e di musica.

Mi portò prima di tutto nei parchi, poi a Brera, dove senza il bisogno di alzare lo sguardo da terra mi innamorai. Mi invaghii perdutamente di quei ciottoli tondi e irregolari che raccontavano di artisti e poeti, che li avevano solcati con l'andatura incerta di chi deve prestare attenzione al percorso. Mi sedusse quella strada dal tempo sospeso, eccezione commovente che non concede la velocità in una città guidata dalla frenesia.

Mi ero trasferita a Milano per studiare architettura e capire il mondo, che poi sono un po' la stessa cosa.

"A Milano ci sono più possibilità", dicevo a tutti, senza conoscere veramente il senso delle mie parole.

"Milano è la città dove si va per far succedere le cose", tentò poi di spiegarmi Laila con la sua saggezza da viaggiatrice.

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