E siamo al decimo capitolo. Vorrei approfittare del numero tondo per ringraziare Ghost_Writer__ e VincentSantino perché sono i miei primi e più solerti lettori, SiamoFattiDiSogni03 per la bella recensione e agathabrioches che, anche se arrivata da poco, sento un po' di conoscere =)
Nel tardo pomeriggio mi sottrassi agli impegni accademici per dedicarmi al freddo. Il rigore asettico di un tramonto invernale è il miglior anestetico sulla terra. Andai nel parco vicino casa e feci in modo che l'unico frastuono a riempire la testa e il petto fosse lo sfiancamento ritmico della corsa. Funzionò.
Salutai mentalmente gli avventori abituali del parco, amici silenziosi che avevo imparato a riconoscere e con cui intrattenevo amabili conversazioni immaginarie.
C'era il ragazzo dai tratti orientali, alto e prestante. Veniva sempre vestito di tutto punto e, a corredo della sua eleganza, portava un bauletto firmato da cui sbucavano regolarmente le testoline tremanti di due chiwawa.C'era la coppia di pensionati, che passeggiavano tenendosi la mano, e forse quell'intreccio era l'unica cosa che permetteva loro di rimanere in piedi.
C'era la ragazza-elfo, un esserino scuro e spigoloso che con ogni probabilità pesava la metà del suo cane, un alano indolente dai riflessi blu a cui lei si attaccava con convinzione. Non ho mai capito chi dei due portasse a spasso l'altro.
Poi c'era il clochard che ritrovavo sempre sulla stessa panchina, seduto composto, con i pochi averi ordinatamente disposti ai suoi piedi. Leggeva, leggeva sempre, e non sono mai riuscita a spiare il titolo di quel libro, ogni giorno lo stesso, ma avrei tanto voluto saperlo, perché su nessun viso in vita mia ho mai visto così manifesta e luminosa, la beatitudine.
Tornai a casa stanca e libera. Le endorfine dello sforzo relegavano le turbe della mattina e del giorno precedente solo a un brutto sogno. Nel riacquistare la mia lucidità abituale avevo deciso che, basta, nessun uomo valeva quella tensione costante. Se non riuscivo a vivere la situazione con serenità (che fosse per colpa mia, sua o di entrambi non contava) vaffanculo, non l'avrei vissuta affatto...
E' veramente incredibile l'accuratezza dei processi neuronali che si attivano nella testa di una persona orgogliosa quando deve mascherare da risolutezza, la propria vigliaccheria.
La ritrovata sicurezza ebbe la durata record di circa venti secondi.
Sullo schermo del cellulare lampeggiava il suo nome. Cazzo.Vidi il mio arto che, senza interpellare il cervello, prendeva il telefonino, schiacciava il tasto 'richiama' e lo accostava all'orecchio.
. . . La coerenza prima di tutto.
L'attesa durò a stento uno squillo.
-Buonasera.
-...Ciao.
-Ho comprato la tisana al finocchio. Vieni?.. Parliamo.
Riuscivo a vederlo, il suo sorriso, questa volta conciliante, che si distendeva all'ultima parola.
Pausa.-Ok arrivo- Riagganciai.
La coerenza prima di tutto.
Mi preparai con cura, senza fronzoli, com'era mia consuetudine, ma dedicando tutta l'attenzione di cui ero capace a una pulita e sincera semplicità. Prima di uscire, mi concessi una seconda spruzzata di profumo dietro l'orecchio ....'non si sa mai'. Afferrai le chiavi di casa e mi chiusi alle spalle la porta.
La coerenza prima di tutto.
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Terminal
RomanceUn pezzo di vita, pensieri e sensazioni senza filtri. Una storia d'amore, un pianista eccentrico. Una Milano affascinante e rivelatrice.