Un pomeriggio, mentre passeggiavamo in centro, Aydin mi chiese:
-Dimmi una frase senza senso.
Gli risposi con uno sguardo interrogativo.-Massì dai! Una frase senza senso- ripeté.
Di questi scambi sconclusionati erano costellate le nostre conversazioni.
Provai ad accontentarlo.
Vuoto.
Possibile?-Il Duomo scotta- dissi osservando la Madunina che si bagnava della luce limpida e rotonda del pomeriggio.
-Non vale. Niente riferimenti, svuota la mente- ribatté lui intercettandola direzione dei miei occhi.
-...
-La vasca è senza coperta- mi diede una dimostrazione constatando la mia reticenza.
-Il comodino è crollato- risposi piccata.
-Ecco, ora ci sei
Mi ci era voluto un certo sforzo per partorire quella perla.
Possibile avessi già la mente così ingombra da non riuscire per un attimo a fare spazio, e lasciare che un'unica goccia si infrangesse sulla superficie dei miei pensieri a generare cerchi concentrici di immagini casuali? Possibile che la mia realtà fosse già stata assicurata in rigide conformazioni, contro qualsiasi moto ondivago dato dalle variazioni delle circostanze?Non lo sapevo, ad ogni modo, stando vicino a lui mi sentivo un po' come un bambino che viene gettato in acqua, e mentre annaspa fra i flutti inveendo contro la severità del suo maestro, si accorge che ha imparato a nuotare.
Certo è che se anche avessi provato a tendergli una mano per trarmi d'impaccio, avevo la spiacevole sensazione che mi avrebbe più probabilmente annegato in via definitiva.
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Terminal
RomanceUn pezzo di vita, pensieri e sensazioni senza filtri. Una storia d'amore, un pianista eccentrico. Una Milano affascinante e rivelatrice.