Era pomeriggio.
Per gioco provavamo a immaginare dove sarebbe potuto tenersi il suo prossimo concerto. La mia proposta era subito ricaduta su Villa Adriana, il parco archeologico vicino Roma, nonché uno dei luoghi più poetici che avessi visto in vita mia. Lo vedevo davanti ai miei occhi, il pianoforte riflesso nello specchio d'acqua immobile del Canopo, illuminato dalla luna e benedetto dalle maestose volte di memoria imperiale, che il tempo aveva spogliato di ogni finzione.Ma lui aveva lo sguardo diretto verso un altro continente, vedevo l'oceano nei suoi pensieri.
Sapevo di dovermi preparare a lasciarlo andare.Era in momenti come questo che mi prendeva la lucida consapevolezza della follia che avevo commesso nel dargli quello spazio smisurato nella mia vita. Sapevo che prima o poi l'avrei pagata cara. Eppure, quando si trattava di Aydin, vantavo la stessa ragionevolezza di un disperato che, per sfuggire a un incendio, si lancia nel vuoto dal sesto piano.
Lui era esattamente così per me: inevitabile.
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Terminal
RomanceUn pezzo di vita, pensieri e sensazioni senza filtri. Una storia d'amore, un pianista eccentrico. Una Milano affascinante e rivelatrice.