~Capitolo 5~

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Sento dei passi.

Apro gli occhi ma non vedo molto bene, so per certo che qualcuno mi stia portando in braccio.

Una porta grigia con una piccola griglia che sporge da essa viene aperta.

Il mio corpo viene sbattuto sul pavimento freddo come un polpo sullo scoglio.

"Ehi chiudi bene la cella. Il capo ha detto che è pericolosa" dice un uomo sbattendo la porta.

Provo ad alzarmi pur avendo degli strani formicolii ai muscoli.

Mi trovo in una cella buia con il solo spiraglio di luce che esce da una piccola finestra.

Mi avvicino alla porta ed inizio a tirare dei calci e pugni.

"Aprite!" Dico urlando.

"Lo faremo presto, ma non adesso" dice un uomo avvicinandosi alla porta munito di mitra.

"Apri! Ho del tuo corpo rimarrà soltanto la cenere" dico con rabbia.

"Voglio vedere come" dice con un ghigno per nulla buono.

Provo a lanciargli della magia per farlo sbattere contro il muro, ma il potere mi si contorce contro e cado in terra dal dolore.

"Stai buona. Il capo ti vuole tutta intera" dice andando via.

Mi siedo sulla branda mentre faccio mente locale su cosa fosse successo prima.

Quel ragazzo. Aveva in mano una di quelle pistole narcotizzanti, ma prima mi chiese scusa.

E poi chi sarebbe questo capo di cui parlano tutti?

La porta si apre e da li entra il professor Bjorn.

"Perché lei è qui?" Dico fredda.

"Per te, Ravén" dice con lo sguardo fisso nei miei.

"Dica la verità, professore oppure io..." non mi da il tempo di finire la frase che interviene.

"Oppure tu cosa? Usi la tua magia? Questa prigione è stata fatta con i sette cerchi di Nethar, i tuoi poteri non funzionano"

"Brutto figlio di...ma, ma sei un ologramma" dico dopo che gli tirai un pugno sul viso, ma con scarsi risultati.

"Pensavi davvero che sarei venuto li, da solo? È pericoloso stare vicino a te anche senza magia" dice con una risata maligna. "Segui le guardie, ti scorteranno nell'area 63" dice prima di svanire nel nulla.

"Alzati!" Dice una delle due guardie.

Mi mettono delle manette fatte dai sette cerchi di Nethar.

"A che servono le manette se già la prigione è a prova di magia" dico fredda mentre camminiamo nel corridoio.

"Zitta, questi sono gli ordini. Parli o ti sparo" dice puntandomi il mitra addosso.

Rimango in silenzio per tutto il tragitto dove un portone alto almeno 30 metri viene aperto. La stanza al suo interno è completamente bianca, non riesco neanche a distinguere il muro dal pavimento.

Le guardie mi tolgono le manette dai polsi e mi spingono verso la stanza bianca per poi chiuderla con me al suo interno.

La porta viene chiusa e di questa stanza non posso vedere neanche dove camminare.

"Ravén, ti do la benvenuta nell'area 63" dice Bjorn ma, non lo vedo da nessuna parte.

"Dove sei?" Dico guardandomi intorno ma continuo a non vederlo.

Sento sghignazzare...
"Tu non puoi vedermi, ma la stanza è così bianca da riflettere ovunque. Ti sembrerà di camminare nel vuoto" dice sentendo l'eco ad ogni finale delle sue parole.

"Cos'è l'area 63?" Dico tastando il vuoto per sentire sé c'è un muro.

"Credo che ti piacerà un sacco" dice dopo che dal bianco della stanza compaiono uomini in armatura. Ognuno di loro ha un arma diversa: pistola, mitra, bazooka, spade, sciabole e altre armi con non ho mai visto prima.

"Dai libertà alle tue emozioni. Felicità, Tristezza, Paura, Rabbia..." continua marcando il tono sulla parola Rabbia.

Mi scoppia la testa, il respiro si fa sempre più corto, sto andando nel panico.

"Sé non lo fai, i miei uomini ti colpiranno fino al tuo ultimo respiro"

No, io non posso, non voglio.

"FALLO!" Dice con tono autorevole.

Non ho altra scelta.

Metto fuori dal colletto del body il medaglione che mia madre mi regalò alla mia nascita.

Basta guardarlo e la rabbia prende possesso del mio corpo.

"MELTHRION ASDRAL NETHAR!" Dico sentendo la gemma sulla fronte spingere verso l'interno e una goccia di sangue passare lungo il viso.

Non bado a ciò che sto facendo perché non ho il controllo, ma tutto ciò che sento sono grida, grida di disperazione, paura e di morte che improvvisamente iniziano a piacermi.

???

"Come ha detto che si chiama la ragazza?" Dico guardando con stupore la ragazza che con quanta maestria mette fuori gioco i miei uomini migliori.

"Ravén, signore" dice il professore guardando insieme a me attraverso il vetro.

"Sarà un ottima recluta. La voglio. Dopo che ha finito di ucciderli tutti portatela in Laboratorio. Steven!" Dico guardando negli occhi il ragazzo con gli occhiali in modo intimidatorio.

"Signore?!" Dice il ragazzo.

"I suoi dati, per favore" dico riferendomi a tutto ciò che c'è da sapere su quella ragazza.

"Beh, ecco. Veda Signore è come se il suo corpo è criptato. Tutto ciò che c'è da sapere come: DNA, RNA, test della saliva, capello sono senza dati. Signore lei non è umana" dice guardandola attraverso il vetro.

"Assicuratevi che venga messa nella vasca di vetro in laboratorio. Ci sarà da divertirsi"

Ravén P.O.V's

Le guardie armate in questa stanza non c'è neanche uno vivo.

Ritorno normale mettendo ogni mio sentimento nel medaglione.

"Oh mio dio. Cosa ho fatto?!" Dico mentre delle lacrime minacciano di uscire dagli occhi.

Ho le mani ricoperte di sangue.

Sento dietro di me qualcuno che batte le mani sarcasticamente.

"I miei complimenti, Ravén. I miei complimenti, davvero" dice l'uomo con metà del viso bruciato e l'altro con ancora la pelle.

"Chi sei tu?" Dico fredda.

"So che non ci conosciamo, quindi mi presento. Sono Kratos e voglio aiutarti" dice avvicinandosi di pochi passi.

"In che modo vuoi aiutarmi?" Dico alzandomi in piedi.

"Posso far si che i tuoi poteri svaniscano per sempre così tu potrai vivere in pace senza far male a nessuno"

"Lei su questo cosa ci guadagnerebbe?" Dico fredda.

"Niente. Avrò solo aiutato uno dei tanti ragazzi con poteri straordinari" dice indicandomi con il dito.

Non so sé crederci o no, devo pensarci. È una decisione troppo grande.

"Devo pensarci" dico fredda.

"Bene, nel frattempo le mie guardie ti porteranno nella tua cella" dice andando via.

Ravén. Prigioniera di una GemmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora