~Capitolo 13~

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La moto si ferma davanti ad una strada semi buia. Ancora non capisco il perché noi siamo qui. Non c'è niente d'interessante da prendere per Kratos.

"Perché siamo qui? Non vedo nulla di così tanto interessante da prendere" dico fredda mentre scendo dalla moto.

"Per questo!" Dice aprendo il tombino sotto di noi con un piede di porco.

Un cattivo odore invade le narici del mio naso. È nauseante e rivoltante.

Càlél ci salta dentro sentendo il suo peso toccare l'acqua della fogna.

Io con malavoglia lo seguo nel tunnel putrido. Cerco di non posare i piedi nell'acqua verdognola e volo per stare al passo di Càlél.

Lo vedo guardare uno scanner sul suo orologio. Una mappa.

"Da questa parte!" dice indicando il tunnel con il dito.

"Perché ancora non mi dici dove dobbiamo andare?!" Borbotto quasi dalla rabbia.

"Dobbiamo entrare nell'Università di Gotikame City nel reparto dei Ricercatori di malattie" dice mentre corre.

"Cosa dobbiamo prendere?" Dico fredda.

"L' Hz119" dice fermandosi davanti ad un tunnel chiuso da una parete di ferro. "Ci siamo quasi" dice posizionando la bomba sulla parete.
"Stai giù!" Mi urla proteggendomi con il suo mantello a mo di scudo. Mi fa un cenno del suo sorriso, un sorriso momentaneo che dura pochi istanti prima di ritornare freddo com'è.

Entriamo nel tunnel e dopo aver svoltato l'angolo ci intrufoliamo nel condotto dell'aria che porta direttamente ad un corridoio del secondo piano.

"Ho disattivato le telecamere. Dividiamoci tu vai a destra ed io a sinistra" dice sottovoce notando che al piano terra c'è una guardia della sicurezza.

Corro verso destra. Noto una porta di vetro che dice "No Trepassing" con la magia apro la porta ed entro. Sento dei versi provenire nell'ultima stanza dalla porta semi aperta.

Varcata la soglia vedo degli animali in gabbia: scimmie, topi bianchi e serpenti, alcuni di loro sono pieni di cicatrici, non sopporto vedere gli animali in gabbia, li vorrei vedere liberi.

Una stanza in vetro chiude il corridoio. "Danger!" È la parola scritta sulla porta. Con la magia la apro. D'improvviso sento un brivido di freddo causato dalla bassa temperatura. Guardo attorno e vedo degli scaffali etichettati con dei codici.

Abz 123, Lgh 12, Pbm 01, Dgh 233, Hz119...

Trovato!

Prendo l'intera scatola che contiene delle capsule in metallo. Appena la sfioro l'allarme scatta e io scappo verso l'uscita, ma prima...Apro tutte le gabbie degli animali.

Vedo Càlél venirmi incontro. "Scappiamo!" Grida prima di lanciarsi dal secondo piano al piano terra.
Io mi teletrasporto lì. Un uomo in uniforme ci blocca puntandoci la pistola insieme ad altri cinque. Per lo spavento cade una capsula dalla scatola che ho fra le braccia. Tocca il pavimento ed un fumo giallo-bianco riempie la stanza, nel frattempo io e Càlél usciamo dall'edificio.

"Ravén sali!" Dice Càlél mentre mi aspetta sulla moto già accesa.

Metto il casco e sfrecciamo sull'autostrada.

BlackBorn P.O.V's

Io, Dexter e Laika arriviamo davanti all'università di Gotikame City invasa da animali e degli strani uomini.

"Ma che...? Zombie?" Dice Dexter stupefatto.

"Cosa c'entrano ora gli Zombie...Oh merda!" Urlo guardando i poliziotti trasformati in zombie. Mi trasformo in un lupo per sbranarli.

"BJ fermati! Se li mordi verrai trasformato anche tu in zombie" dice Dexter. Mi blocco subito per evitare ogni contatto fisico.

Vedo Dexter prendere una delle sue armi al plasma e sparargli contro. Ne colpisce tre in pieno.

"Vai così Dex!" Urlo al mio amico, ma i tre uomini si rialzano.

"Si sono mutati!" Grida Dexter.
"Sono diventati degli ibridi" aggiunge. Ed è così, i poliziotti si trasformano in esseri privi di occhi con un naso da serpente e la bocca da squalo, il loro corpo e viscido sul collo hanno delle branchie. Sono diventati più veloci.

Gli ibridi mordono anche gli altri tre rimasti diventando così dei mostri viscidi anche loro.

Laika per la paura lancia dei dischi di luce contro di loro. Al suo posto sarei scappato, ma va bene anche così.

Gli ibridi a contatto con la luce si allontanano andando verso la boscaglia scura.

Io inizio a correre per seguirli ma..."BJ non conviene potrebbero farci del male" dice Dexter con tono serio. Mi blocco subito.

"Siamo arrivati troppo tardi" dice Laika dispiaciuta.

"Spero che non attacchino altre persone" dice Dexter con lo stesso tono di Laika.

"Ma chi è l'idiota che gli ha fatti diventare così?" Dico acido.

**

Arrivati a casa vado in camera mia. La porta si apre con la sola impronta digitale del mio dito e...il solito disastro, i vestiti sparsi ovunque e se dico ovunque è ovunque. Persino una delle mie scarpe appese al lampadario.

L'unica cosa qui apposto sono i miei fumetti.

Mi butto sul letto mutando in un gatto nero. Affilo i miei artigli sulle lenzuola fregandomene dei graffi.

Cosa ha scaturito questo putiferio nell'Università?

Ora che ci penso...

Mi trasformo in essere umano e vado verso la stanza di Dex.

Busso alla sua porta il più forte possibile.

"Dex! Dex aprì la porta!" Grido mentre busso.

"Amico, calmati" dice mentre apre la porta.

"Per caso hai salvato l'ultimo aggiornamento del GPS di Ravén?" Dico tutto d'un fiato.

"Certo, amico" dice facendo l' occhiolino. Si scosta dalla porta per farmi entrare.

Mi avvicino al suo computer mentre lui carica i dati.

"Eccolo!" Dice indicando la mappa. "Non è molto distante dalla città" aggiunge mentre clicca i tasti del computer alla velocità della luce. "È in una fabbrica abbandonata" dice mentre mi mostra il luogo sul display.

"Tu potresti mantenere sempre gli aggiornamenti attivi così da poter vedere lei dove va?" Dico indicando la mappa.

"BJ non l'avrei mai detto, amico, ma hai assolutamente ragione" dice entusiasta.

"Faccio finta di non aver sentito nulla" dico, facendo il finto offeso.

Esco dalla stanza e cammino verso il corridoio che porta alla mia.

Entro in camera e vado nel bagno. Sento la mia fronte bagnata. Mi guardo allo specchio e vedo colare sulla fronte del liquido nero. I miei capelli stanno perdendo il loro colore, il nero insieme al grigio sta volando via mentre un biondo quasi platino riappare su di essi.

"No, no no no no no!" Dico in preda al panico. Il liquido colato lo rimetto sulla testa, ma non regge, va via.

I miei occhi diventano più verdi di prima, come lo Smeraldo.

NON DI NUOVO.

"Il patto è compiuto" dice una voce da me conosciuta.

"No! Non adesso" dico nervoso.

Dalle nocche delle mie mani spuntano le punte delle mie ossa.

Dovrò essere me stesso, come ero prima, come quando ho conosciuto Ravén.




 

Ravén. Prigioniera di una GemmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora