~Capitolo 35~

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Ravén P.O.V's

<il libro Ravén, pensa al libro> parla Saggezza nella mia mente.

<Il libro...> penso e questa parola si trasforma in eco.

Ma come faccio a recuperare il libro, io sono ancora sotto il controllo di Psichor.

Aspetta! Adesso che ci penso, non sono più con lui o almeno credo.

<svegliati Ravén> mi incita Saggezza.

Sforzo le mie palpebre, ma è un movimento vano, non riesco ad aprirle.

È così buio, non mi piace per niente.

Un barlume, una stella brilla, al suo posto compare un libro dai segni floreali, gli angoli in ferro battuto, ma con qualcosa di macabro.

Quest'ultimo si apre e le pagine svolazzano via come farfalle, finché non si sofferma su di una.

Metà fata metà angelo.

Questo è ciò che riempie la pagina.

Le pronuncio in un sussurro e in un bagliore bianco compaiono due occhi viola.

Poi il rumore di un tuono e d'un fulmine.

Agitata e con ancora il fiato sospeso apro gli occhi.

Respiro con foga mentre con una mano tocco la fronte imperlata di sudore.

Mi accorgo della bizzarra stanza.

Muovo la testa da una parte e l'altra, per conoscere con più approfondimenti la stanza.

Mi strofino le mani con agitazione.

Una sensazione di ruvido e di fastidio è padrona del mio addome, lo guardo è una fascia lo ricopre più volte e un pezzo di stoffa bianca copre il mio seno.

Poi un fulmine illumina ancora una volta la stanza, per poi svanire come foglie al vento.

Guardo in direzione della finestra e noto senza scompormi troppo, che sta piovendo.

Incrocio le gambe e poso le braccia su di esse.

Un soffio caldo solletica il mio ginocchio sinistro, rabbrividisco.

Cerco con gli occhi la fonte di questo soffio leggero, ma caldo.

Riesco a scorgere nella penombra, un viso stanco e addormentato di Blackborn, ma con l'unica differenza è che i suoi canini sono cresciuti di nuovo e sono infilzati nel letto, probabilmente per mantenersi con il mento su di esso.

Solo che mi ha fatto molta paura e sono caduta dalla parte opposta del letto.

Cerco di aggrapparmi ad un pezzo di stoffa su un mobile vicino, ma fallisco miseramente. Tutto ciò che c'era sul mobile cade a terra insieme a me. Che gran frastuono ho combinato.

"Ouch!" pronuncio per il dolore.

"Cosa? Eh, cosa succede qui? Sì, sono sveglissimo come una campana" la voce spaventata e assonnata di Blackborn fa quasi eco in questa stanza.

"Sul serio, Black? Come una campana?" dico facendo degli sforzi ad alzarmi.

"Rae sei sveglia, finalmente!" mi aiuta ad alzarmi.

"Di nulla" aggiunge con uno sguardo offeso, perché non l'avevo ringraziato del gesto.

"Razza di idiota! Devi smetterla di far spuntare quei canini e infilzarli nel letto, mi hai fatto prendere un colpo e per causa tua sono caduta dal letto" dico irritata.

Ravén. Prigioniera di una GemmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora