~Capitolo 38~

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Durante il tragitto non ho fatto altro che pensare a quelle pagine vecchie e fragili, ma poi guardo avanti a me il ragazzo di ghiaccio ed il pensiero che quel farabutto sia tornato ad uccidere aumenta la mia sette di vendetta mista alla rabbia repressa per tutto questo tempo.

Lo vedo atterrare su di una strada deserta, non c'è nessuno, i negozi sono chiusi ed uno strano senso di inquietudine fa rabbrividire la mia schiena.

"Dové Kratos, Càlél?" mi guardo attorno con faccia accigliata e pronta all'attacco.

Lui rimane alle mie spalle immobile, impassibile e senza far nulla.

"Càlél?!" dico fredda voltandomi verso il ragazzo che mi osserva con viso serio, troppo serio.

"Càlél rispondimi, dové Kratos?" quasi ringhio, stufa del suo comportamento.

Lo vedo cambiare tutto in una volta, mi accorgo dai movimenti del suo petto che il suo respiro è diventato più corto e affannoso.

"Che cos'hai?" dico quasi preoccupata.

Lui di scatto mi da le spalle facendomi rimanere di sasso.

Dopo tale silenzio religioso sento degli scricchiolii dietro di me.

Mi giro di scatto guardando l'uomo davanti a me, guardo subito il suo volto consumato a metà.

Questa volta però si presenta davanti a me con un arco dalla lama argentea che parte da quasi meta bastone.

Ghigna sentendo della malvagità nella sua espressione.

Aggiusto il mantello con un solo movimento brusco.

Il suo troppo silenzio mi fa dubitare che sia lui in persona e quindi resto ferma.

Mette la lama dell'arco rivolto verso il cielo alzando la mazza con le braccia.

Traccia un cerchio immaginario intorno a sé e la strada, gli edifici, il cielo, la luce vengono rimpiazzati dalla lava.

Indietreggio per non incontrare quel liquido bollente.

Mi volto verso Càlél e la sua figura scompare nel nulla, evapora.

Ritorno a fissare negli occhi quel maniaco che ride fragorosamente con cattiveria.

Guardando a terra la lava ancora non arriva ai miei piedi ma quando sta per raggiungerli tutto scompare diventando neve fresca.

Per il cambiamento di colore quasi improvviso e lo sbalzo di temperatura mi sento incredibilmente debole.

Sento la mia mano destra diventare improvvisamente calda. Controllandola sul palmo compare un fuoco fatuo che non sfiora per nulla la pelle, ma il suo calore è percepibile anche a distanza di un metro.

"Questo è ciò che accadrà in te e in ciò che ti circonda. Tieniti pronta" spezza il silenzio.

Lo guardo ed il suo corpo inizia a mutare in un ombra scura e alta, molto alta.

"Perderai tutto in pochi istanti" la sua voce e completamente cambiata ed e persino moltiplicata.

In un attimo la sua oscurità mi divora ed io in preda al panico inizio ad urlare. Quelle parole rimbombano nella mia testa sentendo la rabbia assalire quel cuore nero, la gemma inizia a pressare sulla fronte finché non sento dolore.

Fletto le mani davanti a me in cerca di quell'ombra che ha rovinato la vita a molte persone.

Il colore e la luce cambia rapidamente mostrandomi d'impatto la stanza dell'infermeria.

Ancora accecata dalla rabbia non mi accorgo che tra i miei pugni serrati ho il tessuto dell'uniforme di BJ, il suo viso è completamente sconvolto quasi impaurito.

Io lo sto guardando con rabbia e cattiveria come se avessi il bisogno di ucciderlo da un momento all'altro.

Il mio naso sfiora il suo e lui sentendo ancora la rabbia sul viso cha ha davanti a sé fà uscire d'improvviso le sue zanne.

Questa volte sono ad essere un pò sconvolta e tolgo subito le mani dalla sua maglia sedendomi a gambe incrociate sul letto.

"Cosa ti è preso?" poggia le sue mani ai piedi del letto per sporgersi di più arrivando vicino al mio viso.

"Io...io ero in città. Ero con Càlél e..." balbetto.

"Basta con questo Càlél sono stufo di sentirlo ovunque" dice quasi alterato.

"E tu allora? Come hai fatto a trovarmi? Ero in città, tutto è iniziato a bruciare diventando lava poi è arrivato il freddo, la neve..."

"Ravén sei venuta tu da me, non ricordi? Mi hai chiesto di portarti in infermeria per toglierti i sette cerchi di Nethar dalla spina dorsale" spiega sedendosi sul letto.

Sono così confusa che non sò come rispondere.

"Quindi ho vissuto sia nel segno che nella realtà..." sgrano gli occhi.

Lui fa un cenno con la testa in un 'no'.

"Tu non stavi dormendo, Ravén eri sicura di quello che facevi e dicevi" dice serio.

"Io non posso aver vissuto in due presenti diversi" sento già l'affanno.

"E quelle parole..." aggiungo.

"Quali parole?" dice BJ confuso.

"Quelle di Kratos. Tutto cambierà. Scenderà il fuoco, ma rinascerà il freddo in me, ma una piccola fiamma rimarrà ancora per riscaldare, per non diventare completamente di ghiaccio, fredda"

"Wow..." sento pronunciare dalle sue labbra.

"Cosa è 'wow'?" dico confusa e spazientita.

"Dalle parole che hai detto" ritrae subito le zanne.

"È questo quello che ti ha detto?" dice curioso.

"No, ma credo sia questo il messaggio che voleva dare" dico guardando le mani.

Ma perché proprio lui...

Guardo le mani bianche.

"Ehi..." dice ad un tratto.

"Cosa c'è Blackborn?!" lo guardo inarcando un sopracciglio.

"Uscirai con me lo stesso anche dopo questo? Vero?" si gratta la nuca.

Pensa solo ad uscire e alla ragazze, non e mai serio.

"Black la mia risposta è una e l'ho già data, non serve ripeterla di nuovo" roteo gli occhi al cielo.

"Ci sarà anche Victor a far compagnia" fa un occhiolino.

"Perfetto! Una palla di pelo e un'altra palla di pelo, non posso avere di meglio, grazie Blackborn"

Il suo viso indispettito mi fa quasi sorridere e notando lui questa cosa mi salta addosso trasformandosi in una gatto nero con quel solito marchio a forma di mezza luna sulla fronte.

Mi sdraio sul letto e lui trova posto sul mio addome coccolondasi e facendosi le fusa sulla mia pancia, gli faccio qualche grattini sulla pancia prima che lui si addormenti di sasso.

Ronfa già ed io sentendo il suo respiro calmo, delicato e caldo approfitto dei miei poteri che sono ritornati di chiudere le tende dell'enorme finestra.

Anche sé è mattino mi sento incredibilmente stanca ed esausta.

Mentre inizio a prendere il sonno la coda di Black solletica la mia coscia aumentando la beatitudine.

So che questa può durare poco, ma è solo con questo poco mi sento bene, non dico di poter incontrare la felicità, ma è proprio nei sogni che conosco la verità.

Ravén. Prigioniera di una GemmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora