~Capitolo 29~

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Intravedo uno spiraglio di luce, anzi tanti piccoli fori dove essi filtrano luce.

Che strano posto è?
Dove mi trovo?

Respiro con fatica a causa dell'aria inrespirabile, afosa e fin troppo secca.

Dei passi cauti e decisi si avvicinano sempre più.

Non so cosa sta succedendo e pure ho gli occhi aperti, perché c'è cosi poca luce?

Mi di meno con tutta me stessa, ma qualcosa impedisce il movimento dei polsi, sicuramente è una corda.

Il problema è che non posso usare i miei poteri per andare via, mi sento bloccata da qualcosa.

"Jack mi hai portato la ragazza?!" dice una voce maschile al quanto familiare.

"Sai benissimo che non prendo ordini da te e poi l'ho soltanto fatto, perché questa ragazza mi deve un favore" dice l'altra voce maschile.

Ma chi è?
Cosa vuole da me?

Non riesco nemmeno a vedere qualcosa da questi maledetti fori.

"E sai cosa ti ho detto riguardo al mio nome" aggiunge di nuovo lo stesso uomo.

"Va bene...Psichor" dice l'altro uomo.
"Ma adesso toglili quel sacco dalla testa" aggiunge.

Con una mossa veloce un bagliore color oro mi acceca.

D'istinto abbasso il capo, perché la luce è fin troppo forte per i miei occhi.

Nel frattempo osservo con gli occhi che sono legata a mani e piedi ad una sedia in legno.

Sento gli stessi passi gironzolarmi attorno.

Alzo il capo e non vedo nulla, perché la luce è concentrata solo su di me.

Ad ogni passo che ascolto giro il capo nella direzione del rumore.

"Ravén, finalmente ci riscontriamo" dice l'uomo nella penombra, riesco solo a vedere i suoi occhi.

"Chi-chi sei?" tossisco per la troppa aria viziata.

"Ma come, non mi riconosci?" dice sentendo una punta di cattiveria nella sua domanda.

Si mostra alla luce con un ghigno al quanto malvagio.

"Tu?!" dico scioccata dalla sua presenza.

"Stupita?! Sapevi che prima o poi sarei ritornato" dice con arroganza.

"Sei solo un lurido bastardo" sbraito mostrando i miei denti per la rabbia repressa per tutto questo tempo.

"Shh calma bambina, non alterarti cosi tanto o di te non resteranno altro che carne per i maiali" fa segno con un dito sulle sue labbra.

Resto in silenzio perché non riesco a comprendere le sue parole.

"Psichor!" dice ad un tratto dopo una risata.

Gli stessi passi di prima si avvicinano alla luce ed io con gli occhi a fessura focalizzo chi sta per arrivare.

"Ha chiamato Bjorn?!" dice un uomo dai capelli neri come la pece e gli occhi come il ghiaccio.

"Già è un spreco uccidere tanta bellezza" dice il presunto Psichor puntandomi una rivoltella sotto al mento cosi da farmi alzare la testa.

"Uno strano liquido che si trova all'interno del tuo sangue ha ucciso due dei miei uomini" si avvicina all'orecchio per dirmelo.

"Cosa?" dico sorpresa.

"E voi come avete fatto ad avere IL MIO SANGUE!" Urlo in preda alla rabbia.

Ravén. Prigioniera di una GemmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora