Dakota's pov.
« Questo sarebbe un modo per convincermi a portarti a Belfast? » Jamie ride, buttando la testa all'indietro. « Sei incredibile. »
« E dai! » gli do uno schiaffetto scherzoso sul petto. Ho trovato un programma in TV che spiega alle donne cosa fare durante la gravidanza, e ho costretto Jamie a guardarlo con me sul divano, ma adesso sta ridendo di me, visto che gli ho proposto che andare da suo padre sarebbe una bella idea visto che suo è medico e potrebbe spiegarmi tante cose a riguardo. « Non ridere di me! »
« Sei più testarda di quanto pensassi. Credevo che fossimo d'accordo. » smette di sorridere alla fine.
« Lo siamo.. Ma Jamie, con tuo padre la situazione è completamente diversa. » A quanto ne so io, il Padre di Jamie è molto affezionato ad Amelia, infatti quando lui gli ha detto che aveva intenzione di divorziare lui non era molto d'accordo. Sono sicura al cento per cento che anche lui mi vede come la donna che ha distrutto il matrimonio del figlio.
« Ma perché dici così? »
« Perché da quello che mi hai detto, lui non è molto felice della nostra relazione, adesso vorresti dirgli per telefono che sono incinta.. Penso proprio che non sia il caso. » abbasso il viso.
« Ma no... Ovviamente era sorpreso, non se lo aspettava. Ma non ti odia, fidati di me. »
« Jamie.. Sicuramente non mi accoglierà a braccia aperte, sopratutto adesso che sono incinta. Vorrei fare qualcosa per farmi vedere con una luce diversa, ma posso farlo solo di persona.. » Dico. Jamie sospira nuovamente.
« Basta con questa storia. Non affronterai nessun viaggio adesso... Se vuoi vedere un medico, allora bene, nessun problema.. Ma non andrai fino a Belfast. » ribatte. Niente, non c'è niente da fare riguardo questa storia.
« Okay, okay... Allora, vorrei andare da un medico a chiedere delle cose e ad informarmi riguardo questi famosi primi mesi.. » dico. Lui prende in mano il suo cellulare e comincia a scorrere la rubrica.
« Dovrei avere qualche numero... » mormora. Io lo sguardo accigliata. Vorrebbe farmi visitare dallo stesso medico di Amelia? Non se ne parla. Non andrò dal medico che ha seguito le gravidanze della sua ex moglie. Lui si gira e nota la mia espressione contrariata. Sa quanto sono a disagio a riguardo. « Uhm.. Anzi, penso che sia meglio trovare qualcosa di nuovo. »
Grazie a Dio ha capito.
« Meglio, si... » mormoro. Poggio la testa sulla sua spalla. Lui sa benissimo che non voglio fare ciò che fatto lei o che non voglio ripetere niente di ciò che hanno fatto insieme. Già stare nella casa dove hanno vissuto mi fa sentire totalmente a disagio, ma per fortuna Jamie già sta pensando al trasloco a Los Angeles, anche se prima vuole assicurarsi che io stia bene.
« Scusa, certe volte me ne dimentico... » mi sposta i capelli dal viso. Io scuoto la testa e lo bacio dolcemente. Pensa già a non farmi pesare tante cose, quindi non mi va di fargli pesare questo piccolo errore. « Comunque, magari possiamo chiedere a mio padre se conosce qualche brava dottoressa qui a Londra, dopo avergli dato la bella notizia. » propone.
« Sarebbe bello fare una videochiamata, magari... »
« Non credo che mio padre ne sarebbe in grado. Vuoi chiamarlo adesso? » mi chiede.
« Prima devo dirlo a mia madre. » Dico. La verità è che vorrei chiederle un consiglio riguardo questa situazione. So che potrei chiedere a lei tutto ciò che mi passa per la mente, ma mi sento davvero a disagio. Non so per quale motivo... Forse perché mi sento ancora figlia, e non mamma. Mi piace pensare che almeno per lei sono ancora la sua piccolina.
« No, aspetta... Chiamala domani, okay? Domani faremo queste due telefonate. » dice, spiazzandomi.
Qual'è la differenza?
« Perché domani? »
« È meglio così, oggi prendiamoci questa giornata tutta per noi. » mi bacia i capelli. Io annuisco e mi rannicchio contro di lui. Lui mi tiene stretta a sè.
« Ti va di rivedere 'Jadotville'? » propongo. Lui alza gli occhi al cielo e io ridacchio.
« Oh mio Dio... Finirà mai questa tortura? » si lamenta. « Non se ne parla. »
« E dai! Mi sei piaciuto davvero in quel film, ho voglia di rivedendo e sai benissimo che le voglie di una donna incinta fanno soddisfatte. » dico con tono presuntuoso.
« Quello vale solo per il cibo... » ribatte lui.
« Allora diciamo che ho voglia di mangiare dei popcorn guardando il tuo film. » dico.
« Sei impossibile, donna. » sfoggia uno dei migliori sorrisetti, poi prende il telecomando.
« Lo so, mi ami proprio per questo, no? » ridacchio.
« Puoi dirlo forte. » Lui alza gli occhi al cielo e scuote la testa, mentre cerca il film. « Ma vuoi davvero i popcorn? »
« No, solo te e una bella coperta calda. » mormoro stringendomi a lui. Lui sorride e allunga il braccio verso la coperta, mettendomela addosso. Intanto mi stringe a sè per scaldarmi. Il film comincia e per adesso si sente solo la sua voce, che mette in chiaro il quadro della situazione. « Amo la tua voce. È sempre così sexy. » mormoro.
« Niente commenti, Gesù... » sospira, ridendo.
« Dico davvero. È così sexy... » ribatto.
« Zitta e guarda il film. » mi dice. Odia quando gli fanno i complimenti, non riesce proprio ad accettarli. Non immagina neanche quanto sia bello e che effetto ha su noi donne.. Su di me. Ho sempre pensato che questa autostima bassa fosse a causa di Amelia, visto il modo in cui lo trattava, ma invece poi ho scoperto che questa cosa va avanti da tantissimi anni, già da quando aveva il modello.
« Wow... Quella divisa ti sta dannatamente bene. » mormoro.
« Ci risiamo. » sospira.
« Sei molto sexy in questi panni da duro... » mi mordo il labbro.
« Non capisco cosa ci vediate di tanto sexy in una divisa da guerra... »
« La stessa cosa che ci vedete voi in un paio di mutandine di pizzo o in un reggiseno. Poi, vabbè... Se ci sei tu è un'altra cosa. » sorrido.
« Pff... »
« Okay, metti in pausa. » mormoro, mettendomi sulle sue gambe.
« Che succede? » mi chiede. Mi sistemo a cavalcioni su di lui.
« Ti voglio. Adesso. Metti in pausa. »
« Wow... Non riesci a non saltarmi addosso guardando i miei film, eh? » ridacchia. Mi stringe i fianchi.
« Si. Dovresti farti crescere di nuovi quei baffetti. Sei parecchio sexy. »
« Credevo che ti piacesse la mia barba. »
« Ora è cresciuta troppo... » gli accarezzo la barba folta. « Devi rimediare. »
« Lo sai che mi sento un bambino senza la barba. » ribatte.
« Non osare cambiare argomento. » dico.
« Eh va bene... » Lui ridacchia e poi inverte le posizioni, facendomi distendere sul divano, con lui sopra di me. Beh, devo dire che anche in questa situazione mi tratta come una bambola di porcellana, ma a me sta bene comunque.
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Damie • We'll never be worlds apart II.
Fanfiction▸ Questa storia è un'opera di fantasia, puramente inventata dalla sottoscritta. Niente di ciò che é scritto qui è dentro fa riferimento a fatti realmente accaduti. Non intendo offendere o insultare nessuno in alcun modo. Sequel di 'We'll never be w...