Capitolo 12.

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Dakota's pov.

« Dannazione! » Lui si gira, per nascondere quel meraviglioso sedere scoperto. Io devo metterci tutta me stessa per non ridere come una matta. « Non dovevi tornare adesso... »

« Sarei dovuta rimanere a casa di mia madre mentre tu te ne stavi qui a cucinare tutto nudo?! » mi avvicino, concentrandomi al massimo per non ridere.

Questa deve davvero spiegarmela.

« No, certo che no... Intendevo che qui in cucina non è pronto. Io... Io.. Volevo preparare una cenetta speciale. Sai.. Per noi due. » Scrolla le spalle. Mi fa una tenerezza infinita. Avvolgo un braccio intorno al suo collo e lo bacio, alzandomi sulle punte dei piedi. « Mi sono reso conto che le cose non stanno andando esattamente come le immaginavamo noi, e la colpa è mia.. Quindi pensavo che potremmo ricominciare e fare finta che questa sia la nostra prima serata qui. » mormora.

« Non dire così... » Lui abbassa il viso. « A me non importa di quelle stronzate che hai mente in tu, a me importa di te. Non voglio la favola, voglio te. » dico, prendendogli il viso tra le mani.

« No, sono stato un egoista... » chiude gli occhi, come se le sue parole gli facessero male.

« Va tutto bene. Ma questo non cambia il fatto che non voglio che mi tieni fuori dalla tua vita. Jamie, ci siamo sempre detti tutto... Non cominciamo a non farlo proprio adesso. » poso la fronte contro la sua. Lui annuisce, e posa le mani sui miei fianchi. « Però io vorrei capire cosa ci fai nudo in cucina. » Lui ride, affondando il viso nel mio collo.

« E che ne so... Purtroppo non ho un diario dei tuoi pensieri perversi da consultare ogni volta che voglio farti una sorpresa, quindi devo arrangiarmi... » Ridacchio, buttando la testa all'indietro.

« E pensi che questo sia nella mia top-Ten? »

« Si, me ne hai parlato una volta... Stavo cucinando per te e tu mi hai detto che sarebbe stato meglio se fossi stato nudo. »

Porca miseria....

« Beh, non mi sbagliavo.... » mi mordo il labbro.

« Quindi.... Ogni tuo desiderio è un ordine. » fa una specie di inchino e io ridacchio nuovamente. Devo dire che l'idea è parecchio eccitante, ma anche divertente da morire. Mi avvicino sempre di più, non curante di ciò che sta cuocendo sui fornelli. Percepisco l'elettricità e la chimica che passa tra di noi. Attiro la sua bocca sulla mia, e lui mi afferra i fianchi, sistemandomi sul bancone in una mossa frenetica, come se non aspettasse altro che il mio consenso. La sua bocca ritrova la mia  e già sento che sono perduta. Avvolgo le gambe attorno ai suoi fianchi, incoraggiata dalle sue mani che vagano lungo di esse. Le sue mani e i suoi baci mi spingono a volere sempre di più. Comincia a baciarmi il collo, scendendo lentamente sempre più in basso. Ormai le mie mani vagano dietro la mia schiena, in cerca di chissà quale punto al quale aggrapparsi. Ma quello che trovo è...

La melanzana.

Quella con la quale stava armeggiando prima ai fornelli. La sollevo e gliela mostro.

« E con questa che facciamo? » lo prendo in giro, anche se in questo momento non mi sento poi così lucida.

« Quella non serve. Hai già la tua melanzana bella e pronta. » risponde con tono serio.

Ma come fa?

Io ridacchio e lo lascio fare, mentre mi ama e mi venera come solo lui sa fare. Ha ragione lui, non potrei mai pensare di fare le stesse cose con un'altra persona. Mai. Non riesco a pensarci. Non mi sembra possibile. Non potrei mai volere nessun'altro al suo posto, nessuno potrebbe mai amarmi con la stessa passione che prova lui. E io la sento. Sento ciò che prova per me. È trasparente.

« Vieni.. Ti voglio a letto. » mi prende in braccio con dolcezza. Io mi aggrappo al suo collo.

« Ma come, non devi andare a dormire alle otto, vecchietto? » Continuo a prenderlo in giro.

« Smettila con questa storia. » Alza gli occhi al cielo, e intanto mi porta in braccio in camera da letto.

« Lo sai benissimo... È inutile che fai finta di guardare Netflix per sentirti giovane. »

« Disse colei che si spaventa anche con il più idiota degli horror.. »  ribatte.

« Senti chi parla... Mr 'Ma perché non vediamo un altro film?!'»

« Okay... Okay... Adesso abbiamo altro a cui pensare.. » mi posa delicatamente sul letto, mettendo le braccia ai lati della mia testa. Mi sfila la maglietta, e poi i jeans. Rimango in intimo sotto di lui. « Niente reggiseno, eh? »

« Niente vestiti, eh? » alzo un sopracciglio, continuando il suo stesso gioco. « Non ti piace l'accesso libero? »

« Lo adoro. » mormora in un sospiro, prima di fiondarsi sul mio petto, giocherellando con i miei capezzoli. « Purché sia solo con me. »

« Sempre e solo con te. » gli accarezzo il viso, poi lui riprende la sua dolce tortura.

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Damie • We'll never be worlds apart II. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora