Capitolo 8.

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Dakota's pov.

Oggi è il giorno della nostra partenza. Tutte le nostre cose sono già a Los Angeles. Jamie ha fatto tutto senza chiedermi aiuto, quindi non mi resta che sperare che abbia fatto portare tutto. La casa quindi è vuota, ci siamo solo noi con le bambine in salotto. So che per Jamie non è un momento facile. Deve salutarle per l'ennesima volta. Credo che per lui sarà difficile sopratutto salutare Dulcie. D'un tratto lui fa un respiro profondo e va verso Dulcie. Io resto lì, ma faccio finta di cercare qualcosa nella borsa.

« Allora, piccolina... » sospira e si inginocchia davanti a lei. Dulcie non dice nulla, probabilmente le sembra strano non vedere più niente a casa sua. « Purtoppo da adesso ci vedremo meno spesso. » sussurra con voce rotta.

« Non voglio... » mormora Dulcie.

« Nemmeno io. Ma papà deve lavorare.. Comunque ci vedremo ogni settimana, come abbiamo sempre fatto. E tu puoi chiamarmi ogni volta che vuoi. » le spiega.

« Perché Dakota non resta con me? » chiede Dulcie, alzando lo sguardo su di me.

« Perché lei viene con me. » le risponde.

« Posso chiamare tutti e due? »

« Ogni volta che vuoi. » le rispondo io. Lei sorride e poi abbraccia Jamie, che la stringe forte a se per qualche minuto. Un tempo che sembra infinito. So quanto sta soffrendo e so che non vorrebbe lasciarla andare mai. Dulcie si stacca dal suo papà e lui le bacia la fronte, poi la piccola corre tra le mie braccia. La stringo forte a me. Mi mancherà davvero questa piccolina.

« Mi mancherai, mammina.. » dice. Quasi mi scoppia fuori il cuore dal petto. Jamie sorride dall'altra parte del salone.

« Ricordati di lavarti i denti ogni sera prima di andare a dormire. » le accarezzo una guancia. Lei sorride e annuisce. Jamie intanto stringe Phoebe tra le sue braccia, sussurrandolo chissà cosa. Dulcie mi prende per mano e abbraccia là gamba di Jamie, così io Poggio la testa sulla sua spalla. Mi viene da piangere. Non oso immaginare Jamie come si senta. Il nostro momento speciale viene interrotto dal suono del campanello.

« Okay... » mormora. Ci stacchiamo. Io sospiro e vado ad aprire il portone di casa, cercando di trattenere le lacrime.

« Ciao Marie. » dico, cercando di non far capire che sto per piangere fiumi e fiumi di lacrime.

« Ciao... » lei sorride ed entra in casa. « È tutto pronto? » ci chiede. Io guardo Jamie.

« Si, siamo pronti. » sospira. Marie annuisce e sistema Phoebe nel suo passeggino, Dulcie invece continua ad abbracciare Jamie. Dopo qualche minuto, è tutto pronto per la partenza. Le bambine sono pronte, Jamie sta per piangere e io con lui.

« Ci siamo... » dico.

« Si.. » si china nuovamente su Dulcie e la bacia, dopo di che lo faccio anche io. Facciamo lo stesso con Phoebe, e poi Marie le porta fuori di casa. Io tengo gli occhi fissi su Jamie, che non fa altro che annuire nervosamente e distoglie lo sguardo. Gli accarezzo una spalla, nel tentativo di confortarlo.

« Dai, le rivedrai venerdì... »

« Non ce la faccio. Non ne posso più di dire addio alle mie figlie. » mi abbraccia. Io affondo il naso nell'incavo del suo collo, ispirando il suo profumo.

« Vedrai che prima o poi si risolverà tutto... »

🍋🍋

« Benvenuta a casa, Miss Johnson. » dice, aprendo la porta di casa. È ormai notte fonda, quindi non può vederci nessuno.

« Ma grazie... » ridacchio, all'improvviso lui mi solleva e mi prende tra le sue braccia, facendomi scappare un urletto di sorpresa. Mi porta in braccio in casa. « Di solito non si fa quando si è sposati? » chiedo.

« Vale lo stesso... » alza gli occhi al cielo, scuotendo la testa. Mi rimette giù e poi chiude la porta. È rimasto tutto esattamente uguale a come lo abbiamo lasciato qualche settimana fa. Mi vengono i brividi se penso che proprio qui abbiamo fatto l'amore per la prima volta e che qui abbiamo vissuto forse i momenti più belli della nostra storia. « Perché sorridi così? » mi abbraccia da dietro, posando il mento sulla mia spalla.

« Pensavo alle volte in cui siamo stati qui. » scrollo le spalle.

« Non dimenticherò mai la tua faccia quando mi sono presentato qui il giorno del tuo compleanno. » ridacchia.

« E io non dimenticherò mai quella giornata. È stata perfetta. » Sento le lacrime arrivare, quando ripenso al momento davanti allo specchio. Tutte le insicurezze e i dubbi di allora adesso non sono più niente. Siamo qui e aspettiamo un bambino. Ora è tutto diverso. Mi giro e gli circondo il collo con le guancia.

« Sei stanca? Stai bene? » mi chiede, preoccupato.

« Sto bene. » sospiro « Devi smetterla di preoccuparti per me. »

« Non posso evitarlo. » mi accarezza la pancia. Decido di lasciar perdere il discorso, per adesso.

« Ti va se andiamo di sopra a controllare se il letto è ancora come lo ricordiamo? » strofino il naso contro il suo.

« Uhm... Ma che bella idea. » mi solleva, facendomi urlare nuovamente e mi porta in camera da letto.

Ho intenzione di far sparire i suoi problemi almeno per un po'..

Damie • We'll never be worlds apart II. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora