Capitolo 4

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Il cielo si stava tingendo di un rosso accesso e le nuvole avevano delle sfumature rosa meravigliose. Draco ed Harry erano rimasti lì, sotto l'albero davanti al Lago Nero, senza smettere di parlare. Draco notò che Harry guardava il tramonto con uno sguardo perso nel vuoto, quegli occhi verde smeraldo che non smettevano di brillare si stavano scurendo a ogni pensiero giungeva nella sua testa.

-A che cosa pensi di tanto intenso?- domandò Draco. Harry non rispose, non lo aveva nemmeno sentito. Draco irritato, gli diede uno schiaffo scherzoso sulla nuca per avere l'attenzione dell'amico.

-Ma che cazzo fai?!- urlò Harry portando la mano sul punto dolorante. Draco soffocò in una risata e rispose - Non mi hai risposto, eri troppo concentrato a pensare piuttosto che a rispondermi. Volevo solamente riportarti nel mondo reale-. Harry lo guardò male -E c'era bisogno di darmi uno schiaffo?-

-Preferivi un cazzotto?- disse Draco con aria di sfida.

-...- Harry sospirò rassegnato - Non è che mi rifaresti la domanda?- Draco soddisfatto di sé - A cosa stavi pensando?- Calò il silenzio, Harry guardò Draco con gli occhi spalancati e pensò ad una scusa ammissibile -A niente- si rese conto solo dopo averlo detto che forse avrebbe potuto dire qualcosa di meglio.

-Non prendermi per il culo Harry, so che stavi pensando a Severus-. Harry tornò a guardare il sole ormai tramontato -Pensavo a come chiedergli scusa per oggi, ero preso dall'agitazione che le parole per scusarmi non riuscivano a venirmi fuori. Non capisco perché quando c'è lui, io non riesca a fare nulla-

Draco poggiò una mano sulla spalla dell'amico -Vai a parlargli, adesso penso che sia nel suo ufficio. Scusati prima che ti rovini l'anno, e fallo facendo vedere che ti senti in colpa- detto ciò, si alzò e porse la mano ad Harry che la prese. -Hai ragione Draco, non ho avuto paura di affrontare Voldemort, avrò paura di chiedere scusa a un mio professore?-

I due si avviarono verso il castello, Draco aiutò Harry a preparare il discorso che avrebbe detto al professore di pozioni. Passarono dieci minuti quando finalmente arrivarono davanti alla porta dell'ufficio di Severus Snape. Draco sussurrò ad Harry, il quale era molto nervoso, di andare. Il biondo lo lasciò davanti alla porta e diresse verso una finestra.

Harry prese un bel respiro prima di bussare alla porta di quell'ufficio familiare.

All'interno della stanza c'era Severus indaffarato a scrivere alcuni appunti sulle lezioni che avrebbe fatto durante l'anno scolastico. Mentre scriveva, i suoi pensieri erano lontani da quei fogli, ripensava agli occhi disperati di Harry, aspettando che la morte lo portasse via da quel mondo; Harry lo guardava con le lacrime agli occhi e mise la sua mano sul collo per evitare che il sangue di Severus continuasse ad uscire. Quegli occhi smeraldo che lo guardavano in quel modo, e in quella situazione, non avrebbe più potuto scordarli.

Un rumore dall'altra parte della porta, risvegliò Severus da quei ricordi, e riconobbe subito quel modo di bussare. Era Harry, con gli anni aveva imparato a riconoscerlo in ogni maniera. Severus si ricompose, indossando la sua maschera da professore stronzo e con pura freddezza disse -Entra, Potter-. La porta si aprì lentamente ed Harry, un po' insicuro, entrò in quel luogo familiare. Il ragazzo si avvicinò lentamente alla scrivania di Severus, solo per rivivere tutti i momenti in cui era stato li. Severus non aveva staccato i suoi occhi dai fogli, non voleva mostrarsi interessato sul perché era venuto lì, ma poco dopo non poté fare a meno di alzare il viso e incrociare gli occhi che l'avevano guardato per tutti gli anni lì ad Hogwarts. Harry iniziò a tremare sotto lo sguardo del suo professore, era in imbarazzo e Severus lo capì dal modo in cui si comportava. "Ma perché, Potter? Possibile che hai paura di me e non ne hai avuta nel combattere Voldemort? Ti prego, smettila di tremare". Quel professore tanto odiato da tutti gli studenti di Hogwarts, non riusciva a vedere Harry Potter tremare davanti a lui. Si odiava per questo. In tutto quell'arco di tempo, che si erano rivelati solo pochi secondi, Harry aveva raggiunto la scrivania del suo professore.

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