Capitolo 24

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Dopo la nottata in bianco, per Harry la mattina fu la sua rovina. Purtroppo le lezioni di quel giorno sarebbero ricominciate e l'orario non era uno dei migliori. Poco prima dell'alba tornò nel dormitorio e si fece una doccia per riuscire ad essere più presentabile possibile. L'acqua calda lo bagnava e il suo calore lo avvolgeva, come se venisse coccolato, ed uscirne era un impresa. Appena uscito dalla doccia, dalla camera si sentì quell'odiosa sveglia di Draco, chiamare suono ciò che produceva equivaleva dire il falso. Draco entrò in bagno e il suo aspetto era da ricordare per tutta la vita: capelli spettinati per non parlare del pigiama, con la camicia semi aperta e i pantaloni troppo lunghi da farlo inciampare. Harry alla vista del suo amico non trattenne una risata e Draco lo maledì come meglio poteva. 

-Che fine avevi fatto?- chiese nervoso Draco -Avevi detto che mi avresti raccontato tutto una volta tornati ad Hogwarts e invece tu sei scappato via senza spiegazioni- 

-Oh allora è per questo che ti sei svegliato male- rispose divertito Harry. 

-Ero preoccupato, inoltre mi sono addormentato alle 4 di mattina per aspettarti ma tu non sei più tornato- 

-Se ti può consolare, sono appena tornato dalla Camera dei Segreti- affermò Harry asciugandosi i capelli e con un colpo di bacchetta i suoi vestiti apparirono già indossati. 

-LA CAMERA DEI SEGRETI??!!- urlò Draco come se avesse visto un mostro. -MA SEI IMPAZZITO?-

-Di che ti sorprendi? Lo sai che non è la prima volta che ci vado- disse Harry sapendo che Draco voleva delle spiegazioni -Ci sono andato perché ho pensato di tradurre dei testi di pozioni che appartenevano a Salazar Serpeverde. Come sai in libreria cercavo un libro di pozioni ma ho pensato che forse lui avesse buona parte di quei libri.-

Draco annui e si sentì sollevato di avere avuto almeno la metà delle informazioni che voleva. -Mentre quando ti sei allontanato da noi, cosa è successo?- 

Mentre Draco si preparava, Harry gli raccontò quello che era successo con Ginny e Severus, tralasciando il bacio e la sua eccitazione causata dall'insegnante di pozioni. 

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Lungo il tragitto verso la Sala Grande, in molti alla vista di Harry sentirono il sangue gelarsi e distogliere lo sguardo per evitarlo di guardarlo. La situazione fu notata anche dai professori, tant'è che Silente fece cenno di testa a Severus di intervenire. Senza una parola il professore di pozioni si alzò e si diresse verso i due ragazzi. Non una parola uscì dalla sua bocca e prese con violenza Harry per il braccio e lo portò fuori dalla sala. Draco, perplesso dell'azione dell'insegnante, si sedette a tavola vicino a Pansy e Blaise. 

-Mi sta facendo male!- disse Harry lungo il corridoio che portava ai sotterranei. -Mi lasci andare- urlò staccandosi con la forza dall'insegnante. -Lo sa che sono in grado di camminare da solo?- fece notare mentre si massaggiava il braccio dolente. 

Severus si guardò intorno per controllare che fossero soli, poi tornò a prestare attenzione sul suo studente. -Ma che diavolo ti è preso?- urlò l'uomo -Ti sei reso conto che hai spaventato la sala appena sei arrivato?-

-Io non ho fatto nulla!- contestò Harry guardandolo negli occhi, che non erano più di Harry ma di qualcun altro, nonostante erano rimasti verdi come sempre, non aveva più una pupilla tonda, sembrava una pupilla di un rettile.  Severus capì che non stava mentendo e allora cerco di usare una voce più pacata. 

-I tuoi occhi non sono i tuoi ma quelli di un serpente. Ha ricordato a molti studenti e persino agli insegnanti, gli occhi di un serpente ma con precisione quelli di Voldemort- 

Harry rimase scioccato alle parole del professore. -I miei occhi sono..normali...stamattina erano normali- 

Severus vide che il ragazzo iniziò ad agitarsi e ciò non avrebbe portato a nulla di buono. -Vieni con me, ti do una pozione per calmarti.-. Harry seguì il professore senza esitazione anche se voleva domandargli cosa fosse successo. Il professore, mentre conduceva il suo studente nel suo ufficio, stava leggendo la mente di Harry e dentro di sé volle dirgli che non era nulla di grave, ma si trovava in un luogo pubblico e le sue azioni potevano essere malintese. 

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