4. -The School-

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La sera il padre di Eren non fece ritorno, così la madre ne approfittò per fargli un bagnetto. Immerse il figlio, nell'acqua calda e cominciò a insaponarlo accuratamente.

-Mamma, posso farlo io?- Chiese il castano mentre sbatteva i palmi in acqua.

-Che cosa, piccolo mio?-

-Il bagno.-

La madre non rispose, non riusciva a trovare una scusa credibile. Era diventata troppo ansiosa e far fare il bagno da solo al figlio poteva essere pericoloso.
Asciugò Eren e lo vestì col pigiama verde che al bambino piaceva tanto.

Il bambino restò solo in camera, si stese sul letto e chiuse gli occhi.


La mattina dopo il padre del bambino lo svegliò, lo vestì ed insieme scesero in cucina. La mamma stava preparando la colazione.

-Eren.- Lo chiamò Grisha.

-Cosa c'è, papà?- Sorrise il piccolo affamato.

-Domani inizierai la scuola.- Gli annunciò il padre.

Il bambino non chiese cosa fosse la 'scuola' di cui non aveva mai sentito parlare, ma si limitò ad annuire tutte felice di fare qualcosa di nuovo dopo otto anni.

-Imparerai qualcosa di nuovo che ti sarà utile da grande.- Gli anticipò il padre senza essere udito dal figlio, che con occhi sognanti pensava a cosa potesse essere la scuola.

Mangiò in fretta e furia i pancakes che la madre gli aveva preparato ed insieme al padre corse in salotto. Rimase lì fissando di tanto in tanto la finestra sperando di trovare il suo nuovo amico insieme al cagnolino.

'Chissà se a scuola ci vanno anche i cani.' Pensò tra se e se Eren.

Il padre all'ora di pranzo gli portò un piatto di cibo, lasciandolo solo come la moglie gli aveva suggerito chiudendolo a chiave.
Il castano si mise a pranzare seduto sulla poltrona fissando la distesa verde fuori casa sperando d'incontrare la figura piccola del biondo.

Lasciò il piatto vuoto a terra distraendo per un secondo lo sguardo, lo riportò immediatamente sull'esterno notando Armin correre verso di lui.

-Ciao Eren!- Lo salutò euforico.

-Ciao...- Sussurrò il più grande. –Non c'è Titan?-

-No, oggi non l'ho portato.- Rispose un po' triste l'amico. –Sai una cosa?-

-Dimmi.-

-Domani andrò a scuola.- Annunciò Armin tutto sorridente.

-Anche tu?- Si stupì Eren.

-Si e non vedo l'ora! Tu ci vai?-

-Inizio domani.- Disse il castano con un sorriso. –Papà mi insegnerà le cose importanti.-

-Oh. Una scuola privata quindi?-

-Credo, perché tu dove andrai?- Si accigliò il più grande.

-In quella comune, dove ci sono altri bambini.-

-Non è pericoloso?- Chiese impaurito Eren.

-Certo che no.- Ammise sicuro il biondo. –Ci sono degli adulti che si occupano di te, come dei genitori.-

Il castano spalancò la bocca, altre persone che svolgevano il compito di mamma e papà? Questa era bella!

-Se vuoi appena conosco altri bambini te li presento.- Consigliò il più piccolo.

-Si può?-

-Ma certo, se no non ci sarebbe divertimento nell'andare a scuola!-

Eren annuiva ascoltando il nuovo amico parlare, lo trovava interessante e molto sveglio per essere più piccolo di lui. Parlarono fino al tardo pomeriggio fin quando Armin non sentì che era ora di tornare a casa.

Al momento dei saluti, il castano, si ricordò di una domanda che non aveva fatto all'amico.

-Anche i cani vanno a scuola?-

Il biondo scoppiò a ridere tenendosi le braccia sulla pancia, Eren imbarazzato abbassò lo sguardo sulle sue mani cominciando a torturarle.

-No, assolutamente. Se non possono parlare come farebbero a stare con noi?-

Il più grande si rese conto di quanto la domanda fosse ridicola e si scusò, ma all'amico faceva piacere insegnare ad Eren ciò che non conosceva. Si salutarono per davvero mentre il sole tramontava.

La madre entrò dopo qualche minuto portandolo a cena, come sempre non fecero nulla se non parlare di cose di poco conto o di lavoro. Eren non capiva nulla di quei discorsi 'da grandi' e pensò bene di non attirare le attenzioni rivelando della sua amicizia nata da due giorni con Armin.



Il mattino seguente, il piccolo, corse giù dal letto nello stesso istante in cui la madre lo chiamò. Carla lo vestì e lo accompagnò in salotto dove il padre attendeva sorridente. Il bambino si sedette a terra mentre la madre richiuse la porta.

'Armin va a scuola di mattina?' Si chiese Eren poco prima che il padre cominciasse a spiegare la struttura del corpo umano.



Fecero una pausa all'ora di pranzo e nel pomeriggio ripresero. Il castano non ci capiva nulla di muscoli, ossa e apparati. Si domandò se anche l'amico facesse queste cose e la risposta fu immediata.

'Sicuramente è molto più preparato ed intelligente.'



La sera il piccolo era stanco morto, mangiò poco e andò a dormire maledicendo la scuola.

'Armin odierà la scuola?' Chiese a se stesso chiudendo gli occhi.

Si addormentò in meno di un minuto sognando le ossa del corpo umano parlargli mentre lui scappava via terrorizzato e non capendo nulla di ferro, calcio e quant'altro.



//Eren ti capisco😓

Però nella foto hai una faccia da bambino che ne ha combinata una😂\\

"You Saved Me!" //EreRi\\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora