5. -Mikasa-

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Eren, ormai sedicenne, si ritrovò a pensare davanti alla finestra del salotto.
Il suo migliore amico, da anni, Armin gli raccontava qualsiasi cosa imparasse a scuola. La scuola era ben diversa da come i genitori gli avevano spiegato, ma credeva più nei due che nel suo unico amico.

Tuttavia rimaneva imbambolato mentre ascoltava il suo amico parlargli di autori, poeti, arte e qualt'altro. Avrebbe voluto saper anche lui queste cose, ma la sua scuola si limitava alle cure e alla medicina.
Non sapeva nemmeno leggere o scrivere, ma al biondo mentiva dicendo di saperlo fare solo per non apparire ancora più stupido. Avrebbe desiderato poter leggere dei libri o scriverne qualcuno, ma come poteva chiedere qualcosa di così assurdo ai genitori?

Il ragazzo non aveva mai messo piede fuori casa, ma stava bene. Certo avrebbe preferito che Armin non fosse un suo amico segreto e che potesse farlo entrare in casa liberamente, ma i suoi genitori in qualche modo gli volevano bene e non avrebbero mai lasciato che Eren si annoiasse.

Le lezioni con suo padre erano terminate di recente, dato il troppo lavoro che l'uomo aveva, e per la mancanza di ulteriori argomenti.
Eren si ritrovava spesso in camera sua a ripetere tutto ciò che aveva imparato in otto anni, ad un orsetto di peluche.

Una sera di inizio ottobre, dopo cena, la madre del giovane entrò nella sua stanza e lo vestì di tutto punto.
Il castano chiese spiegazioni alla donna che gli stava mettendo uno smoking nero, lo pettinò e gli diede una sistema al viso un po' sciupato.

-Mamma, che cos'è?- Chiese il ragazzo non avendo mai visto un abito del genere.

-Un vestito elegante.- Rispose la donna sorridendo al figlio, incredibilmente bello.

-E a cosa serve?- Domandò ancora Eren.

-A fare bella figura, abbiamo un ospite.- Accennò la madre accompagnando il figlio al piano di sotto.

Nel salotto era seduto il padre del giovane con al suo fianco una ragazza, non molto più grande di lui. Al ragazzo sembrò grande quanto lui, ma naturalmente poteva sbagliarsi non avendo incontrato nessuna persona al di fuori dei suoi genitori e di Armin.

La ragazza era alta come Eren, con un bel fisico slanciato ed un enorme sorriso sulle labbra carnose. I capelli corvini lunghi fin sotto le spalle e degli occhi grigio scuro, si avvicinò al castano facendo un piccolo inchino.
Indossava un abito corto fin sopra al ginocchio, color blu scuro ed uno scialle nero che copriva le spalle nude.
Decisamente bella.

Il ragazzo ricambiò l'inchino e salutò la giovane. I genitori di Eren si avvicinarono ai due che si osservavano negli occhi, incuriositi di scoprire qualcosa di più sull'altra persona.

-Eren, tesoro, lei è Mikasa.- Cominciò il padre del ragazzo. –La tua fidanzata.-

-Fidanzata?- Balbettò lui, non conoscendo il significato della parola pronunciata dal genitore.

-Si, la persona con cui passerai la tua vita e che amerai per sempre.- Spiegò dolcemente la madre, appoggiando una mano sulla spalla della giovane.

Il castano annuì fingendo di aver capito, i genitori capirono il dubbio del figlio e la madre per convincerlo che lei era la sua futura sposa decise di inventarsi qualcosa.

-Vedi Eren, in pratica l'amore tra due persone funziona così.- Cominciò lei. –Se siete due persone della stessa età e alte uguali, allora siete destinati a stare insieme. È così che io e papà ci siamo innamorati.- S'inventò la donna facendo cenno al marito di reggergli il gioco.

-Oh!- Annuì capendo il giovane. –Ho capito.- Disse sorridendo alla ragazza, la quale sapeva della condizione in cui viveva il futuro fidanzato.

Per la giovane non era un problema, anzi, sarebbe stato più semplice così convincerlo a restare in casa senza il pericolo che incontrasse qualcun'altra e che l'abbandonasse.

"You Saved Me!" //EreRi\\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora