22. -Feel Guilty-

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Tic...

'Oh... sta per piovere.' Pensò Armin di ritorno da scuola.

Erano passati pochi giorni dalla visita a casa dei professori, ma la mente del biondo vagava tra un pensiero e l'altro sempre inerente ad Eren.

-Armin, vedrai che starà bene.- Lo confortava Jean nei momenti in cui il più piccolo pareva al limite di una crisi di nervi.

Eppure lui non lo credeva.
Pensava che il castano fosse stato rapito, ucciso o peggio. Dopotutto manipolarlo non è difficile.

'Che cosa ho combinato? Se lui avesse parlato con i genitori... ma cosa dico? Non lo avrebbero fatto uscire. Però se non avessi portato Titan... o se non mi fossi allontanato da lui...' Il più giovane venne interrotto l'ennesima volta dalla voce del fidanzato.

-Armin, stai ancora pensando ad Eren?-

-Sempre.- Rispose conciso il biondo.

-Finirò con l'essere geloso.- Ammise ridacchiando, non avendo intuito la preoccupazione del fidanzato.

-Jean! È una cosa seria. Lui potrebbe essere ovunque o da nessuna parte.
Chi mi garantisce che lui sia salvo o che non stia causando problemi?- Alzò la voce il più piccolo leggermente infuriato. -Non era pronto per affrontare il mondo da solo. E la sola medicina non può aiutarlo. Mi sto scervellando per capire dove sia, non riesco a dormire ed ho paura di mettere in pericolo sia me che te.-

Jean fissava il fidanzato sconcertato e meravigliato. Non pensava che il biondo potesse essere così in ansia, ma non doveva sentirsi in colpa. Non era lui ad aver imprigionato Eren in casa per anni.

-E tu cosa dici?!- Riprese a parlare alterandosi. -Tu sei invidioso da come ne parlo? Ma sei serio?! Potrebbe essere morto. E la colpa è solo mia! Tutta questa situazione è colpa mia. Io non so dire di 'no', e non ce la facevo a vederlo chiuso in quella casa, ma sarebbe stato meglio. Per tutti!-

Il biondo fece una piccola pausa, lasciò andare un lungo sospiro ed aprì l'ombrello per riparare entrambi dalla pioggia.

'Tic... Tac... Tic... Tac...'

'Questa pioggia cade a pennello.' Pensò mentre la nebbia andava a formarsi. 'Pure la nebbia?'

-E sarebbe stato meglio non fartelo conoscere!- Esclamò rivolgendo un dito a Jean. -Tu lo hai odiato fin dal primo momento. Credevi potesse portarmi via da te ed eri sempre geloso. Lui è l'unico vero amico che ho, perciò che ti piaccia o no lo aiuterò. Sappi che tengo a lui, e se non ti va bene puoi trovarti un altro e...-

Armin venne interrotto dal più grande, il quale si gettò sulle labbra del fidanzato spingendolo contro il muro di un edificio.

Il biondo appoggiò le piccole mani sul petto di Jean, il quale stringeva a se il bacino del più piccolo, mentre l'ombrello rotolava a terra.

Il più alto prese possesso delle labbra del fidanzato, ed Armin non seppe rifiutare.

Quando i due si staccarono per mancanza di fiato, Jean parlò.

-Non me ne andrei mai, e mi dispiace di essere stato geloso di Eren. Scusa, ma eri e sei la cosa più bella che mia sia successa e non voglio perderti.- Sussurrò sulle labbra dell'amato. -Ti amo, Armin.-

Nell'udire quelle parole il biondo arrossì vistosamente, cercava di non dar a vedere l'imbarazzo che Jean aveva creato. Ma non ci riuscì.

-Odio quando ti prendi colpe non tue. Perché in questa situazione tu non hai nulla da rimproverarti. Chi sono le persone che hanno costretto Eren a quella scelta? Chi è che ha avuto l'idea di fuggire?
Sai la risposta, ma non vuoi ammettere che siano gli altri a sbagliare. Devi accettarlo, Armin.- Disse lasciando un ulteriore bacio sulle labbra del fidanzato.

Il biondo tremava tra le braccia del più grande, non voleva che pensasse male di lui, eppure non riusciva a trovare una soluzione a questo suo senso di colpa.

-Jean... scusa...- Mormorò tra un bacio e l'altro, nascosti dalla fitta nebbia.


-Tesoro abbiamo cercato ovunque!- Esclamò la donna agitata. -E abbiamo chiesto a tutti, ma niente.-

-Carla, ci resta un'altra coppia.- Cercò di confortarla l'uomo.

-Non hanno mai visto nostro figlio, nemmeno in foto e abbiamo perso i contatti anni fa. Come possono aver visto nostro figlio?!-

-I loro nominativi sono registrati all'ospedale in cui lavoro, ho il loro contatto per cui non sarà un problema chiamarli.- La rassicurò Grisha.

-Va bene.- Sospirò la madre di Eren lasciandosi ricadere sulla sedia.

-Quindi?- Chiese a fine conversazione Carla.

Il marito fece cenno di 'no' col capo.
Gli Arlert non avevano mai visto Eren e non avrebbero potuto sapere dove fosse nascosto.

-Il mio piccolo Eren!- Gridò la madre scoppiando in lacrime.

Grisha l'abbracciò cercando di calmarla. Dove poteva essere finito il loro bambino?

-E se fosse stato rapito?- Ipotizzò la donna tra un singhiozzo e l'altro.

-Beh... non saprei cosa dire...- Balbettò l'uomo non avendo valutato l'opzione del rapimento del figlio.

In quel momento suonò il campanello di casa Jaeger, i due coniugi andarono ad aprire titubanti.

Sperarono che Eren fosse tornato, ma a loro sorpresa un'altra persona si trovava di fronte alla loro porta.

//Chi sarà mai 'quella persona'?
Dan Dan Daaaan! 😱

...effetti sonori fai da te...\\

"You Saved Me!" //EreRi\\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora