-Mamma oggi viene Mikasa?- Domandò dopo cena il castano.
-Certamente, tesoro. Non sei felice?- Chiese Carla preoccupata dal tono triste del figlio.
-No, sono felicissimo che lei venga tutte le sere!- Cercò di apparire convinto il giovane.
La donna sorrise, ingannata dalle capacità di recitazione del ragazzo e finì di vestirlo con gli abiti eleganti. Scesero entrambi nel salotto, dove il padre stava mettendo in ordine i suoi documenti, e aspettarono l'arrivo di Mikasa.
La ragazza per tutta la sera non fece altro che tentare di convincere Eren a stare più con lei e di comportarsi più naturalmente. Non nascose il fatto di voler essere baciata, avvicinandosi ogni tanto o sfiorandolo di proposito, ma il castano non fece una piega troppo preso dalla sua fuga.
Quando Mikasa uscì dal salotto, il giovane si diresse in camera sua senza aspettare i genitori e si stese sul suo letto. Finse di proposito di addormentarsi ed aspettò fin quando la porta della sua stanza non si aprì.
-Guardalo, dev'essere stanco morto.- Sussurrò il padre all'orecchio della moglie.
-Hai ragione, caro. Lasciamo dormire.- Decise la donna richiudendo la porta dietro di se.
Eren sghignazzò contento di aver ingannato i genitori un ulteriore volta, udì una porta chiudersi e ne dedusse che i suoi erano entrati nella loro camera.
Tuttavia aspettò ancora qualche istante prima di uscire, voleva essere sicuro che si fossero addormentati e che nulla li riuscisse a svegliare.Scese dal letto, senza produrre il minimo rumore, ed uscì dalla stanza. Era ancora vestito di tutto punto, lo aveva fatto di proposito per evitare di scappare in pigiama e per fare bella figura coi nuovi genitori.
'Mamma ha detto che quest'abito elegante è perfetto, con Mikasa ha funzionato.' Pensò mentre scendeva le scale.
Aprì la porta del salotto, dove neanche un'ora prima aveva parlato con la 'fidanzata', e guardò verso la finestra.
Armin era già lì, ovviamente con Jean al suo fianco, che gli faceva cenno di avvicinarsi.Davanti alla finestra ebbe un attimo di esitazione, cosa avrebbe fatto Eren se si fosse trovato in pericolo? E cosa avrebbe fatto se i suoi genitori fossero riusciti a trovarlo?
Per un momento pensò di cambiare idea e di ritornarsene in camera sua a dormire, la mattina dopo avrebbe chiesto scusa ai genitori e avrebbe raccontato la verità. Dopotutto non viveva male in quella casa, c'era tutto ciò di cui aveva bisogno, una madre ed un padre, una fidanzata e la sua sapienza in quanto medicina.
Però era come se qualcosa gli dicesse di uscire, di andarsene e di non tornare indietro. Dentro di se percepì come una scossa nel sapere che avrebbe potuto vedere tutto il mondo esterno, avrebbe potuto fare quello che voleva e parlare con chi voleva.
Per cui salutò i due amici con convinzione e gli chiese cosa dovesse fare per uscire.
-Gira la maniglia della finestra verso destra.- Sussurrò il più piccolo.
-Cos'è una maniglia?- Domandò il castano disorientato.
-È al centro della finestra, assomiglia a quella per le porte. Afferrala e girala a destra.- Spiegò in fretta il biondo.
In qualche modo Eren riuscì a capire ed eseguì quello che l'amico gli aveva spiegato, un po' titubante.
-Adesso tira verso di te.- Continuò Armin.
-Ma così non mi cadrà addosso?- Si spaventò il castano.
-No, fidati.-
Eren annuì sotto gli occhi di Jean che per poco non scoppiava a ridere. Tirò la maniglia goffamente riuscendo ad aprire la finestra completamente.
-Bravissimo, ora esci.- Ordinò Armin con un sorriso.
Il castano fece ciò che gli era stato richiesto, ancora una volta, pensò di appoggiare i piedi sulla piccola sporgenza esterna della finestra e di saltare giù.
Atterrò a sedere sull'erba verde, passò le mani su quella che per gli altri due era comunissima erba trovandola fresca e morbida. Sorrise d'istinto, anche se non aveva la minima idea di cosa stesse toccando. Si mise immediatamente in piedi passandosi le mani sugli abiti e guardando negli occhi i due ragazzi di fronte a lui.
-Andiamo.- Disse Jean facendo strada ai due.
Il castano notò al fianco dell'amico un cane, era decisamente grande e con un lungo pelo nero. Teneva la lingua fuori e scodinzolava felice.
-Chi è?- Domandò Eren, mentre seguiva i due amici.
-Come 'chi è?'- Si stupì il più piccolo. -È Titan!-
-Titan?- Il castano era scioccato dalla risposta appena ricevuta. –Ma era piccolo.-
-Anche i cani crescono, come noi.-
Eren si meravigliò per l'ennesima volta, quando raggiunsero la fine del cortile il castano cominciò a guardarsi intorno. I suoi occhi cominciarono a scrutare ogni singola cosa gli passasse vicino, qualunque oggetto suscitava in lui interesse e per poco non perse di vista Armin e Jean.
I tre corsero per un buon quarto d'ora, ma ad Eren sembrò talmente poco che si fermò ancora una volta per ammirare il 'mondo esterno'. Trovò il tutto immensamente colorato, bello, interessante e nuovo.
Non sembrava macabro, pericoloso o brutto come i genitori gliel'avevano disegnato fin da piccolo. Anche solo guardare gli piaceva o gli sarebbe bastato, ma i due amici lo costringevano a muoversi dato il poco tempo a disposizione.-Titan!!!- Urlò ad un tratto Armin.
Il cane cominciò a correre via seguito dal padroncino e dal suo fidanzato che lo chiamavano, terrorizzati che gli potesse succedere qualcosa o che potesse far del male a qualcuno. Eren tornò coi piedi per terra non sentendo più le voci dei due amici e in preda all'ansia si guardò intorno alla ricerca di qualcuno.
Non c'era traccia ne di Jean ne di Armin e nemmeno di qualche persona che potesse aiutarlo.
'Cosa faccio ora?' Si chiese incamminandosi dentro ad uno stretto viale, buio e spaventoso.
//Ora o ti svegli e scappi via, oppure cammini dentro quel viale e ti arrangi🙂
Eren: Un consiglio, magari...
Evita di distrarti la prossima volta che segui qualcuno.
Eren: Grazie (?) \\
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"You Saved Me!" //EreRi\\
FanfictionImmaginate un ragazzo di 16 anni, felice. Immaginate un ragazzo di 16 anni, che tutti i giorni li passa col suo migliore amico. Immaginate un ragazzo di 16 anni, innamorato. Avete immaginato? Bene. Dimenticate tutto! Immaginate, invece, un ragazzo d...