32. -The Agony Of Torture-

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Levi rinchiuso in gabbia si ritrovò a pensare. Doveva accettare o meno la 'proposta' dello zio?

Per quanto assurda e contro la sua volontà, sarebbe stato l'unico modo per salvare almeno l'amato.

Rivolse un'ulteriore sguardo al ragazzo incatenato mentre lo zio gli girava intorno.
Dentro di sé l'uomo piangeva dal dolore nel vederlo soffrire e avrebbe senz'altro attaccato Kenny per salvarlo.

Avrebbe accettato se solo fosse stato più convinto e più sicuro di sé.

Eren piangeva dal dolore, tremava al solo sentire la voce dello zio di Levi e nel sentirlo infierire sul suo corpo più e più volte.

Gli procurava ferite ancora più grandi e dolorose di quelle che il corvino avrebbe mai potuto fare.

Il giovane piegò la testa verso il basso sentendo l'uomo ancora dietro di lui ferirgli la schiena con una lama.

Percepì il coltello lungo la sua schiena tagliargli la carne aprendo delle ferite sottili ma dilanianti.

Cominciò a sopportare il sentire il coltello lungo la sua schiena, solamente quando Kenny cominciava a spargere del sale sulle ferite appena aperte.

Grida sofferenti risuonavano nel seminterrato, squarciavano il cuore del corvino chiuso in gabbia.
Il quale non smetteva di darsi del debole per non riuscire a prendere una decisione, non riusciva a sentire il dolore del ragazzo.

Levi scoppiava in lacrime ogni qual volta vedeva lo zio entrare dalla porta, si stringeva in un angolo della gabbia e portava le mani sulle orecchie per non dover udire i lamenti del più piccolo.



Eren stava percependo l'agonia della tortura da ormai qualche giorno. Ne era abituato e l'aveva accettata come routine, ma continuava a sperare di rivedere la luce del sole e di potersi liberare dalle catene.

Il castano era preoccupato per l'uomo impaurito dentro la gabbia, voleva correre dal corvino e stringerlo a sé come aveva fatto mesi prima nella camera del 'papà'.

Guardarlo dentro quelle sbarre gli ricordava sé stesso in casa da piccolo.
Era bloccato dentro una gabbia circondato da persone che credeva fargli del bene, mentre lentamente lo distruggevano e lo rendevano debole e ai loro piedi.

La paura di vedere il mondo esterno cresceva nel ragazzo, ma non il sogno di essere libero. Doveva solo prendere una decisione e farsi coraggio per realizzare il suo sogno.

Il corvino aveva lo stesso problema del più piccolo, doveva prendere una decisione se desiderava salvare Eren e realizzare il proprio sogno.

'Non si merita questo.' Ripeteva la mente di Levi.

Un giorno lo zio del corvino entrò con un nuovo attrezzo, più precisamente una cintura di cuoio.

-Sai che questa situazione l'ha causata il tuo 'papà'?- Sghignazzò all'orecchio del più piccolo.

Lo colpì alla schiena con la cintura, più e più volte riaprendo le ferite rimarginate.

Il giovane subiva tutto ciò senza riuscire a parlare, le percosse lancinanti lo stavano uccidendo e portando sull'orlo di una crisi di nervi.

-Ucc... Uccidimi...- Balbettò in un mormorio il ragazzo ormai allo stremo.

-Come dici?- Disse portando una mano dietro l'orecchio lo zio dell'uomo in gabbia. -Credo non abbia sentito.- Continuò indicando Levi.

-Uccidimi! Se è quello che vuoi, fallo. Non... non riesco... non riesco a sopportare oltre...- Esclamò il castano stanco e a corto di forze.

'No!' Urlò nella mente l'amato del più piccolo.

-Mi dispiace ma della decisione spetta a quell'uomo. Deve decidersi lui.- Si scusò Kenny indicando nuovamente il nipote.

-Levi... ti prego...- Sussurrò il ragazzo implorando l'uomo.

'Non ti aspetterai che gli dica di ucciderti!' Esclamò dentro di sé.

-Levi uccidimi.- Disse Eren con le lacrime agli occhi. -Se non riesci a prendere una decisione, allora ascoltami e uccidi me.-

'Non puoi pensare questo...' Tremava il corvino. 'Non davvero...'

-Forza Levi. Cosa vuoi fare?- Chiese allora lo zio avvicinandosi al più basso.

Le parole del giovane percorrevano tutto il corpo dell'uomo in gabbia. Erano come un rimprovero per la sua debolezza, era passata una settimana da quando erano capitati in quel sotterraneo e lui non aveva ancora detto nulla.

Non riusciva ad accettare di salvare il più piccolo ed ora proprio lui lo stava implorando di lasciarlo morire.

-Levi... non ti odierei, non potrei mai... mi hai reso la persona più felice del mondo in questi mesi con te. Se la mia vita finisse adesso io non avrei motivo di detestarti.- Parlò allora il castano. -Sarai sempre il mio 'papà'.- Sussurrò.

'Se la tua vita finisse adesso io non avrei motivo per restare qui. Ti seguirei.' Pensò tra le lacrime il corvino. 'Sarai sempre il mio piccolo ed innocente Eren.'



//Udienze oggi😱
GiuliaMariani763 pronta?! 🤔\\

"You Saved Me!" //EreRi\\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora