25.-The Second Night-

2.4K 254 494
                                    

Eren scrutava da qualche minuto il corvino, il quale non se la smetteva di ridere.
Ridacchiava nervosamente portandosi le mani davanti agli occhi.

-Non ci posso credere.- Commentava di tanto in tanto, così il ragazzo lo rassicurava dicendogli che era la verità.

Per qualche minuto andò avanti questa specie di dialogo. Poi all'uomo smise di sembrare divertente e si alzò dalla sedia.

-In camera mia.- Sussurrò minaccioso accendendo il cellulare.

Il castano corse in camera del più grande, gioiva al pensiero che l'aveva presa bene l'azione di aiutare il suo parente.

'Eppure quell'uomo era inquietante e sembrava cattivo.' Pensò sedendosi sul letto del corvino.

-Isabel?-

-Dimmi 'fratellone'- Rispose la donna dopo due squilli.

-Tra un'ora è pronto.- La informò sapendo che l'amica avrebbe intuito.

Buttò giù la chiamata senza dar a lei il tempo di rispondere. Slacciò due bottoni della camicia e salì le scale in direzione della sua stanza.

-Stenditi.- Ordinò richiudendo a chiave la porta.

Eren ubbidì senza proferir parola. Si stese di schiena, mentre l'uomo si sedeva vicino al bordo del letto.

In quel momento riaffiorò nella testa del ragazzo 'quella notte', ed improvvisamente sbiancò impaurito dalla violenza che avrebbe preso anche quella notte.

-Papà... vuoi farmi male?- Gli chiese allora il giovane.

Levi lo guardò stufo di sentirsi chiamare con quello stupido nomignolo.

-Ragazzino, basta quel nomignolo. Ormai non sono più un padre.- Lo ammutolì lui. -E sì, questa sera ti farai male. Finalmente capisci il significato di quella parola?!- Esclamò poi mollando un schiaffo sulla guancia destra del giovane.

-Ma... cosa ti ho fatto?- Chiese il ragazzo passandosi una mano sul punto colpito.

-E lo chiedi anche! Nessuno ti ha insegnato che non si parla agli sconosciuti? Ah no... nessuno l'ha fatto.- Commentò seccato il più grande. -E poi non credere a tutto quello che la gente ti dice, sei ingenuo e facilmente manipolabile. Perciò meglio per te se non parli quando sei fuori.-

-Mi dispiace...- Sussurrò il castano venendo percosso da un altro schiaffo.

-Non basterà la tua dolce voce o il tuo bel faccino a salvarti. Lo sai?- Domandò retoricamente Levi.

-Un'altra cosa. Non azzardarti a baciarmi mai più, non ti è permesso ed io non voglio. Io non credo nell'amore, e non credo in te!- Disse dopo una buona mezz'ora passata a far del male al più piccolo. -Non ti amo Eren!- Gli urlò in faccia guardandolo negli occhi.

-Sai cos'è il dolore? Questo è ciò che mi ha fatto mesi fa quando lo vidi fuori casa. Tu mi prendevi in giro dicendomi che mi ero divertito. Ma ti rendi conto di quello che dici?! Quel vecchio poteva uccidermi ed io nemmeno mi ricordavo cos'era successo!- Continuò confessando al giovane cosa era successo. -Tu non sai nulla di mio zio! Non devi fidarti o un giorno di farà anche a te questo! E per quanto ti starebbe bene, non te lo meriti. Lo faccio per proteggerti, ti tengo lontano dalle persone ancora per questo! Se non ti parlo di me è perché non c'è niente di bello.-

Levi si fermò rimanendo seduto sul ventre del ragazzo. Guardò come, per la seconda volta, il corpo del giovane era stato malridotto dalle mani del più grande.

-Ti amo troppo per farti passare quello che ho vissuto io.- Sussurrò chiudendo gli occhi. -E ti amo troppo per farti restare con me. Staresti solo male.-

Eren lo guardò ed una rabbia demoniaca lo invase.

-No! Sai cosa c'è? C'è che tu non mi ami.- Gli rispose nei denti. -Mi fai ridere. Sarò anche un bambino o uno stupido ragazzino, come ti pare, ma non mi fido di te!-

-Cosa hai detto?!- Urlò l'uomo afferrando il colletto della maglia del più piccolo.

-Non mi fido! Prima ho visto i ragazzi della mia età fuori, non sembravano percossi da graffi e lividi. E per quanto un ragazzo li possa nascondere, ci si rende conto di cosa possa passa con un genitore. Io e te non siamo normali, per questo nessuno ci ha mai rivolto la parola o sorriso! Tu non sei normale. Acido, triste e arrabbiato con il mondo. Se poi venissero a sapere come mi tratti, allora per te sarebbe la fine!- Disse a qualche centimetro dalle labbra dell'uomo.

Gli occhi di Levi si sgranavano ad ogni parola che il ragazzo pronunciava contro di lui.
Per farlo zittire pensò al gesto più ovvio, lo baciò.

Lo fece stendere restando sopra di lui, Eren tentava di respingerlo invano. Appoggiò le mani sul petto del più grande mentre quest'ultimo si avvinghiava sulle dolci labbra del castano.

-Sai qual è il tuo problema?- Gli chiese staccandosi leggermente dal bacio.

-Il mio?!- Sbottò il più piccolo.

-Che anche se dici di odiarmi, non lo provi veramente.- Disse prima di tirargli un pugno allo stomaco.

Si alzò sentendo il campanello suonare, corse fuori dalla stanza senza badare al ragazzo.

Aprì la porta agli amici e li fece salire in stanza prima che Eren potesse uscire.

Isabel e Farlan lo trovarono in uno stato pietoso, si stava alzando dal letto appoggiandosi ma gli mancava la forza necessaria e stramazzò a terra.

Il corvino si lasciò prendere dalla rabbia una seconda volta. Lo afferrò di peso rilasciandolo sul letto, lo prese nuovamente a pugni fregandosene dei due amici meravigliati di tanta brutalità.

La rossa non perde tempo scattando qualche foto da spedire in seguito ai genitori della vittima.

Eren non riuscì a sopportare i colpi dell'uomo e lentamente chiuse gli occhi.

Farlan se ne accorse in tempo, facendo fermare l'amico ancora infuriato. Lo afferrò per un braccio e lo fece uscire dalla stanza.

-Calmati.- Parlò prima di lasciarlo andare.

Il più basso rinsavì e accompagnò gli amici all'uscita. Ormai anche la seconda serata era andata.

-Ti chiamerò presto per la terza.- Rispose la rossa.

L'uomo richiuse la porta lasciando un sospiro. Abbandonò le lacrime e i singhiozzi, lasciandosi ricadere sul pavimento.

Strinse a se le gambe e si liberò dal dolore che provava.

-Eren?- Lo chiamò rialzandosi in piede a fatica. -Eren!- Si spaventò non udendo risposta.

Corse verso la sua stanza, trovandolo steso nel letto del più grande.

-Eren? Devo parlarti...- Cominciò, ma ancora nessuna risposta.

-Eren!- Esclamò convincendosi che il ragazzo fosse semplicemente arrabbiato.

Si avvicinò al letto e con suo stupore notò il castano non dare udienza.
Sembrava morto, eppure respirava.

-Eren?! Non mi far spaventare...- Mormorò con voce spezzata dalle lacrime.

Capì di aver esagerato, costatando che il giovane era svenuto.
Si stese accanto al più piccolo abbracciandolo.

Lo portò all'altezza del suo volto lasciando un tenero bacio sulle labbra del ragazzo.

-Non è vero, non ti odio. Piccolo mio, basta. Questa è l'ultima volta che faccio una cosa del genere.- Gli sussurrò addormentandosi abbracciato ad Eren.

//Devo essere pazza ad aggiornare così tanto! 😂\\

"You Saved Me!" //EreRi\\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora