Monologo di un viaggiatore

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Vorrei una sigaretta

e magari anche una birra chiara doppio malto

questa notte la città è stupenda!

non so esattamente in che via mi trovo

non c'è un'anima viva per strada a cui chiedere una stizza

certo la probabilità di trovare qualcuno è già poca figurarsi trovare qualcuno che fumi

pretendo troppo!

questa notte è proprio mia

la smania di camminare a zonzo comincia a farsi sempre più pressante

ho voglia di perdermi

ho voglia di calpestare l'asfalto ruvido a piedi nudi per sentire meglio il contatto con la terra

ma allo stesso tempo voglio lasciar libera la testa di vagare fra i lampioni i balconi i comignoli le finestre gli alberi i murales sui muri i tetti il cielo le insegne a luci intermittenti dei negozi le vetrine le serrande lo smog le polveri sottili i cassonetti la luna i cespugli i mozziconi di sigarette spente male le stelle splendenti gli schizzi di pioggia i ciottoli le giostre i parchi le chiese i night club i cancelli elettrici i portoni le panchine le fontane il castello i musei il fiume al piccolo trotto le automobili parcheggiate le scale i cartelloni pubblicitari i palazzi in costruzione la città vecchia i cantieri recintati le reti color arancione il campetto di calcio i binari del tram le fermate degli autobus quella altalena spinta leggermente dal vento

i miei occhi non sanno più dove guardare!

la mia testa stupefatta si volta in continuazione a rapidi scatti come il bocchettone di un idrante automatico durante l'irrigazione di un giardino

mi sento così infimo di fronte a tutto questo di fronte al mondo

penso che il mondo sia per noi come il pane quotidiano ancora da scoprire in tutti i suoi ingredienti le sue molecole

viviamo nel mondo ma non lo conosciamo mai per intero al suo interno

lo conosciamo solo di facciata

ecco perchè amo viaggiare

perchè ogni volta mi meraviglio del mondo

mi meraviglio della sua quotidiana imprevedibilità

amo allargare il mio orizzonte visivo culturale mentale

perchè il mondo è come il mare 

arrivi al suo orizzonte e ancora tanto mare

sono un naufrago in attesa non dell'isola sperduta e deserta ma in attesa di quella onda spettacolare da prendere in pieno con tutto il mio corpo per poi perdermi negli abissi più profondi a contatto con il cielo

e quando mi perdo

ritrovo la mia libertà!

Cento piccoli monologhi notturniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora