Capitolo 31

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Dovevo andarmene!!! Lui voleva sapere e io non volevo dirgli niente! Non riuscivo neanche a guardarlo, avevo paura di rivedere in lui quell'amore perso, non potevo guardarlo ancora, non volevo che il passato riprendesse il sopravvento come pochi secondi prima, senza rispondere e senza guardarlo mi alzo e vado via, corro fuori da lì, corro dentro casa, e sbatto la porta con violenza, spingendo ancora quella porta ormai chiusa, come ad aver paura che qualcuno potesse forzarla per entrare, mi accascio per terra, con la schiena su quella porta, che  solo per ora mi avrebbe tenuta lontano da lui, e da tutto il resto, e le lacrime che ormai non volevano saperne di smettere, pensavo che sarei riuscita a tenermi tutto dentro, in fondo bastava non pensarci, ma ogni volta che c'era Emiliano io immancabilmente ritornavo nel passato.
Ma perché dovevano essere così uguali??
E perché io dovevo innamorarmi proprio di lui?
Ogni volta che lui mi baciava mi perdevo sulle sue labbra, ma tutto durava pochi secondi, perché anche il suo modo di baciare era uguale, e tutte le volte sfogavo la mia rabbia verso di lui, sfogavo la mia rabbia verso il passato.

EMILIANO
Ma cosa aveva? Che cosa cazzo gli diceva quella testa? Ero veramente stanco dei suoi cambi d'umore un'attimo si lasciava andare, e subito dopo sfogava la sua rabbia, non ne potevo più di essere la sua valvola di sfogo, perché ormai era chiaro....ogni volta mi schiaffeggiava, e ogni volta lo faceva per un motivo...che io neanche sapevo!
Non lo faceva solo perché la provocavo...no....c'era qualcos'altro dietro, e io avevo tutte le intenzioni di scoprirlo!
Senza neanche pensare scendo di corsa le scale, evitando Guè e J-Ax che provavano a fermarmi <<cosa cazzo stai combinando Emis??>> solo allora mi giro verso Guè che mi aveva bloccato per un braccio, e la sua espressione incazzata come non mai
<<lasciami!!! Non ho tempo da perdere con voi>> con un strattone mi stacco da lui, lo guardo con sfida è subito dopo corro da lei.
Busso più volte ma non risponde, busso ancora <<Manu apri!!!>>continuando a bussare <<apri questa cazzo di porta!!!!>> ormai urlavo e la mia rabbia cresceva sempre di più <<se non apri la butto giù!!! Porca puttana...apri!!!>>
Ormai al limite, e senza pensare comincio a colpire la porta, e dopo tre spallate riesco ad aprirla, lei è di fronte a me, mi guarda impaurita, e con gli occhi ancora pieni di lacrime, ero troppo incazzato per parlare, senza dire niente mi dirigo verso di lei, fino a farla indietreggiare, fino a farla sbattere ancora addosso al muro, la blocco con le mie braccia ai lati, senza lasciarle via di scampo <<sto ancora aspettando una tua risposta! Chi diavolo è Gianluca?>> niente, non rispondeva.
Ero incazzatissimo, e nonostante tutto, la mia eccitazione cresceva, ormai furioso do un cazzotto sulla parete poco distante dalla sua testa, è solo in quel momento ottengo la sua attenzione, il suo viso inespressivo, ma dentro i suoi occhi si leggeva paura.
<<tu vuoi sapere?>>
Stava ricominciando a piangere, e io senza rispondere colpisco ancora una volta quel muro, avvertendo un pizzicore sul pugno ancora chiuso, ero  geloso....di un....nome? Era questo che ormai avevo realizzato. Si!!! Ero geloso!!! 
E volevo fare qualsiasi cosa pur di non vederla in quello stato.
La mia lucidità ormai era andata farsi fottere, io la volevo, ero geloso di quel nome, e nonostante tutto averLa lì davanti così indifesa fece esplodere tutta la mia eccitazione, la afferro per le natiche, e lei senza protestare allaccia le gambe ai miei fianchi <<ch...che cosa stai...facendo?>> aveva ancora il viso bagnato, ma nonostante tutto mi allaccia con le sue braccia al collo, e solo in quel momento realizzo che stavo per fare qualcosa di cui poi mi sarei pentito, ma non me ne fregava un cazzo in quel momento, prendo a baciarla con troppa foga, e con troppa foga con lei ancora allacciata a me, la sbatto  sul divano, senza perdere tempo slaccio i miei pantaloni, e lei lì ferma, con lo sguardo perso nel vuoto, tolgo anche i suoi pantaloni, e fregandomene ancora,la penetro con violenza, non ero per niente contento di quello che stavo facendo, ma era questo che volevo, lei ansimava sotto le mie spinte, e io godevo nel vedere che ero riuscito a scuotere qualcosa in lei che non fosse tristezza, e finalmente riesco lasciarmi andare anch'io, la bacio sempre violentemente, fino a che non urliamo tutti e due per quello che abbiamo raggiunto insieme, e solo in quel momento mi lascio andare su di lei, quello che mi lasciò senza fiato erano le sue braccia che mi stringevano forte.
Avevo appena fatto una delle più grandi cazzate, e il peggio era che lei mi stringeva a se, come a non volermi lasciare andare.

GIÀ D' ALLINIZIO, DESTINATI A PERDERSI (emis killa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora