Capitolo 36

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Era un'ora ormai che camminavo per le vie di Milano, non mi ero reso conto di aver camminato tanto,dopo aver lasciato lei, la mia testa aveva iniziato ad andare dove voleva, e le mie gambe avevano ubbidito.
Non riuscivo a togliermela dalla testa, un momento avrei voluto correre da lei, e il momento successivo mi ripetevo che era meglio stargli lontano.
Tutto ciò che provavo in quel momento, era tutto nuovo.
Non mi ero mai trovato in una situazione del genere, e non mi era mai successo che volessi per più di una volta la stessa ragazza, con le altre mi limitavo a passare una serata di solo sesso e divertimento, non mi interessava avere dei contatti con loro, tutto finiva la mattina dopo.
Quello che non riuscivo ancora a capire, era perché invece con lei volevo fare tutto il contrario?
Guè e Ax dicevano che mi stavo innamorando, forse avevano ragione! Il mio cervello ormai era andato a farsi fottere, e il motivo.....era lei!
Dovevo ritornare a casa, ma non volevo incontrare gli sguardi dei miei amici, e soprattutto non avevo voglia di dare loro delle spiegazioni, non sapevo neanche io cosa stava succedendo, sapevo solo che se sarei tornato indietro ora, sarei tornato solo per riandare da lei, e ora come ora non mi sembrava una cosa giusta.
Quella sera, per le vie del centro di Milano, c'era una strana calma, e solo un ragazzo camminava tra quelle vie desolate.

Mi sveglio di soprassalto, cadendo dal divano.
Mi guardò intorno, e solo in quel momento, riconosco qualcuno sulla porta.
Aveva detto che dovevamo stare lontano, cosa ci faceva lì a guardarmi?
Abbasso la testa, mi sento una stupida, sicuramente lui se la stará ridendo, visto che gli sono corsa dietro dicendogli che praticamente io senza di lui non posso stare, ho abbassato le mie difese, e ho sbagliato!
Ora sarà contento di aver finalmente ottenuto quello che voleva, e sicuramente tra poco tutti avrebbero saputo che anche io ero passate per le sue gambe.
Ma tutto questo a me ora non interessava, ero più curiosa di sapere perché eri lì a fissarmi, con le braccia incrociate sul petto, la sua spalla appoggiata a quello che rimaneva della porta, il suo sguardo freddo, e i suoi occhi che non smettevano di fissarmi, se non sbaglio era stato lui a dire che era meglio stare lontani, quindi cosa ci faceva qui ora?

GIÀ D' ALLINIZIO, DESTINATI A PERDERSI (emis killa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora