Capitolo 17

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Iniziai ad andare in panico. Svegliare Zayn sarebbe stato inutile, così corsi fuori dalla camera e andai a cercarla ovunque nella locanda.

E se l'avessero presa? E se le avessero fatto del male?

Non osai pensarci, ma continuai a correre e di lei all'interno non c'era neanche l'ombra. Così andai all'esterno e lasciai andare un sospiro di sollievo. Era seduta sul dondolo innevato illuminato da una delle lanterne sparse intorno alla locanda. Non sapevo cose fare, andare da lei o tornare indietro?

Sospirai ancora una volta e mi decisi a raggiungerla e sedermi accanto a lei facendo dondolare la panca.

«Cosa vuoi?», mi chiese con voce spezzata.

«Non ti ho trovata nella stanza e mi sono preoccupato», mormorai in imbarazzo.

«Ah sì?», sbuffò una risata sarcastica, «Adesso che non c'è più Natalie per cui preoccuparsi sei tornato da me?»

«Senti...forse ho sbagliato ad andare da lei. Ma, ti prego non prenderla nel modo sbagliato...è scattato qualcosa tra noi, dalla prima volta in cui l'ho vista», ammisi con sincerità.

Lei meritava di sapere.

«E allora dimmi che cosa devo fare», singhiozzò ricominciando a piangere.

«C-cosa?», balbettai confuso.

«Dimmi cosa devo fare per riaverti indietro», scoppiò in lacrime, «Voglio il tuo amore Harry, io ne ho bisogno...ho bisogno di te», appoggiò la testa alla mia spalla.

Non sapevo cosa dire, quella confessione inaspettata mi aveva confuso le idee ancora di più. Non avevo smesso di amarla se era quello che stava pensando...non avrei mai potuto. Ma non potevo negare che Natalie era riuscita a capirmi e ad ascoltarmi, nelle piccole e frivole conversazioni che avevamo avuto.

«Ti dirò tutto, un giorno. Fidati di quel che faccio. Pazienta ancora per un po', devo trovare il coraggio», sospirai affranto.

«Di che stai parlando?», alzò il suo sguardo su di me.

«Non preoccupartene ora. Abbiamo altri problemi da risolvere, okay?»

Lei annuì confusa e mantenne il suo sguardo arrossato nel mio. Mi chiesi come fossero i miei occhi in quel momento. Forse non li avevo mai guardati attentamente, verdi, certo, ma ogni volta che mi ritrovavo in questa situazione, i miei occhi riflettevano i suoi.

«Harry», disse in un sussurro.

«Dimmi», sussurrai a mia volta.

«Baciami», lasciò cadere una lacrima solitaria sulla sua guancia, «Per favore»

Ancora una volta rimasi sorpreso. Ma non ci diedi troppo peso, lei aveva bisogno di me e io avevo bisogno di lei.

Appoggiai delicatamente le mie labbra sulle sue e chiusi gli occhi, assorbendo ogni cosa: il sapore delle sue labbra, il profumo che sprigionavano, la scossa che davano ad ogni singolo organo in mio possesso. Approfondii il bacio e non ebbi più alcun dubbio, lei sarebbe stata mia di nuovo, avrei ricominciato tutto da capo e l'avrei fatta innamorare di me come se fosse stata la prima volta.

Un ultimo schiocco fece allontanare le nostre labbra. Aprii gli occhi e osservai i suoi, erano più luminosi, e nessuna traccia di altre lacrime. Era come se io fossi stato la sua cura. E realizzarlo in quel momento mi fece sentire più vivo che mai.

«Stai congelando», le dissi osservando la nevicata che si stava trasformando in un turbinio bianco che si poggiava dolcemente sull'asfalto della strada.

«In questo momento sento caldo», sussurrò con un sorriso sulle labbra.

«Però non voglio farti ammalare piccola, dai rientriamo»

The New Era |Apocalypse Sequel|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora