Capitolo 29

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Come se non fosse mai morto, guardò la propria figlia portando con sé un ghigno vittorioso.

Jenna impiegò un po' a rispondere alle sue parole, semplicemente continuò a piangere disperata.

«Lasciami in pace!», urlò lei alzandosi e indietreggiando.

«No, piccola mia, non voglio farti del male», disse con falsa voce languida, «Non ancora. Perché che vi piaccia o no, c'è ancora una mente da controllare», ghignò guardando nella mia direzione.

Digrignai i denti, ma purtroppo aveva ragione. Non avevo alcuna scelta, e dovevo farlo.

Entrai nel cerchio sotto ai suoi occhi ardenti e pieni di aspettativa, e provai a pensare alla paura più stupida che avessi. Ma fu una lotta. Continuavano ad affiorare immagini di me, mentre uccidevo Gemma, e tutti i miei cari. Non dovevo farmi influenzare. Io non avevo paura di diventare un mostro assassino, perché sapevo che non avrei mai fatto loro del male, mai.

Ma questo non bastò, perché appena sentii i miei occhi cambiare e i miei canini uscire allo scoperto, andai in panico, e fu proprio quello a mandare tutto a puttane.

Crollai in ginocchio non capendo più nulla. Sentivo solo le mie vene pulsare, e una rabbia, una terrificante e profonda rabbia salire in ogni singola cellula del mio sistema nervoso.

«Bravissimo Harry», si congratulò il Corvo, «Era ora che diventassi chi sei veramente»

«Harry?», chiese quella ragazza che tanto amavo e odiavo allo stesso tempo.

Ringhiai mantenendo a bada gli istinti omicidi che stavano pian piano affiorando in me.

«Per quanto non abbia dimenticato che sei stato tu ad uccidermi...», disse aspramente il Corvo, «Direi che potrei aver bisogno di te, ti va di divertirti un po'?»

Annuii sentendo già l'adrenalina ardere.

«Non ascoltarlo», disse Zayn, «Sta provando a manipolarti, siamo tuoi amici Harry, è lui il nemico»

«Zayn ha ragione, ti prego Harry», singhiozzò Jenna.

Ma quello di loro che mi stava attirando più di tutti, era Louis. Se ne stava lì, tremante ed impaurito, immobile senza pronunciare parola a causa del terrore. Avevo dimenticato cosa si provasse a vivere a spesa degli innocenti. Lui era un innocente, e mi attraeva così tanto...

Mi leccai le labbra pronto a saltare verso di lui e a sentirlo urlare per il dolore, quando il Corvo mi fermò con la sola forza del pensiero.

«Uccidili», disse, «Uccidili tutti»

Sorrisi soddisfatto dalla richiesta e fui pronto a vederli scappare terrorizzati. 

Ma prima che tutto ciò accadesse, una luce accecante abbaliò i nostri occhi. Proveniva dalla montagna d'oro, e quando questa scomparve, luminosa come una stella si mostrò a noi l'arma: una spada con il manico di diamanti. Quella che con queste persone stavo cercando disperatamente, quella che ora volevo possedere a tutti i costi.

«Zayn, corri!!», gli urlò Jenna per fargliela prendere.

«Harry», disse il Corvo, «Prendila», mi ordinò.

Ed eseguii l'ordine. Si era appena aperta l'uscita, il che rese semplice a quel moro da strapazzo la fuga con l'arma tra le mani. Tutti corremmo fuori, tranne il biondo ancora chiuso a marcire nel suo muro.

Corsi e in un fulmineo istante ero davanti a lui, che mi venne addosso, ma io gli strappai l'arma dalla mani procurandogli dei tagli sanguinanti sulle braccia, e questo mi fece perdere la testa. Lo spinsi a terra e alzai la spada per ucciderlo, per poi bearmi del suo sangue. Ma Jenna mi saltò sulla schiena per fermarmi, e io la scaraventai a terra senza pietà.

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