Capitolo 21

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Ero completamente stordito, non vedevo più nulla, sentivo solamente dei boati assordanti rimbombare nelle mie orecchie. Forse tenevo ancora Zayn sulle spalle, forse ero morto. Riuscii a capire che cosa stava accadendo solo quando un'ondata di luce scura mi accecò gli occhi. Era buio, ma era un buio accecante. 

Sentii un braccio tirarmi fuori dall'acqua.

«Stai bene Harry?», riconobbi la voce preoccupata e affannata di Jenna.

Mormorai qualcosa di incomprensibile anche per me stesso e tentai di mettermi a sedere sulla fredda sponda del lago. Tremavo come una foglia, anche lei era congelata. Buttai velocemente un occhio su Zayn, ancora inerme disteso accanto a me.

Ripresi con i minuti un po' di forze, guardai il cielo, e solo in quel momento mi resi conto che era notte. 

Quante cose sfuggivano ai nostri occhi in momenti così duri. Mi sentii quasi ubriaco quando mi ritrovai ad ammirare le stelle come se fosse stata la prima volta che le vedevo.

«Non è morto», tentai di chiedere ancora un po' stordito, «Vero?»

«No», rispose lei con un sospiro, «Dobbiamo solo lasciarlo riposare, deve essere distrutto»

Annuii, mi distesi ancora una volta e chiusi gli occhi provando a riposarmi a mia volta. Passò forse qualche piccolo minuto prima che Jenna aprisse bocca per parlare.

«Quanti giorni credi che siano passati?»

«Non ne ho idea», risposi stringendomi nella spalle per provare a scaldarmi.

Mossa totalmente inutile. Perché oltre ad avere la tuta fradicia, avevo anche la pelle gelida, di natura.

Rigirandomi su un fianco notai che aldilà del lago il paese era pieno di luci natalizie. Riuscivo persino a percepire il leggero echeggiare della musica, e delle urla dei bambini che giocavano a rincorrersi. Non sapevo che ora fosse ma erano ancora tutti fuori, nel freddo della notte, attorno alle loro casette di legno.

«Hey», mormorò Zayn alzandosi a sedere, «Sono vivo», sbuffò stiracchiandosi e tossicchiando per via dell'acqua che ancora viaggiava in lui.

«Tutto a posto?», chiese lei.

«Sì», tossì ancora, «Ho solo un freddo boia e tremendamente male al culo», tastò il punto appena nominato ed estrasse dalle tasche i due cellulari, che a vedersi sembravano intatti.

Jenna prese il mio iPhone e sembrò constatare la stessa cosa. 

«Fortunatamente non tutti gli incantesimi spariscono», sorrise lui debolmente.

Jenna ci guardò sospirando.

«Dimenticavo...», disse lei, «Ho recuperato i vestiti. Indossateli», lanciò verso di noi gli abiti aggrovigliati tra loro.

Mentre noi indossavamo i vestiti con un po' d'imbarazzo tentando di non guardarci l'un l'altro, lei sbloccò il cellulare prima che io potessi protestare e un sorriso spuntò dal nulla sulle sue labbra screpolate.

«È la vigilia», esclamò tutta contenta.

Saltò in piedi, mi porse il cellulare che afferrai saldamente e lei iniziò ad emettere versetti emozionati.

«Calma bambolina, mi fai venire il mal di testa», si lamentò lui.

«Dobbiamo festeggiare!», urlò saltellando, «Vi prego»

Non ero d'accordo. Con tutto quel che avevamo appena affrontato festeggiare era proprio l'ultimo dei miei piani.

«Non è affatto una buona idea», borbottai io spezzando il suo sorriso.

The New Era |Apocalypse Sequel|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora