Capitolo 25

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Il primo giorno di Febbraio.

Stavo per scendere le scale e andare a chiamare un taxi per poter andare in agenzia. In camera non c'era nessuno al mio risveglio, infatti li trovai tutti e due nel salotto d'ingresso con un enorme sorriso stampato in faccia.

«Beh?», chiesi confuso.

«Dove pensi di andare?», chiese Jenna con una strana euforia nella voce.

«In agenzia. Ormai i voli si saranno sbloccati»

«Ci andremo domani», disse Zayn, «Oggi non è il giorno adatto»

«Che diamine significa che non è adatto?», spalancai gli occhi confuso.

«Andiamo Harry...», disse lei delusa, «Possibile che nemmeno quest'anno ti ricordi che giorno è?»

Impallidii. Odiavo quando dimenticavo le date, finivamo sempre per urlarci contro.

«Magari è...», tentai di sforzarmi.

«È il tuo compleanno coglione», disse lui sconvolto, «Com'è possibile che non ti ricordi del tuo compleanno?»

«Oh...», tirai un sospiro di sollievo, «È normale che me lo dimentichi, non l'ho mai festeggiato», feci spallucce.

«È da dieci anni che te lo faccio festeggiare», Jenna alzò gli occhi al cielo, «Auguri scemo», mi abbracciò dolcemente.

«Grazie», sussurrai trai suoi capelli.

«Tanti auguri Hazza», mi diede una pacca sulla spalla il moro mentre lasciavo la presa su Jenna.

«Grazie, ma non vorrete farmi una festa o roba del genere, giusto?»

Odiavo festeggiarlo. Avevo sempre ritenuto che il giorno della mia nascita fosse stato una disgrazia, un qualcosa che aveva distrutto la vita di persone innocenti...troppe persone erano morte a causa mia.

«Festeggeremo stando insieme», disse Zayn, «E mi dispiace per te, ma non ti ho fatto nessun regalo. Fino a questa mattina non sapevo che fosse il tuo compleanno»

«Fa niente», alzai le spalle per nulla infastidito.

«Io sì invece», sorrise Jenna, «Beh, in realtà non è proprio un regalo...ci tengo a restituirtela, ecco»

In imbarazzo mi passò un pacchetto malfatto. Lo aprii incuriosito e ne estrassi la mia collana a forma di croce. Non mi ero nemmeno accorto che l'avesse lei...e me ne chiesi il motivo. Alzai lo sguardo nel suo e tentai di chiederglielo.

«Come l'hai avuta questa?»

«L'ho presa poco prima di andarmene di casa», sussurrò con le gote arrossate.

«Mi fa piacere che tu me l'abbia restituita», sorrisi per farla sentire meno a disagio.

Lei ricambiò il sorriso e tornò ad avere il suo solito entusiasmo come ad ogni mio compleanno.

Così, all'improvviso la mia mente vagò proiettandosi nel futuro, e immaginai il compleanno perfetto: io, insieme a Jenna, Jonathan, Gemma e Zayn, tutti insieme.

«Chiediamo a Luna una cioccolata?», propose Zayn.

Entrambi annuimmo e io passai il braccio attorno ai fianchi di Jenna, non sapendo che cosa mi aspettasse.

Passammo tutta la giornata insieme, accanto al caminetto a consumare innumerevoli tazze di cioccolata calda. Eravamo ormai a corto di argomenti di cui parlare, così decidemmo che era il momento di tornare in camera. L'orologio segnava le nove di sera, nemmeno avevamo cenato, ma con tutte quelle cioccolate ci era passata la fame.

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