Capitolo 31

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Eravamo tutti riuniti in cerchio in giardino, esattamente come il giorno precedente, mentre il Generale Collins esprimeva i suoi piani.

«So che il tempo sembra moltissimo, ma credetemi, fa in fretta a passare e noi abbiamo bisogno di un piano d'azione», iniziò, «Per cause di forza maggiore, Jenna non potrà più essere una dei difensori principali insieme ad Harry, Gemma e i Rosenberg. Abbiamo bisogno di un volontario oltre a Zayn, che si è gentilmente offerto. Ci serve qualcuno che possa tenere a bada facilmente il nemico»

Tutti si guardarono l'un l'altro titubanti, ma solo una voce parlò.

«Direi che io ho qualche possibilità», disse Louis, «Lo prendo io il posto, sono diventato estremamente violento. Quindi sarò ben contento se qualcuno di loro decidesse di farmi incazzare», ghignò.

«Grazie», il Generale fece un leggero inchino e poi tornò a parlarci, «Non c'è nessuno schema da seguire, le disposizioni devono essere più sparse possibili, non dico di nascondersi in tutta la città, ma abbastanza lontani da poter acciuffare ognuno dei soldati di Regina e del Corvo che tenteranno di svignarsela, sono stato chiaro?»

Affermammo sonoramente e poi fu Randel a prendere la parola.

«Non c'è altro di cui discutere. Se non di una cosa essenziale, per quanto siate tutti estremamente coraggiosi e altruisti, questa volta vi chiediamo con estrema premura di pensare a voi stessi, solo a voi stessi. Se vedete un amico in pericolo dovrete essere pronti a correre dalla parte opposta, purtroppo una perdita è migliore di due. Siamo in una guerra brutale ragazzi, questo purtroppo è l'unico modo per avere una possibilità di vittoria»

Vidi troppe facce disperate guardarsi l'un l'altra. E ne era ovvio il motivo, nemmeno io avrei mai avuto il coraggio di lasciare qualcuno che amavo da morire.

Prima di vedere la gente sparpagliarsi ognuno per i fatti propri, il Generale Collins si avvicinò a me, cingendomi le spalle e allontanandomi dal resto dei presenti.

«Ho bisogno di un grandissimo favore da parte tua», disse cautamente cogliendomi di sorpresa.

«Da parte mia signore?»

«Esattamente. Ho bisogno che nel giorno della battaglia tu rimanga qui con Jenna. Ho bisogno che tu la sorvegli, che tu le impedisca di fare qualunque sciocchezza le venisse in mente e che tu ti prenda cura di lei se ne avesse bisogno, siamo d'accordo?»

«Certo, signore», annuii, «Sarei stata solamente d'intralcio se fossi venuta con voi»

Tirai un sospiro di sollievo e lui mi sorrise cordialmente.

«Il tuo sarà un aiuto molto prezioso, anche se non ti sembrerà così. Va da lei ora, immagino vorrà darti lei stessa la notizia», ammiccò e s'incamminò altrove lasciandomi perplessa.

Camminai verso la casa ed entrai sperando di non trovarla addormentata. Non lo era, per mia fortuna. Era tranquillamente seduta ad osservare il suo Harry sbuffare addormentato.

«Hey», dissi attirando la sua attenzione.

«Hey Mechi», sorrise sussurrando.

«Sono venuta a controllare come stai»

«Vuoi sapere come sto?», rise facendomi cenno di avvicinarmi e così feci, fino sedermi sul bordo di uno dei lettini improvvisati, «Sono parecchio incinta», rise.

Ero piacevolmente sconvolta, e vederla felice al riguardo mi riempiva il cuore di gioia, anche se infondo pensavo che non fosse esattamente un buon momento per aspettare un bambino.

«Cavolo Jen, sono così felice per te», la abbracciai.

«Anch'io sono felice, non sai quanto», sospirò, «Spero che vada tutto bene e che questo non porti problemi in paradiso»

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