"Vaffanculo!" lo spinsi via e sentii le lacrime salirmi agli occhi, trattenute con tutte le mie forze.
Mi guardava triste, abbattuto, il suo sguardo si posava a terra ed i miei occhi, illusi, lo fissavano, come a convincersi che lui stesse parlando sul serio, ma io non gli credevo.
"Scusa. Dovevo capirlo che per te non era lo stesso, ho sempre saputo che in realtà amavi Fabio. Tolgo il disturbo. Mi dispiace..." disse avvicinandomi a se e stampandomi un lungo bacio aulla fronte.
"Aspetta" gli presi una mano, che era sulla mia guancia e si bloccò all' istante, come fosse diventato pietra.
"Ti amo anche io." gli dissi chiudendo gli occhi.
"Perché mi hai mandato a..." lo interruppi afferrandogli io, il viso tra le mani, questa volta.
"Ti amo anche io Mattia" ho ripetuto incollandomi ancora alle sue labbra, le sue mani scendevano verso il mio sedere ed io sentivo la passione aumentare a dismisura in quel bacio.
"Mi sei mancata" ha detto intrufolando le mani sotto la maglia.
"Anche tu" dissi faccendo scorrere la mano dall' addome in giù, ma venni fermata da lui, che mi sorrise beffardo.
"Dopo cena bellissima." mi baciò a stampo le labbra ed io rimasi interdetta, la voleva mettere così? Bhe avrebbe avuto pane per i suoi denti.
"Ok, allora andiamo a farci un bel giro per New York che dici?" domandai cominciando a spogliarmi, mentre dallo specchio vedevo il modo in cui mi fissava.
"Va bene" si mise una mano sugli occhi, lasciando dello spazio tra le dita, aveva il labbro tra i denti e un sorriso divertito e malizioso.
"Oggi mi va un vestitino..." finsi di riflettere chinandomi per togliere i pantaloncini. Potevo immaginare la sua faccia, mi uscì una risatina roca al solo pensiero.
"Magari questo..." affermai prendendo un vestito bianco e blu, molto estivo, e scollato.
Lo misi, i suoi occhi mi guardavano ardenti ed io godevo nel provocarlo."E bruciare per te"
"Andiamo?" domandai e lui mi sorrise abbracciandomi.
"Mi fai da guida?"-"Sono qua da due giorni... Come faccio?" chiesi ridendo e lui intrecciò le sue dita alle mie ignorandomi totalmente. Prendemmo l' ascensore.
Cento piani con le scale erano troppi, ma anche cento piani chiusa in una stanza di nove metri quadrati con lui era dura.
"Mamma mia se fa caldo in questo ascensore!" ho escalmato tenendomi i boccoli in alto con una mano; il suo sguardo premeva sul mio seno ed io gli tirai un calcio su un stinco, ma ovviamente non fece una piega.
"Sì, fa decisamente caldo..." mi mise contro la parete dell' ascensore e gli sorrisi.
"Mi dispiace, ma in pubblico non si può." affermai allontanandolo mentre una coppia di anziani signori entrava con un sorriso imbarazzato.
"Sta sera facciamo i conti..." mi sussurrò roco ad un orecchio ed io sorrisi.
"Vederemo ci farà i conticon chi..." feci lo stesso, sfiorando il suo lobo con le labbra.
Scendemmo e mano nella mano ci incamminammo per le strade di New York. Non avevamo mai fatto una passeggiata così, li di certo non c' era il rischio di essere beccati da qualche conoscente, o giornalista... Purtroppo i miei e i genitori di Fabio avevano una fama talmente grande, che io e il mio futuro marito eravamo anche sotto l' occhio dei giornali.
Ero davvero felice e non aspettavo null' altro da tantissimo tempo, avevo uno di quei sorrisi che è difficile cancellare.
"Dove vuoi andare?" mi domandò dopo che mi bloccai di fronte ad una vetrina.
"Oggi metto da parte la dieta!" esclamai entrando in una pasticceria nella quale avevo scorto dei pasticcini piuttosto invitanti.
"Occhio, la Marrone oggi non fa dieta!" mi prese in giro incrociando poi le braccia attorno al mio bacino mentre io sorridevo, rabbrividendo al contatto con le sue labbra sul mio collo.
Il signore dietro al vetro ricordo ci guardasse con un sorriso malinconico, comprammo un chilo di dolcetti vari e poi uscimmo dalla pasticceria abbracciati, come due ragazzini.
Assieme a lui scordavo di avere trentuno anni.
"Sta sera dove mi porti a cena?" domandai con tono plateale, mandando giù in un morso quel favoloso doce.
"In un posto elegante, non conosco sta città ma lo troviamo un posto così!"-"No ti prego, non ho un vestito!" sbuffai e lui scrollò le spalle mandando giù un pasticcino alla crema di nocciole.
"E qual' è il problema? Lo andiamo a comprare, nommeno io ne ho uno."-"Evvai! Shopping!" escalamai entusiasta e questa volta fu lui a sbuffare.
"Va beh, ti farò qualche visita in camerino per passare il tempo..." mi provocò con tono malizioso.
"Se ti lascio entrare!" dissi io mordendo questa volta un dolcetto alla frutta.
"Faccio veramente schifo" pensai tra me e me, stavo mangiando come se non avessi mai visto dei dolci.
"Tutti questi anni di palestra buttati in fumo!" sbuffai capricciosa per l' ennesima volta, riferendomi a tutti gli zuccheri che avevo e stavo ingerendo.
"Stai zitta che per qualche dolce non ti si rovina il culo!"-"Sei la finezza Mattia!" risi assieme a lui, fininendo, a malinquore, l' ultimo bignè alla crema.
Ci fermammo davanti ad una boutique che in questi pochi giorni avevo già svaligiato.
La commessa mi sorrise gentile, e le porsi la borsa; le indicai il modello di vestito che cercavo e lei me ne porse alcuni, ce n' erano rossi, neri, blu e bianchi.
Li portai nel camerino nel quale mi barricai e cominciai a provarli l' uno dietro l' altro.
"Ma quanto ci metti a provarti un vestito?"- si lamantava lui-" Un attimo, non riesco ad allaccirmi il vestito dietro!"-"Ti aiuto io!" disse e lo immaginai balzare da quella poltroncina nera.
"È arrivata l' assistenza!" disse sorridendomi attraverso lo specchio.
"Sembri un bambino!" incalzai e lui scosse la testa entrando definitivamente e chiudendomi la cerniera.
"Devo dire che questo spacco..." cominciò lasciando la frase in sospeso, prendendomi una gamba e sollevandola, contro il suo bacino; la mia schiena aderiva alla parete del camerino e la sua mano scorreva sulla coscia scoperta dallo spacco profondo. Era arrivata l' ora della mia rivincita.
"Cosa c' è? Non riesci a controllarti?" ammiccai avvicinando le labbra al suo collo.
"Ma ti sei vista?"-"Io non sto facendo nulla, stai facendo tutto tu." dissi roca, voleva mostrasi indifferente ma ero ben consapevole che non fosse così.
"Però non ti tiri indietro."-"No" ammisi e le sue labbra si avvicinarono alle mie, ma mi scansai.
"Dopo cena, bellissimo." conclusi allontanandolo da me. La sua risata roca rimbombava nello spazio ristretto in cui ci trovavamo ed ero fiera di me stessa.
"Quindi come ti sembra questo vestito?" domandai passando le mani sulla stoffa rossa dell' abito.
"Non è brutto, ma provati questo." mi porse un abito nero, selezionato dal mucchio portatomi dalla commessa.
"Hai buon occhio."-"Mia sorella mi obbliga a fare shopping abbastanza spesso, comincio a capirci qualcosa..." mi fece l' occhiolino poggiando una spalla contro la parete.
"Eh, scusa, esci!"-"No, voglio stare qua vicino a te."-"Dai esc..."-"Voglio sta' qui co' te, pe' sentí il tuo profumo de confetto, de donna vissuta..." disse ed entrambi scoppiammo a ridere.
"Perché?!" unii le mani e mi rivolsi al cielo, mentre entrambi ridevamo.
"Dai, slaccia il vestito e renditi utile." gli ordinai e lui fece come gli dissi.
Mi cambiai molto lentamente, il mio sguardo era fisso sullo specchio, vedevo la sua esperessione sofferente, sapevo che aveva voglia di me.
"Ti aspetto fuori!" sbuffò poi esasperato uscendo di fretta dal camerino.
"Eccomi." dissi uscendo, tenevo il vestito in mano per via della mia statura ridotta e lui mi guardava attentento.
La commessa mi si avvicinò con un tacco argento e le sorrisi provandomelo, ero decisamente meno ridicola.
Era un vestito più o meno semplice, nero, il seno era perfettamente evidenziato ed era leggermente scoperto al centro e appena ai lati, non in modo volgare però; cadeva morbido lungo le cosce ed anche questo come il primo, ricordo avesse uno spacco laterale abbastanza profondo, la schiena era totalmente scoperta, mi vedevo un po bruttina...
"Allora?" domandai a Mattia che continuava a fissarmi senza proferir parola.
"Matti?" lo richiamai l' ennesima volta e lui scosse il capo in segno di affermazione.
"Sei bellissima" disse serio e potevo sentire le guance andare a fuoco, non ero la tipica ragazza timida, che s' imbarazzava, tutt' oggi non lo sono, ma con lui mi capitava di essere in imbarazzo per dei complimenti.
In particolar modo adoroavo quelle, purtroppo rare volte, in cui mi diceva "Sei bellissima".
Perché io bellissima per qualche istante mi ci sentivo davvero; ero molto insicura del mio aspetto fisico, non lo davo a vedere e mai lo avrei fatto.
"Per me non hai bisogno di provarti altro. Anzi, prendiamo anche le scarpe." disse alzandosi in piedi, continuando a squadrarmi.
"Va bene, mi fido." sorrisi e dissi alla commessa che avrei preso l' abito e le scarpe, ma prima bisognava che Mattia comprasse qualcosa."Tocca a te!" escalamai dopo averlo trascinato con me nel reparto uomini.
"Ma che ci vuole? Basta una camicia e un pantalone, dai..." cercò di ribellarsi ma glielo impedii.
"Si ma vanno abbianti bene, bisogna anche vedere se ti stanno bene."-"Ar King sta bene tutto." sorrisi ed anuii ironica.
Entrò dentro e si provò un paio di camicie e pantaloni.
"Questa?" sbuffò per l' ennesima volta ed io battei le mani entusiasta.
"Questa ti sta benissimo, solo magari abottonala nel modo giusto." risi poi avvicinandomi a lui sbottonandogliela completamente.
"Calma gli ormoni." mi disse beffardo ed io scoppiai a ridere.
"I miei ormoni sono a posto, i tuoi?" domandai lasciandogli alcuni baci sul collo.
"Con questa cosa della provocazione, stai esagerando...!" disse roco ed io sorrisi.
"Te la sei cercata!" mi giustificai continuando ad abbottonargli quella camicia, scesi ad abbottonargliela fino in fondo, verso il cavallo dei pantaloni, e di soppiato feci in modo che la mia mano toccasse quel punto.
"Sta sera vediamo chi paga..." si morse il labbro mettendosi la camicia nei pantaloni.
"Comunque prendi questa, mi piace un sacco! Sembri pure magro!" lo derisi.
"Hai notato benissimo la palestra che mi sono fatto negli ultimi due mesi, quindi taci!" disse passandosi una mano tra i capelli. Era vero, si era allenato, e diamine se lo avevo notato!
"Io non noto differenze, piuttosto, mettiti questa giacca su, non puoi andare in giro solo con la camicia!"-"Ma stai scerzando? Siamo a fine giugno e tu mi vuoi far mettere una giacca?!" mi guardò come fossi impazzita ed io risi ancora.
"Di sera le temperature si abbassano e fa freschino, una giacca non guasta." gliela misi dirigendomi poi in tutta fretta a prendere un paplion.
"No dai... Il paplion no!" si lamentò come un bambino. -"Se mi vuoi portare in un posto costoso ti metti questo!" protestai.
"Si ma quel paplion costa quanto un antipasto in un cazzo di locale lussuoso!" rise e mi bloccai un attimo. Forse si sentiva a disagio con me? Mi voleva portare in un locale lussuoso, ma lui ora che ci pensavo, non era Fabio. Non li aveva tutti quei soldi da spendere.
"Tu non ti preoccupare, vai a cambiarti vah, prendiamo questa roba!" dissi spingendolo nel camerino ridendo.
Era davvero bello e lo amavo tantissimo.
Andai dalla commessa e pagai tutto con la mia carta di credito.
"Andiamo a pagare?" mi domandò una volta cambiatosi.
"No sta tranquillo, mio padre è amico del propietario, è tutto un omaggio." sorrisi, si sarebbe arrabbiato tantissimo se avesse scoperto che in realtà avevo pagato tutto io.
Uscii velocemente dal negozio ma lui mi prese per un braccio mostrandomi un foglietto.
"E questo?" ero nella merda.Ciao a tutti! Scusate l' immensa attesa!❤❤
Spero che vi piaccia, ho cercato di farlo un po' più lungo del solito. Ditemi che ne pensate❤💋
A presto!🌸
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CHE SIA TU
FanfictionLo guardavo negli occhi e mi innamoravo ogni secondo di più. Sembrava così surreale averlo, poterlo vivere per davvero. Quanto avevo desiderato quel momento non si può spiegare. Ti ho urlato il mio amore in un mattino, guardandoti negli occhi. È sta...