Capitolo 13

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Erano appena le quattro del mattino, ero stesa sul suo petto, mentre dormiva beatamente e piangevo.
Piangevo come una bambina, stavo attenta a non svegliarlo, serebbe stato sicuramente più furbo da parte mia, alzarmi dal letto, per evitare che se ne accorgesse, ma non avevo la forza di staccarmi da lui. Volevo godermelo per quel poco tempo che mi era rimasto, perché tornata in Italia lo avrei dovuto salutare per sempre.
Avevo passato dei giorni bellissimi, li a New York, assieme a lui e a Franci.

L' avevo benedetta per aver cambiato stanza, mi dispiaceva per lei, ma qualcosa mi diceva che lei ne era solo felice.

Una sera l' avevo beccata a letto con un ragazzo che avevamo incontrato in discoteca la sera; si era giustificata dicendo che era colpa dell' alcool e che non si capacitava di quello che aveva fatto, ma io l' avevo comunque beccata a limonare con lo stesso ragazzo appena due giorni dopo.

La mia permanenza a New York doveva servire per dimenticarmi di Mattia, invece mi era servita solo per capire che lo amavo da impazzire, solo che non avrei mai potuto amarlo come volevo. Ero in trappola.
Guardavo il mio cellulare con l' ansia che lo schermo si accendesse mostrandomi qualche altro messaggio. Non volevo più riceverne dopo l' ultimo di ieri sera.
Il cellulare mi era quasi caduto dalle mani e un senso di rabbia mi aveva pervaso.
Mattia e Francesca erano fuori a fumare assieme, ed una volta rientrati si erano accorti subito che qualcosa non andava.
"Va tutto bene." ripetevo, ma ero davvero una pessima attrice con loro due.

"Oh, che succede?" la sua voce calda, roca, impastata dal sonno, mi fece sussultare, mentre il suo petto cominciò a muoversi in modo più evidente.
"Oh, scusa, non ti volevo svegliare. Sono una stupida..." mi tirai velocemente su, asciugandomi velocemente le poche lacrime che mi erano rimaste sul viso, avevo come la speranza che non si accorgesse di nulla.
"Oi, perché piangi?" domandò con tono dolce, passandosi velocemente una mano sul viso per svegliarsi.
"No, nulla, davvero." insistetti io.
"Vieni qui." allargò le braccia e non me lo feci ripetere due volte, mi fiondai tra le sue braccia. Aveva un profumo talmente buono, emanava un calore piacevole, mi sentivo il petto vuoto e la pancia in subbuglio.
"Mi dici che succede?" mi posò le labbra sulle tempie ripetute volte, con dolcezza, sentii i brividi diffondersi per tutto il corpo, mentre gli occhi si chiudevano, lasciando spazio ad uno stupido sorriso.
Non avevo mai provato nulla del genere con nessuno.
"Allora?" mi riportò alla normalità la sua voce calda, simile ad un sussurro.
"Stringimi." mi limitai a rispondere, insipirando profondamente.
Mi conosceva, mi avrebbe tempestato di domande più tardi, ma più tardi, sarebbe stato troppo tardi.
Non avrei mai più dovuto avere contatti con lui.
Più mi stringevo a lui e più mi sembrava di essere tornata ragazzina, tra le braccia del primo amore, in preda alle emozioni.
Un cellulare squillò ed io sobbalzai, sentivo la paura invadermi.
"Ei, tranquilla, era solo il mio cellulare..." rise Mattia lievemente, sorridendo davanti al cellulare.
"Chi è?" domandai cercando di sbirciare, ma lui allontanò il cellulare dalla mia visuale.
"Chiamasi: privacy." disse ridendo-"No privacy un cazzo!" mi alzai e provai a raggiungere il cellulare, mentre lui mi teneva ferma.
"Brutto bastardo. Ti faccio vedere io la privacy!" dissi lanciandomi verso il cellulare, che afferrai, facendo cadere Mattia su di me.
"Amore?" lo guardai storto leggendo il nome del contatto.
Cominciai a leggere i messaggi mentre lui rideva di gusto, mi sentii davvero stupida.
"Oh..." affermai.
"Già!" scosse la testa divertito sfilandomi il cellulare dalle mani.
"Quindi gelosona?" mi si mise a cavalcioni sfiorando il collo con il naso.
"Non sono gelosa, ma ti sembra normale salvare tua sorella 'Amore'?" dissi l' ultima parola scimmiottando la sua voce.
"Intanto ho raggiunto il mio scopo." affermò con un sorriso idiota in faccia.
"Ovvero?" lo guardai confusa, cercando di spingerlo via da me.
"Farti ingelosire. E almeno ora non stai piangendo!"-"Ho detto di non essere gelosa!" affermai acida. Bugia.
"Ah no?" mi guardò furbo-"No." dissi decisa, incrociando le braccia al petto.
"Quindi, posso tranquillamente dare il mio numero a questa figa di instagram?" mi mostrò la chat in direct con quella ragazza, passando poi al suo profilo.
"Stai scherzando vero? Vuoi seriamente dare il numero ad una puttana del... Oh." mi bloccai imbarazzata mentre lui mi guardava compiaciuto. Stavo facendo la gelosa.
"Fai come vuoi." aggiunsi poi scollando le spalle.
"Poi non dirmi che non ti ho avvertito, quelle foto sono tutte photoshoppate! E poi sinceramente ha un culo enorme, tutto insiliconato, non parliamo del seno..."-"invidiosa!" incalzò lui e spalancai la bocca.
"Ma neanche morta! Meglio naturale ma brutta che brutta e rifatta!" dissi spingendolo giù da me.
"Non ti sarai mica offesa!" disse con tono buffo ed io scossi il capo incrociando le braccia al petto.
"Lo sai che non lo farei mai..."- mi bloccò tra il suo corpo e l' armadio.
"Cosa? Perché se ti riferisci al trombare quella: non mi faccio problemi, sei libero di..."-"Oh, andiamo, sta zitta!" disse ad un millimetro dalle mie labbra, prima di baciarmi.
"Idiota." dissi staccandomi da lui.
"Colpevole." rise alzando le mani in segno di resa.

[...]

Eravamo in aereoporto, da dieci minuti ci trovavamo a Fiumicino e mi tremavano le gambe. Tra poco Fabio sarebbe venuto a prendermi e, addio Mattia.
"Senti Matti, io è meglio che vada..." mi avvicinai a lui dopo che Fra se n' era andata con il fratello. La voce tremava più del dovuto, e gli occhi ero sicura fossero lucidi.
"Cosa farai ora?" mi accolse tra le sue braccia, mentre mi mordevo il labbro per non piangere.
"Ti amo tanto, sai?" lo strinsi ancora di più. La paura che qualcuno ci vedesse era alta, ma ancora più grande era il desiderio di salutarlo.
"Anch' io." rispose, avevo paura che capisse tutto, avevo paura capisse che era un addio.
Lo strinsi un ultima volta a me e mi staccai con gli occhi colmi di lacrime.
"Grazie, di tutto. Addio..." dissi scappando via, non mi voltai a guardarlo, mi fiondai velocemente verso l' uscita, alla ricerca di Fabio.
Ignorai totalmente la sua voce che mi chiamava, non potevo fermarmi, dovevo raggiungere Fabio, così Mattia non mi avrebbe raggiunta. Non mi avrebbe fatto domande.
Una settimana di serenità era finita, da quel giorno avrei dovuto trasformare quello che era l' inferno, in almeno un purgatorio.




Ciao a tutti, spero che il capitolo vi sia piaciuto. Grazie mille per le visualizzazioni ed i voti❤

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