Cap. 13

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13. Crazy in love

Lauren's POV

"Okay, un ultimo tiro e per oggi abbiamo concluso!" urla il coach Throman dal fando compo mentre io mi posiziono per lanciare la palla.
Seguono un paio di altre battute finché Throman non fischia la fine del gioco.
Guardo l'orologio e noto che sono ormai le dodici passate e dovrei andare a pranzo.
Oggi, come due volte a settimana di consueto, è terminata la serie di partite. Sono partite amichevoli di softball, riservate solo ai pochi che si sono iscritti al club di allenamento extracurricolare, fra i quali me.
Non ho mai voluto abbandonare il softball, anche se a un certo punto della mia vita sono stata costretta.

Esco dal campo asciugandomi il sudore dalla fronte e mi dirigo verso gli spogliatoi.
Mi cambio velocemente dopo essermi fatta una doccia e mi siedo su una delle panchine, sentendo in qualche modo il bisogno di fermarmi a riflettere.

Fingere di dormire è stato sempre il mio forte, e naturalmente Camila se l'è bevuta al punto di essere convinta di poter parlare liberamente del nostro bacio.
Quel bacio. Quel dannato bacio. Camila e le sue dannatamente perfette labbra.
Sospiro, ripensando alle sue parole.
"Non credo di poter mai provare attrazione per una ragazza"
La rabbia mi rimonta al solo ricordo.
Non sembrava così mentre mi infilava praticamente la lingua in gola.
Istintivamente, dò un pugno all'anta dell'armadietto, che si ripiega lievemente in dentro al mio colpo.
Alcune ragazze si voltano per guardarmi incredule ed io mi limito a raccogliere il borsone ed uscire dallo spogliatoio.

Proprio all'uscita, quasi sbatto contro qualcuno, che si rivela essere Normani.
"Scusa" borbotto.
"Ciao, ti cercavo! Dovevamo andare a pranzo" spiega ed io annuisco pigramente, spostandomi dalla porta in modo da non istruire il passaggio altrui e andandomi ad appoggiare ad un muretto del cortile.
Normani mi segue e si siede accanto a me.
"C'è qualcosa che non va?" chiede gentilmente, mentre io continuo a tenere la testa bassa.
"Ti è mai capitato di conoscere qualcuno che nega qualcosa nonostante sia evidente?"
Mi lascio scappare quella domanda, troppo confusa e arrabbiata per impedire al mio cervello di formularla.
"Come no! Capita, ma bisogna cercare di capire cos'è che spinge quella persona a comportarsi in quel modo" risponde la ragazza dalla carnagione scura.
"E come faccio a capirlo? È tutto così incasinato che onestamente non riesco nemmeno a fare ipotesi" ammetto, sentendo a pelle di poterglielo confidare, in qualche modo.
"Uhm... È proprio questo il punto. Non puoi... Ma puoi fare altro"
La guardo interdetta.
"E cosa, come ti comporteresti tu al posto mio?"
"Farei di tutto per spingere questa persona ad ammettere la verità a se stessa" sorride, alzando un sopracciglio scherzosamente.
"Se Camila ti confonde, forse è perché lei stessa è confusa" aggiunge, facendomi sgranare gli occhi.
"Come...?" cerco di dire, sorpresa dalla sua perspicacia.
"Non sembra, ma sono un'ottima osservatrice" mi fa l'occhiolino.
"Non so che dire..." affermo, un po' in imbarazzo.
"Io so che fare, in realtà"
"Sarebbe?"
"Questo fine settimana c'è la festa, giusto?"
Annuisco, non afferrando tuttavia cosa c'entri ciò con il nostro discorso.
"Ho parlato con Ally che ha parlato con Troy che ha parlato con uno dei ragazzi che organizzano la festa, Shawn, e mi ha spiegato che faranno un gioco molto interessante" spiega, con lo sguardo illuminato dalla malizia.

Aggrotto la fronte, adesso curiosa.
"Praticamente si pesca a caso una chiave che corrisponde ad una stanza. In questa stanza ti aspetterà una persona anonima, può essere chiunque"
"Non ti seguo... Come dovrebbe aiutarmi questo?" chiedo, perplessa.
"Ma come?! Lauren... È semplice! Noi truccheremo il gioco in modo che tu capiti con Camila" conclude, come se fosse roba da niente.
"Tu sei fuori di testa" scuoto il capo in segno di dissenso.
"No, sono un genio. Andiamo, riflettici! È un modo perfetto per farle vedere cosa si perde" insiste ed io la guardo incredula.
"È una pessima idea, per lo più lei è fidanzata e tu sei sua amica, non possiamo combinare una cosa del genere" obietto.
"Beh, è vero che sono sua amica com'è vero che lei è attratta da te. Anche un palo se ne accorgerebbe"
"Lei è etero! Andrà tutto a puttane" esclamo, iniziando a perdere la pazienza.
"Va bene. Facciamo una scommessa: tu asseconda il mio piano e fà come ti dico. Voglio solo vedere che succede. Se va come dici tu, mi arrendo e tu hai tutto il diritto di odiarmi fino alla fine dei tempi; in più andrò personalmente da Mila a spiegarle che è stata una mia idea" propone, ed io ascolto attentamente.
"E... Se vinci tu?"
"Se vinco io, tu devi promettermi che non ti arrenderai e farai di tutto per mettere fuori gioco Austin"
Detto ciò, mi tende la mano, guardandomi con sfida.
Io faccio scorrere lo sguardo freneticamente dalla sua mano al suo sguardo furbo e sicuro. Dopo un attimo di esitazione, stringo la mano e lei emette un gridolino di vittoria.
"Sarà meglio andare dalle altre, adesso" mi rassegno, afferrando la borsa da palestra e lei mi segue entusiasta.

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