Cap. 8

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8. Until it breaks

Lauren's POV

Le note di Careful dei Paramore suonano ai padiglioni dei miei auricolari. Scuoto la testa ritmicamente, mentre giro la pagina del libro che sto leggendo.
Sono distesa sul mio letto, la luce del primo pomeriggio filtra pigramente dalle tende della finestra della mia stanzetta.
Un movimento captato con la coda dell'occhio mi costringe ad alzare lo sguardo per trovare Taylor, la mia sorellina, correre verso il letto e arrampicarvisi.
Con un sospiro, ma incapace di trattenere un sorriso, sfilo le cuffie e le poso in un lato, mettendo un segnalibro nella pagina corrente prima di chiudere Harry Potter e il calice di fuoco per appoggiarlo sul comodino. È la quinta volta che lo rileggo, ma per me ogni volta sembra la prima. È diventato una specie di rito. Sono ossessionata da quella saga, la mia famiglia si è rassegnata, ormai.

"Lolo" chiama impaziente Taylor.
"Cosa c'è, Tay?" domando, spostandole una ciocca di capelli dal visino.
"La mamma dice che devi scendere ad aiutarla a preparare il tacchino per pranzo" risponde, sedendosi a gambe incrociate sul letto.
Non è alta più di un metro e mezzo, eppure ha una grinta dieci volte più intensa della mia.
"Dì alla mamma che sto leggendo" ridacchio, facendole la linguaccia scherzosamente.
"La mamma non è stupida" una voce esterna mi induce a rivolgere lo sguardo nuovamente alla porta.
"Mamma" dico flebilmente, pronta alla ramanzina.
Mia madre sospira, le braccia conserte e una spalla appoggiata allo stipite della porta.
"Non mi soffermo sulla tua pigrizia solo perché oggi è il giorno del Ringraziamento e, seguendo il principio della festa, oggi devo essere grata di te" dice, alzando un sopracciglio.
Mi alzo dal letto e mi avvicino a lei.
"Solo oggi?" la stuzzico, punzecchiandola sul braccio con un dito.
Mia madre si ammorbidisce in un sorriso.
"Dai, vieni ad aiutarmi" risponde, incamminandosi verso le scale.

Mentre la seguo, subito dietro di me trovo Taylor, frizzante come sempre.
Giocosamente, la afferro per gli stretti fianchi e la sollevo, facendola scoppiare a ridere e richiamando l'attenzione di nostra madre che ci osserva con affetto mentre entriamo in cucina.
"Mettila giù, adesso, altrimenti si intromette fra i fornelli e l'ultima volta ho dovuto ricomprare un piano cucina" raccomanda mio padre, sollevando lo sguardo dal giornale che sta leggendo seduto al tavolo in cucina. Questo provoca una fragorosa risata da parte di mia zia Grace, già in piedi davanti ai fornelli mentre gira qualcosa in pentola.
"Esattamente" conferma mia madre, ed io lascio andare Taylor, che mette su il broncio.
"Hey, Tay-Tay. Facciamo così: appena ho finito di aiutare la mamma a cucinare, usciamo in giardino a giocare a palla insieme a Chris, va bene?" dico, accucciandomi davanti alla bambina, che adesso valuta attentamente la proposta.

Nel frattempo, mio fratello fa il suo ingresso dalla porta sul retro del cortile, lo skateboard sotto braccio e i vestiti malconci, segno che ha appena finito il suo allenamento giornaliero.
Dei graffi, alcuni più profondi di altri, sono ben visibili sulle sue gambe e braccia, dai quali deduco sia caduto parecchie volte.
Sono mesi che mia madre gli ha comprato lo skate e lui ancora non riesce a tornare a casa tutto intero.
Tuttavia, è passione.
Io ho trovato la mia passione nella musica, o nei libri. Lui nello skate.
Il mondo è bello perché è vario, no?

"Ci sto!" esclama Taylor, ed io sorrido, dandole un piccolo bacio sulla punta del naso per poi rialzarmi ed avvicinarmi a mia madre, già posizionata accanto a sua sorella.
"Taglia questi pomodorini e poi mettili in padella insieme alla cipolla" mi illustra mia madre, mentre tira fuori dal frigo il tacchino crudo e lo posa su una tavoloccia di legno, pronto ad essere farcito.
"Attenta che siano piccoli pezzi, così non danno fastidio e si amalgamano bene" aggiunge zia Grace, facendomi l'occhiolino.
Afferro un coltello, impugnandolo con cautela. Anche il solo pensiero di tenere in mano un affare del genere mi dà i brividi.

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