Cap. 19

4.5K 256 4
                                    

19. Leave out all the rest

Lauren's POV

È una mattina insolitamente fredda, al punto che persino io - abituata come sono a qualsiasi tipo di clima - cedo e alzo il condizionatore della camera 727, al momento molto più simile ad una cella frigorifera che ad un alloggio.

Al momento sto facendo un po' di pulizia delle scartoffie nei cassetti della mia scrivania, anche per assicurarmi di non aver tralasciato qualche documento importante a portata di mano di chiunque.
Incappo in una carpetta leggermente consunta e per un attimo sono confusa, non riesco a riconoscerla.
Solo quando la apro ci trovo un paio di miei schizzi fatti negli ultimi mesi.

Li sfoglio uno ad uno, sono sempre piuttosto critica riguardando le mie opere non appena passa un po' di tempo.
Noto i difetti, le imperfezioni che mi sfuggono a caldo.
Ci sono paesaggi di Montréal, il parco segreto del campus, la vista dal terrazzo del dormitorio. Un paio di disegni vedono come protagonista un volto molto familiare.

Osservo l'accuratezza con cui apparentemente ho delineato la mascella, il dorso del naso, il contorno delle labbra di Camila.
Ho sempre pensato che fosse un'opera d'arte di per sé, mi sono semplicemente proposta di trasferire almeno uno spicchio della sua bellezza su carta.

Ripongo i fogli nella carpetta e sto per chiuderla quando qualcosa cattura la mia attenzione.
Una foto.
È strano che io abbia lasciato una fotografia nell'album da disegno, non è da me... Dev'essermi sfuggita.
Afferrandola mi rendo conto che è sicuramente scivolata dal portafogli dove la tango di solito, poiché è una foto che conosco molto bene.
L'avrò riguardata almeno un milione di volte.

Ritrae me e Keana all'età di quindici anni, l'ultima foto che ho mai scattato con lei.
Ricordo quei giorni come fossero ancora presente. Non ho mai lasciato andare davvero quella quindicenne, nel profondo.

Io che la cingevo per i fianchi e lei che si aggrappava alle mie spalle. Eravamo così felici, spensierate ed inconsapevoli di cosa ci avrebbe riservato il futuro.
Non mi sono mai separata da quella foto, è una delle pochissime cose realmente appartenenti a me che ho sempre portato con me.
Forse quell'immagine rappresenta lo spettro del mio passato felice.
Forse ne ho bisogno per ricordare a me stessa, almeno ogni tanto, chi sono davvero.
La ripongo dove deve stare, nel portafogli per evitare il rischio di perderla.

La porta si apre per rivelare il volto di Camila, che mi sorride non appena i nostri sguardi si incrociano.

Ha questo sorriso... Questo sorriso che potrebbe riscaldare l'universo ogni volta che le spunta sulle labbra.
Non perdo tempo per salutarla.

"Com'è andato il test?" le domando, apprensiva.
"Spero bene, ho risposto quasi a tutto. Tutto sta nella quantità di quesiti giusti, suppongo" risponde, mentre si cambia.
Fingo di guardare la finestra per rispetto nei suoi confronti, ma di tanto in tanto rubo qualche occhiata a quel fisico scolpito dagli dei.

"Scommetto che ti concederai una pausa per qualche giorno" dico, sedendomi sul mio letto, alzando il cuscino in modo che mi faccia da schienale contro la testata del letto.
"E invece no, mi rimetto a studiare già da adesso. Dopodomani ho un altro esame" fa spallucce, sistemandosi alla scrivania.
"Continuando così ti andrà in panne il cervello" commento, mentre controllo alcuni file nel mio telefono.
"Sì? Beh, io non mi chiamo Lauren Delson che si fa bastare una settimana per preparare un'intera materia. Io ho bisogno di tempo, e non ne ho più" sbuffa, aprendo dei libri e passandosi una mano fra i capelli prima di indossare gli occhiali da vista.
"Ti ringrazio per il complimento ma evita di morirci su quelle pagine" le rammendo, stringendomi sotto le coperte e lasciandola così al suo studio.

Nihil Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora