Cap. 20 (prima parte)

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20. Breaking the habit

Camila's POV

Se dicessi che ho segnato con la X sul calendario i giorni che mi separavano dallo Spring Break non mi crederebbe nessuno, ma è sicuro che ho fatto il countdown nella mia mente, sperando che l'inverno si sciogliesse in fretta per aprire le porte alla mia stagione preferita.

Ci veniva data una settimana di vacanza dall'università e io avevo scelto di spenderla nel migliore dei modi. Con la famiglia.
E con Lauren, che è senza dubbio al secondo posto come importanza.

"Nessun ripensamento su Malibu?" domando alle mie amiche, mentre pranziamo.
"Per niente" scuote la testa Dinah.
"Non sai che ti perdi" conferma Normani.
"Cercate di non finire nei casini, questo tipo di vacanze non vanno mai a finire bene. Di solito ci scappa sempre una festa disastrosa, gente ubriaca e strafatta per strada-
"Oh, mio Dio... Ti senti? Sembri Lauren" Dinah sgrana gli occhi e io per poco non soffoco con il bocconcino di carne appena ingerito.
Le altre due scoppiano a ridere e contribuiscono solo a farmi imbarazzare ancora.
"Dicono sempre: sei ciò che mangi" Normani le dà corda ed io le fisso sconvolta.
"Oh, per l'amor del cielo ragazze! Non esageriamo" le riprende Ally, coprendosi la bocca con una mano.

"Voi siete pazze!" esclamo.
"Ci stiamo solo prendendo gioco di te" Normani fa spallucce e poi le due si danno il cinque, soddisfatte.
"Non è per niente divertente" affermo, questa volta più seria.
"Non è colpa mia se ogni volta che c'è Lauren la tua faccia diventa letteralmente l'emoji coi cuoricini" continua Dinah, imperterrita ed io boccheggio.
Fanno sul serio?

Fortunatamente non sono costretta a subire i loro soprusi oltre, perché arriva Lauren.
Tracolla in spalla, camminata trascinata e svogliata, si passa pigramente una mano fra i capelli corvini, togliendosi gli occhiali da sole e sistemandoli sulla testa.
Non smetterò mai di ripetere quant'è bella.

"Occhi a cuore" tossicchia Dinah, ed io fingo di non sentirla per non sotterrarmi definitavamente.
"Ciao" saluta la ragazza, posando le chiavi sul tavolo.
Sto per sporgermi per baciarla quando mi blocco, ricordandomi che non siamo sole.
"Dov'eri?" chiedo, mentre si siede nel posto che le ho appositamente lasciato libero.
"In giro con la moto, non avevo lezione stamattina" risponde.
"Avresti potuto portarmi con te" dico, mettendo su il broncio.
"Camz, tu avevi lezione" ride lievemente Lauren, la voce roca come sempre.
"Potevi rubarmi clandestinamente dall'edificio" continuo la mia messinscena per divertirla.
"Certo, poi saremmo scappate insieme a Parigi con solo la moto" prosegue lei.
"Suonava come un buon piano, peccato" scuoto la testa e la guardo ridere di gusto, che è un evento più raro che vero.
Amo quando ride così, a pieni polmoni. Mi fa scoppiare il cuore.
Ancor di più amo essere io la causa di quella risata.

D'improvviso, distolgo lo sguardo da quella bellezza, ricordandomi della presenza delle mie amiche, che mi guardano con espressioni illeggibili sul viso.
In particolare, Dinah alza un sopracciglio e sbatte più volte le ciglia, meravigliata.
"Seriamente?" mima in labiale, in modo che la capisca solo io, dato che Lauren ha la testa china sulla sua porzione di pollo fritto e riso.
Faccio spallucce, giocando il ruolo della finta gnorri e Dinah si arrende, ma macchiano nella sua testa chissà quale strategia per farmi confessare più tardi.

-

Fortunatamente, i suoi piani non si realizzano mai, perché non riesce a trovare un ritaglio di tempo libero per farmi il terzo grado a causa di tutti gli esami di chiusura sessione.
In un batter d'occhio arriviamo al giorno della partenza.

"A quanto pare il gruppo si separa" sospira Ally, con le valigie in mano, davanti alle porte della Casa dello Studente, ormai quasi vuota poiché tre quarti degli studenti è in partenza. Il cortile è un via vai di ragazzi entusiasti di quella pausa, pullman posteggiati in cortile e taxi.
"Non farla tragica, fra una settimana saremo di nuovo qui" afferma Dinah, interrompendo il momento plateale dell'amica.

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