Cap. 12

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12. Coming down

Camila's POV

Tornare al campus è stato un enorme sollievo per me.
Certo, abbandonare ancora la mia famiglia mi ha recato un senso di nostalgia che mi ha accompagnato per tutto il viaggio, ma l'idea di stare immersi nella tensione per via della guerra fredda fra me e Austin non era certamente un'opzione.
La prima cosa che faccio è recarmi nella mia camera per disfare la valigia.
La stanza è vuota, così mi prendo il mio tempo per fare una doccia. Dopodiché chiamo Dinah che mi comunica di essere in sala di ritrovo insieme alle altre.
Entrando nell'ampia stanza, le cerco con lo sguardo e le trovo tutte e quattro sul divanetto in pelle, davanti ad uno degli enormi televisori messi a disposizione.

"Mila!" mi salutano tutte.
"Ciao, ragazze" sorrido raggiante.
"Voglio sapere tutto del vostro Ringraziamento" afferma Normani, ed io cerco lo sguardo di Lauren per rivolgerle un piccolo sorriso che ricambia impercettibilmente.
"Inizia tu" rispondo, sedendomi vicino a Lauren.
"Beh, io e la mia famiglia siamo andati a casa dei miei nonni materni che hanno preparato un pranzo da favola, ho rivisto parenti che non vedevo da anni, è stato favoloso" racconta Normani.
"Uh, non parlarmi di parenti. C'erano almeno venti persone al mio Ringraziamento, un manicomio" interviene Dinah, sospirando.
"Se poi contiamo i tuoi fratellini, quelli fanno ognuno per due" ridacchio "solo io non ho fatto nulla di che? Praticamente ho pranzato con la mia famiglia e Austin, al solito" faccio spallucce e guardo Lauren per vedere la sua reazione. Lei getta lo sguardo al cielo, chiaro simbolo che non approvi il fatto che sono ugualmente partita con il mio ragazzo nonostante quanto successo un paio di giorni fa.

"E voi, che mi dite?" cambio discorso.
"Ehm... Io e Lauren siamo state ad oziare un po'... Nulla di nuovo" spiega Ally, improvvisamente nervosa.
"Tutto bene?" chiedo perplessa, guardando prima la più grande e poi la ragazza accanto a me.
"Certo" risponde con nonchalance Lauren ed io decido di non darvi troppo peso.
"Parlando di roba interessante" ci zittisce Dinah, assumendo il tipico sguardo di quando ha uno scoop interessante da rivelare.
"Spara" la esorta Normani.
"Questo weekend danno una bomba di festa" esordisce lei ed io sbuffo, nauseata dalle feste per via della brutta esperienza ancora vivida nella memoria.
Non ho intenzione di parlarne con Dinah, so che andrebbe fuori di testa e farebbe una scenata con Austin, e non posso correre il rischio.

"Chi?" chiede curiosa Ally.
Lauren si passa una mano fra i capelli, chiaramente disinteressata dall'argomento.
"Alcuni ragazzi dell'ultimo anno della mia facoltà. Sono davvero dei fighi, organizzano feste super mega galattiche" dice la polinesiana, già su di giri.
"Mi spiace, ma passo" affermo, prima ancora di portare avanti la discussione.
"Ma Mila! Questa volta verremo tutte e poi non è una di quelle feste tamarre che organizzano Austin e i suoi amici. Questa è elegante, misteriosa, ne vale la pena" mi prega, sporgendo le labbra come una bambina per cercare di convincermi.
"E se poi facesse schifo?" obietto, ancora diffidente.
"Torniamo immediatamente al campus, in quel caso, te lo prometto" mi rassicura ed io sospiro.
"Credo che non dovrebbe andare se non se la sente" interviene per la prima volta Lauren.
"Ah, adesso hai la lingua?" ribatte prontamente Dinah.
Ci risiamo.
"Lascia che sia lei a decidere" continua la mora, determinata.

"Okay, basta che non vi uccidete" si intromette Normani, divertita.
"Devo pensarci... Magari sì, se sei così sicura che ne valga la pena" rifletto e Lauren sospira stancamente.
"Qual è il problema?" le chiede Dinah.
"Che può andare a finire male. Le feste sono una cazzata" risponde la ragazza dagli occhi smeraldo.
"Tu sei fissata" commenta incredula la mia migliore amica.
Io, invece, capisco perfettamente la sua preoccupazione.
"Questa volta è più... In regola, mi hanno detto" arriva Normani in supporto di Dinah.
"Visto? Sta tranquilla" sussurro a Lauren, con un lieve sorriso per rassicurarla e lei scuote la testa.
"Vado a prendermi un caffè alla macchinetta" dice, prima di alzarsi e allontanarsi da noi.

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